BELLINZONA - Franco Facchinetti si è costruito una carriera da prim’attore con il duro lavoro, bruciando tutte le tappe nel movimento giovanile del Lugano ed entrando nella prima squadra bianconera in LNB all’età di 20 anni, subito responsabilizzato in cabina di regia dall’allora allenatore Dario “Mec” Bernasconi. Le qualità del ragazzo sono state ben presto notate da tutti, in primis dal Fidefinanz Bellinzona (presieduto da Sergio Ponzio) che lo ha ingaggiato nel maggio del 1990. Dopo un breve rodaggio, Facchinetti spronato dapprima da McCormick e di seguito da Giergia, ha conquistato un posto importante all’interno del gruppo. Malgrado alcuni infortuni (anche gravi) ha compiuto un ulteriore salto di qualità alla corte di Joe Whelton, voluto da Ponzio che lo aveva strappato all’Olympic Friborgo.
Le fortune di Facchinetti sono arrivate di pari passo con delle brillantissime prestazioni, diventando ipso facto la spalla ideale di un altro grande protagonista che è stato Mike Stockalper. Con il buon “Frank” abbiamo voluto rinverdire una carriera fatta di campo e sudore, senza naturalmente dimenticare il basket di oggi.
Partiamo dalle origini, dalla Gerra di Lugano.
Il basket mi è sempre piaciuto e sin da piccolo mi sono impegnato molto per riuscire. Ho così superato bene tutte le categorie sino a arrivare alla prima squadra, per la quale mi ha voluto Mec Bernasconi, il quale non c’ha pensato un attimo per mandarmi in campo assieme ai titolari.
Dopo tante belle prestazioni, ecco la chiamata del Fidefinanz Bellinzona.
Sergio Ponzio mi ha fortemente voluto ed io ho accettato, pur consapevole che gli allenamenti in Lega Nazionale A sarebbero stati molto duri. All’inizio il tecnico mi ha lasciato spesso in panchina per capire le varie tattiche della squadra poi, un giorno, Charlie McCormick mi ha informato che avrei giocato l’ottavo di Coppa svizzera contro lo Champel di quel Lengennhager sempre abituato a grossi bottini. L’allenatore era stato chiaro, voleva vedermi all’opera: l’esame è stato eccellente perché oltretutto sono riuscito a bloccare proprio Lengennhager. Da quel momento sono diventato titolare fisso del Fidefinanz.
Nella stagione successiva il Bellinzona è stato affidato a Pino Giergia, un sergente di ferro.
Di lui si possono dire tante cose, comunque ho imparato molto e la squadra ha perso la terza sfida di semifinale playoff contro il Vevey che ha poi vinto il titolo. Purtroppo il 26 dicembre, durante l’allenamento subito dopo le feste, mi è “partito” il tendine di una caviglia e la stagione è praticamente finita, tranne le due ultime partite giocate. Una di queste è stata proprio contro il Friborgo di Joe Whelton. Tutto sembrava andar bene, ma poi mi sono rotto anche una mano mandando all’aria la partecipazione del Preolimpico di Barcellona con la Nazionale.
In mezzo a tanto basket e ad una buona dose di sfortuna, ecco arrivare il secondo raggio di sole: in ospedale (durante la convalescenza dopo la frattura della caviglia) lei ha conosciuto la sua futura moglie.
Un incontro che mi ha regalato tanta gioia, tra Alessandra – che lavorava come infermiera - ed il sottoscritto c’è stato subito un gran feeling.
Altra fase importante della sua carriera sportiva, l’incontro con Joe Whelton venuto nella Capitale ad allenare il Fidefinanz.
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