Mondo, 27 giugno 2020
Crolla un colosso della finanza tedesca, si rischia l'effetto domino in Europa
Dopo l’annuncio del buco di bilancio di 1,9 miliardi di euro – segnati precedentemente come liquidità attiva – e con quello successivo relativo all’incapacità di restituire le rate in scadenza nella prossima settimana dei finanziamenti contratti, Wirecard ha depositato negli scorsi giorni la dichiarazione d’insolvenza. Il documento è stato quindi convalidato nella giornata di giovedì da parte della procura bavarese, il cui timbro ha messo la parola fine ad una vicenda che ha scosso l’intero comparto finanziario della Germania.
Le conseguenze del crollo con, "tutta probabilità" si legge sul Financial Times, si ripercuoteranno anche sui partner commerciali con i quali Wirecard era giunta a degli accordi per l’emissione delle carte prepagate.
Wirecard è crollato giovedì con debiti di quasi 4 miliardi di euro, dopo che la società ha ammesso che in realtà non esistevano circa 2 miliardi di euro contanti sui suoi conti.
Venerdì, la Financial Conduct Authority del Regno Unito ha sospeso la consociata Wirecard Card Solutions (WCS) Limited di Wirecard,

apparentemente con nessun preavviso ai molti dei servizi bancari che si basavano su di essa per operare.
Londra ha quindi preso in mano la situazione e si è mossa nei confronti del colosso finanziario tedesco e ha sospeso la controllata britannica dell’azienda operativa sul Regno Unito, escludendo la capogruppo dalle camere di compensazione necessarie per garantire le transazioni. In questo modo, l’intera operatività dei conti correnti e delle carte che utilizzavano le garanzie di Wirecard è stata bloccata, creando molti disagi ai consumatori ed alle società che si appoggiavano all’istituto di moneta elettronico tedesco per l’emissione delle carte prepagate.
Il sito Forbes ha nel frattempo pubblicato una serie di servizi di pagamenti che non sono più disponibili a causa del crollo di Wirecard. Nomi, come Pockit, Curve o McLear Ring, che alle nostre latitudini dicono poco ma che sono piuttosto popolari nel Regno Unito. Il rischio concreto, è che il problema si allarghi a macchia d'olio e colpisca anche altri servizi finanziari che dipendono, o dipendevano, dal colosso tedesco per operare.