Sport, 15 settembre 2020

“Ho un obiettivo ambizioso: aiutare i giovani a crescere”

Americo Fernandes dal 2010 dirige una scuola per aspiranti pugili a Locarno

LOCARNO - Americo Fernandes avrebbe voluto diventare un pugile di fama internazionale. Ne aveva le doti, affermano i suoi estimatori; forse gli è mancata la fortuna: quando aveva nel mirino le Olimpiadi di Los Angeles del 1984 e di Seoul quattro anni dopo, il suo grande sogno si è infranto su alcuni fastidiosi infortuni. Poco male, perché il figlio di un umile cittadino di Capo Verde ha saputo costruirsi una carriera altrettanto importante: quella di formatore di aspiranti pugili.

Giorni fa, durante l’intervista che ci ha rilasciato, ci raccontava che “da quando faccio l’allenatore ho un sogno ambizioso: aiutare i ragazzi ad essere uomini veri”. E poco importa, aggiunge, se non è mai riuscito a respirare l’aria di un evento planetario come i giochi olimpici o un Mondiale. “Che conta è la crescita di quei giovani che si affidano a noi…”.

Da quasi dieci anni, Americo dirige il Boxe Club Locarno, del quale è allenatore, presidente, factotum e, afferma orgoglioso, educatore. “Questo sport mi ha regalato tante soddisfazioni. Ho conosciuto grandissime persone, una delle quali Michele Barra ed ho la possibilità di trasmettere la passione ai miei giovani, a quei ragazzi che frequentano la palestra accanto al Fevi. Quando entro in questa struttura mi ricordo gli anni trascorsi nel Belenenses, una delle società polisportive di Lisbona, che contende il primato delle competizioni sportive a Sporting e Benfica”.

Dieci anni fa, dunque, parte la grande avventura.
Sapevo che in città non c’erano società che praticavano questo sport. Quindi per me il terreno era più che fertile. Si noti che molte persone mi avevano sollecitato a creare una struttura che potesse ospitare dei giovani vogliosi di praticare la boxe. Nei primi tempi pensai addirittura di coinvolgere anche altre discipline. Alla fine però mi concentrai sul pugilato e credo che mai scelta fu più azzeccata.

Da allora tanti ragazze e tanti ragazze hanno frequentato la palestra di Americo.
Abbiamo formato tanti boxeur, molti dei quali hanno pure sostenuto combattimenti di livello nelle riunioni organizzate dal Boxe club Locarno e anche in Svizzera e all’estero. Di soddisfazioni ne ho avute tante, ma la più grossa è certamente quella di aver visto crescere e maturare persone che era venute da noi per cercare un rifugio o delle soluzioni ai loro problemi. Le posso dire che abbiamo accolto disadattati, casi sociali e quant’altro. Ma con il nostro appoggio, i nostri consigli e anche le parole di affetto abbiamo saputo ridare speranza. E questo vale molto più di un titolo
mondiale!

E aggiunge…
Il pugilato ha tantissime regole, la più importante si chiama rispetto. È quanto noi insegniamo nella nostra struttura, ancor prima di colpire l’avversario o mandarlo giù al tappeto. L’avversario, e lo dico sempre, non è un nemico. Credo che questo lo abbiamo capito tutti!

Naturalmente non tutte le ciambelle vengono con il buco…
Purtroppo non tutti i ragazzi che noi abbiamo ospitato riescono a maturare o a diventare uomini. Qualcuno, ahimé, si perde per strada e per me è una sconfitta. Ma in questi anni è successo poche volte.

Americo è convinto che in Ticino si potrebbero aprire nuove strutture sportive che ospitano giovani problematici.
Nel nostro Cantone si lavora molto bene in questo settore ma secondo me si potrebbe aumentare l’offerta. E cioè dare la possibilità a tutti di non restare indietro. Magari con dei centri che ricevano ragazzi in difficoltà e che possano vivere lo sport come alternativa alla strada. Lo sport è scuola di vita e può stimolare il recupero sociale.

Americo approfitta dell’occasione per ricordare la figura di Michele Barra, indimenticato consigliere di stato della Lega dei Ticinesi. Un grande promotore di eventi pugilistici in Ticino e appassionato della boxe.
È stato l’imprenditore asconese ad aprirmi il cammino. Ho lavorato nella sua impresa di costruzioni e dal primo giorno mi ha fatto sentire a casa, malgrado venissi da un paese lontano. Michele era un personaggio straordinario ed avventuroso. Una volta, quando seppe che provenivo da Cabo Verde, decise a mia insaputa di fare un viaggio laggiù. Con mia grande sorpresa andò a trovare mio fratello, che nemmeno conosceva. Ancora oggi non so come fece...

Barra si rivelò fondamentale anche in un’altra occasione… 
Quando mi infortunai e dovetti abbandondare l’attività agonistica mi fu vicino e mi spinse a non mollare. Lavora per i giovani: vedrai, riuscirai a toglierti parecchie soddisfazioni, mi disse. E così fu.
Dal quel momento Americo Fernandes si dedica giorno e notte alla crescita di tanti giovani.
Come ho detto prima, dieci anni fa, dopo aver ottenuto il diploma di magazziniere e avere iniziato a lavorare alla mensa dell'Ospedale la Carità di Locarno, ho fondato il Boxe Club Locarno: L’idea era quello di ridare a questa città ciò che mi aveva offerto. Locarno è la mia seconda casa.

A.M.

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