*Dal Mattino della Domenica
Al Mattino della Domenica arrivano tantissime lettere o telefonate di cittadini arrabbiati: c’è chi protesta per casi di malasanità, e a queste persone abbiamo dato voce parecchie volte visto l’andazzo cantonticinese, c’è chi denuncia abusi (vedi il caso di Breggia di due settimane fa) o situazioni personali al limite della sopportazione. Nei giorni scorsi si è rivolto a noi un signore luganese che ha voluto rendere nota una brutta storia di imbrogli e truffe legate ai sussidi del coronavirus elargiti dallo Stato. Tutto ciò è capitato in un noto ritrovo di Molino Nuovo, sempre molto frequentato nel periodo pre-pandemia.
“Sono un contribuente e cittadino svizzero e vi dico che i nostri soldi sudati, perché non tutti nasciamo ricchi, alcuni si spezzano la schiena e fanno fatica a arrivare a fine mese, ricordiamolo - vengono utilizzati anche per le truffe! Non lo trovo giusto. Tutto ciò è accaduto in un ristorante luganese e mi concerne personalmente”.
Inizia così il racconto di Gerry (nome di fantasia, i dati completi della persona sono noti alla redazione): “Truffare lo Stato sembra essere lo sport preferito di alcuni: ora vi spiegherò il meccanismo di un clamoroso imbroglio chiamiamolo così del Covid-19. Come noto la Svizzera ha deciso di stanziare dei fondi (quindi pagati con i soldi pubblici) per i datori di lavoro in difficoltà e in favore pure dei dipendenti. Questa misura chiamata Lavoro Ridotto non è nuova, è da anni che viene utilizzata anche se sino a due mesi fa era praticamente sconosciuta alla maggioranza dei datori di lavoro…”.
In sostanza, la misura aiuta sia il titolare dell’azienda o del locale sia il dipendente, ed evita licenziamenti sul breve termine. Un vero e proprio assist ai proprietari e anche per il dipendente, il quale, si badi bene, è tenuto a ricevere l’ 80% del salario.
Ma non solo: “Lo Stato ti aiuta pagando anche l’AVS su questo importo. Tanto di cappello, in altri paesi stanno ancora aspettando da mesi e, chissà quando li riceveranno, i famosi 600 euro. Così tanto per ricordare. Insomma:
E veniamo al bello (si fa per dire).
“Questo datore di lavoro, che ha sempre versato i soldi dello stipendio tramite banca, nel periodo del coronavirus ha obbligato il dipendente a firmare la busta paga con le ore vuote (così lui può inventare gli orari e farsi dare più soldi dallo Stato per questo “periodo speciale”). Naturalmente, dopo che il dipendente ha firmato, il padrone versa 1/3 dello stipendio in contanti”.Incredibile ma vero! “Sembra paradossale ma è così. Il ristoratore in questione ha allestito una busta paga per un numero di ore inventate ed ha ridotto in modo subdolo il salario da versare ai dipendenti. Esempio: sull’importo di 1500 riconosciuti, ne ha elargiti solo 400, dicendo pure: prendili e stai zitto, se vai in un altro paese ne riceveresti di meno”. Facendo due calcoli, si evince che il titolare del locale si mette in tasca 1100 franchi. E questa truffa è estesa a più dipendenti. Immaginate i soldi sottratti! Da marzo a settembre, quando scadranno questi aiuti (a meno dell’arrivo di una seconda ondata di virus) tale signore non solo ha provocato problemi ai suoi dipendenti ma ha pure commesso una truffa ai danni dello Stato.
“Ho segnalato questo caso - dice Gerry – perché è indegno che in un paese che si dice civile come il nostro, accadano queste cose. Avevo il dovere civile e morale di denunciarlo”.
E chiude così, in modo ironico: “Truffare è facile, ma al padrone del locale dico: che per dire le bugie bisogna avere tanta memoria e, primo o poi la pizza che prepara, verrà servita alla persona sbagliata”.
*Edizione del 14 giugno 2020