Ticino, 27 aprile 2020

Coronavirus: "che nessuno si sogni di aumentare le imposte"

*Dal Mattino della Domenica. Di Lorenzo Quadri

Se qualcuno già immaginava di mettere le mani nelle tasche dei cittadini, farà bene a levarselo dalla testa. L’ente pubblico dovrà cominciare a chiudere uffici inutili ed a ridurre l’organico!
Come ben sappiamo assieme all’emergenza sanitaria lo stramaledetto virus ci porta la crisi economica causa lockdown. Un lockdown che si sarebbe potuto evitare se i camerieri dell’UE in Consiglio federale avessero CHIUSO LE FRONTIERE con il Belpaese per tempo. Altro che blaterare che il “virus non si ferma ai confini”, vero kompagno Berset? Altro che bullarsi di aver chiesto a Giggino Di Maio di lasciar passare i frontalieri in Ticino, vero ministro doppiopassaporto KrankenCassis?


Quanti abusi?

Adesso anche a Berna, ma tu guarda i casi della vita, i grandi statisti si chiedono se i famosi crediti a tasso zero e con garanzia della Confederella, ovvero con garanzia del solito sfigato contribuente, non vengano distribuiti in modo eccessivamente generoso e senza i necessari controlli, trattandosi di soldi pubblici. Giusto aiutare tempestivamente e senza troppa burocrazia; assai meno giusto gestire i soldi di tutti come se fossero soldi di nessuno.

Poco ma sicuro che, tra tante piccole imprese ed artigiani in difficoltà, ci sono anche furbetti del quartierino che ne approfittano per farsi gli zebedei di platino con gli aiuti pubblici. Magari furbetti dell’italico quartierino, dato che in Ticino, grazie alla devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia, si sono insediate frotte di società-foffa in arrivo dal Belpaese. Adesso a Berna il buon Ueli Maurer ha annunciato sanzioni più incisive contro gli abusi nei crediti con garanzia federale. Ma intanto i buoi sono già fuori dalla stalla!

Per questo, ogni settimana va allestito e pubblicato un report sull’andamento delle richieste di crediti garantiti dal contribuente e sugli abusi scoperti in quest’ambito. Comprensivo, ovviamente, della nazionalità degli approfittatori. Se gli abusi diventano troppi, non ci sarà altra scelta che chiudere i rubinetti.

Maggiore cautela

Come già detto più volte: se la garanzia della Confederella coprisse l’85% del credito non solo per i prestiti sopra il mezzo milione, ma per tutti, le banche sarebbero senz’altro un po’ più caute nell’elargizione, dovendo assumersi una parte di rischio. C’è poi da sperare che a nessuno venga in mente di procedere ad una trasformazione in massa dei prestiti in contributi a fondo perso: sarebbe discriminatorio nei confronti di quelle aziende che, per non sovraindebitarsi, non hanno chiesto nulla, ma sono andate avanti lo stesso tirando la cinghia.

Gli indipendenti

Rimane poi il tema degli indipendenti, ed in particolare di quelli che non hanno ricevuto dal
governo l’ordine di non più lavorare, ma che si sono dovuti per forza fermare perché… tutti gli altri sono fermi. Il problema è particolarmente sentito in Ticino, per ovvi motivi (lockdown assai più incisivo che nel resto del Paese). Anche questa categoria va presa in considerazione, perché è tra le più danneggiate economicamente dallo stramaledetto virus.

Chi è in vacanza

Chi invece, oltre a non aver subito danno di sorta, si sta facendo settimane di vacanza extra a spese del contribuente, sono i dipendenti dello Stato e del parastato che non stanno telelavorando. Costoro, quando le attività riprenderanno, avranno ancora al contrario di chi lavora nel privato l’impiego pubblico ed il lauto stipendio garantito a vita.

E cominciamo ad averne piene le scuffie di statali, parastatali, sindacalisti con i piedi al caldo e professori marxisti di economia che continuano a ripetere il mantra che il lockdown deve continuare ad oltranza. Eh già: lorsignori sono in vacanza pagata, quindi più prosegue la chiusura, meglio è!

Avanti con le forbici

E invece, dopo l’emergenza sanitaria, le cose dovranno cambiare anche per queste categorie. Infatti, visto che l’ente pubblico dovrà scucire somme ingenti per evitare il tracollo delle attività produttive, è altrettanto evidente che da qualche parte dovrà risparmiare. Ed una delle voci di risparmio (assieme alle prestazioni sociali a stranieri, agli aiuti all’estero, alla spesa per l’asilo, alla kultura…) dovrà proprio essere la pubblica amministrazione, gonfiata come una rana. Anche lo Stato ed il parastato dovranno dunque cominciare a chiudere uffici inutili, il cui unico obiettivo è creare burocrazia a giustificazione della propria esistenza. E dovranno anche cominciare a ridurre i rispettivi, sovradimensionati organici. Ovviamente, la partitocrazia ticinese si levi dalla testa di stanziare un ulteriore credito da mezzo miliardo, dopo averne votato uno equivalente solo sette anni fa, per finanziare i privilegi pensionistici degli statali.

Giù le mani

E che né il Cantone né i Comuni si sognino di aumentare le imposte (comunali e/o cantonali) causa covid! Il Canton Zugo, tanto per fare un esempio, ha annunciato l’abbassamento del moltiplicatore cantonale di quattro punti percentuali per tre anni. La crisi da maledetto virus imporrà un profondo ripensamento della spesa pubblica e delle sue priorità. Non c’è più trippa per gatti. E la partitocrazia eurolecchina e multikulti, che non ha CHIUSO LE FRONTIERE preferendo impestare il paese col risultato di dover poi bloccare le attività economiche, adesso fa il piacere di assumersi le proprie responsabilità. Verstanden? Perché i ticinesi non dimenticheranno così facilmente.

*Edizione del 26 aprile 2020

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