Ticino, 18 settembre 2020

Permessi, per il sindaco di Luino Gobbi sta facendo una “pulizia etnica amministrativa”

“Pulizia etnica” o ancora “caccia alle streghe”. Non usa giri di parole il sindaco di Luino Andrea Pellicini per descrivere le procedure adottate dal Dipartimento delle Istituzioni per verificare la fondatezza e la veridicità delle richieste di permessi per cittadini stranieri, procedure recentemente finite agli onori della cronaca a causa di un servizio del programma Falò.


“Il dipartimento delle Istituzioni del governo ticinese, guidato da Norman Gobbi, politico della Lega dei Ticinesi, ha messo in pratica una vera e propria 'caccia alle streghe' nei confronti dei cittadini italiani che vivono in Ticino e nei confronti dei frontalieri” sono le parole di Pellicini che si possono leggere sul portale italiano varesenews.it


“L’ufficio stranieri che dipende dal Dipartimento di Gobbi sta attuando una politica di 'pulizia etnica amministrativa' nei confronti dei nostri connazionali, respingendo moltissime richieste di rinnovo di permessi B e C, ma di permessi G per frontalieri” si lamenta il sindaco del paese i cui cittadini rappresentano il più grande gruppo di stranieri in Ticino e il cui flusso migratorio verso il nostro cantone negli ultimi decenni non si è praticamente mai interrotto, nemmeno dopo l'elezione di Norman Gobbi.

E Pellicini sembra essere ben contento di avere delle
formazioni politiche in Ticino che sostengono, almeno a grandi linee e si spera non le dichiarazioni odierne, le sue tesi. “Non lo diciamo solo noi – continua il politico italiano - ma anche molti partiti ticinesi che non si riconoscono nei metodi da stato di polizia usati dal Dipartimento di Gobbi”. 

“I nostri connazionali – continua Pellicini, riferendosi agli italiani residenti in Ticino il cui numero non è mai diminuito - soprattutto quelli che da molti anni hanno fissato in Ticino il centro della loro vita, vengono setacciati e fatti oggetto di perquisizioni all’interno delle loro abitazioni, perché la Polizia mira a verificare se vivono realmente in Ticino. Vi sono vere e proprie violazioni della privacy. Questi rapporti della polizia fanno scattare i dinieghi dei rinnovi dei permessi, con pregiudizio enorme per la vita di moltissime famiglie, molte delle quali non hanno le risorse economiche per fare ricorso. Non è possibile tollerare questi metodi”.

E dopo la denuncia, il sindaco italiano lancia un appello alle autorità italiane: “le nostre autorità statali e regionali devono far sentire la loro ferma protesta – conclude Pellicini – bisogna intervenire al più presto a difesa dei nostri connazionali per far cessare questi palesi abusi nell’interpretazione della legge”.

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