Comunque: anche quest’anno ci siamo! In compagnia di alcunipersonaggi che ormai fanno parte dell’inventario della rubrica. Uno su tutti Angelo Renzetti, visionario condottiero di una società che si sta ritagliando uno spazio importante in Super League. Il presidente del FC Lugano è nella lista di sinistra (gli Oscar): contrariamente al passato non occupa anche quella di destra (i Tapiri). Segno di un cambiamento di atteggiamento e attitudine che gli rendono onore. E allora buona lettura, nella speranza che questa speciale classifica serva a cogliere nel segno. Una raccomandazione: per proteste e insulti pregasi astenersi…
TOP
Mauro Lustrinelli
L’ex bomber granata e ora commissario tecnico della nazionale svizzera Under 21 centra alla grande il bersaglio stagionale in tempo di Covid-19: con una squadra piena di talento e forza fisica ha guidato i rossocrociati ai prossimi campionati europei di categoria. Un traguardo non scontato e che certifica la bontà del lavoro svolto dal giubiaschese. Mauro Lustrinelli ha superato l’esame: ora anche lui è uno degli allenatori più gettonati in campo nazionale.
L’ex bomber granata e ora commissario tecnico della nazionale svizzera Under 21 centra alla grande il bersaglio stagionale in tempo di Covid-19: con una squadra piena di talento e forza fisica ha guidato i rossocrociati ai prossimi campionati europei di categoria. Un traguardo non scontato e che certifica la bontà del lavoro svolto dal giubiaschese. Mauro Lustrinelli ha superato l’esame: ora anche lui è uno degli allenatori più gettonati in campo nazionale.
Angelo Renzetti
Il miracolo continua.
Con pochi mezzi e tanti sacrifici il FC Lugano riesce a stare a braccetto con le grandi del massimo campionato. Non solo: il club ora ha una struttura professionale adeguata alla bisogna, non ha debiti ed è ridiventato attrattivo. E anche in questo periodo assai delicato (vedi pandemia) Renzetti ha saputo tenere la rotta con realismo e grande determinazione. Dove sarebbe questa società senza di lui?
Il miracolo continua.
Con pochi mezzi e tanti sacrifici il FC Lugano riesce a stare a braccetto con le grandi del massimo campionato. Non solo: il club ora ha una struttura professionale adeguata alla bisogna, non ha debiti ed è ridiventato attrattivo. E anche in questo periodo assai delicato (vedi pandemia) Renzetti ha saputo tenere la rotta con realismo e grande determinazione. Dove sarebbe questa società senza di lui?
Mijat Maric
A 36 anni suonati, l’ex difensore del Lokeren è uno dei leader (se non il principale) di una squadra che basamolto il proprio gioco sull’assetto difensivo e sulla solidità. Dalla scorsa stagione, inoltre, si è trasformato anche in bomber di razza. Quante volte lo abbiamo visto buttarsi nelle mischienell’area avversaria e togliere le castagne dal fuoco? Innumerevoli. Mijat, ragazzo semplice e dalle buone maniere, è stato certamente uno dei migliori acquistidell’era Renzetti.
A 36 anni suonati, l’ex difensore del Lokeren è uno dei leader (se non il principale) di una squadra che basamolto il proprio gioco sull’assetto difensivo e sulla solidità. Dalla scorsa stagione, inoltre, si è trasformato anche in bomber di razza. Quante volte lo abbiamo visto buttarsi nelle mischienell’area avversaria e togliere le castagne dal fuoco? Innumerevoli. Mijat, ragazzo semplice e dalle buone maniere, è stato certamente uno dei migliori acquistidell’era Renzetti.
Maurizio Jacobacci
Il coach del Lugano non è soltanto l’uomo che ha guidato la squadra a 17 risultati utili consecutivi. È anche untecnico preparato, pragmatico e che conosce a fondo i propri giocatori. Nonha inventato nulla, ci mancherebbe, ma da quando è arrivato a Cornaredonell’autunno del 2019, il gruppo irrequieto e incostante si è trasformatoe ora è temuto da tutti. Se l’FCL è fra le migliori realtà del calcio svizzero è certamente merito di Jaco.
Fulvio Sulmoni
L’ex bianconero ha raccontato con parole anche dure e taglienti il controverso mondo del calcio. Nel libro “Piacere di averti conosciuto”, scritto in un periodo alquanto difficile per lui, ha messo a nudo i lati oscuri di quello che viene ancora definito lo sport più bello del pianeta. Mobbing, conflitti di interesse, soldi e tanta tantissima falsità. Un racconto lucido e assai analitico che, come dice l’autore, “è stato alleggerito da un pizzico di ironia”. Che non guasta mai.
L’ex bianconero ha raccontato con parole anche dure e taglienti il controverso mondo del calcio. Nel libro “Piacere di averti conosciuto”, scritto in un periodo alquanto difficile per lui, ha messo a nudo i lati oscuri di quello che viene ancora definito lo sport più bello del pianeta. Mobbing, conflitti di interesse, soldi e tanta tantissima falsità. Un racconto lucido e assai analitico che, come dice l’autore, “è stato alleggerito da un pizzico di ironia”. Che non guasta mai.
Giotto Morandi
Basterebbe riavvolgere il film della partita Grasshopper-Winterthur d’inizio campionato (parliamo della Challenge League) per accorgersi dei numeri sciorinati da questo figlio d’arte finalmente sbocciato sulle rive della Limmat. Un gol ed un assist d’altri palcoscenici, due pezzi d’autore incredibili, quelli del tre-quartista. L’asconese è senza dubbio il più grande talento del calcio ticinese degli ultimi anni. Avanti così.
Basterebbe riavvolgere il film della partita Grasshopper-Winterthur d’inizio campionato (parliamo della Challenge League) per accorgersi dei numeri sciorinati da questo figlio d’arte finalmente sbocciato sulle rive della Limmat. Un gol ed un assist d’altri palcoscenici, due pezzi d’autore incredibili, quelli del tre-quartista. L’asconese è senza dubbio il più grande talento del calcio ticinese degli ultimi anni. Avanti così.
Nene e Antonio
Nel 2020 ci hanno lasciati due grandi giocatori ticinesi del passato: Renato (Nene) Zürmuhle e Antonio Permunian. Nati e cresciuti a Bellinzona, hanno vestito entrambi vestito la maglia dellaNazionale. E se per l’uomo di Daro i Mondiali sono stati soltanto un sogno,per l’ex portiere dell’ACB si sono invece tramutati in realtà nel 1962, quando venne convocato per la rassegna cilena. Grazie Antonio e grazie Nene. Per i valori tecnici espressi sul campo e la vostra grande umanità! Oscar alla memoria.
Nel 2020 ci hanno lasciati due grandi giocatori ticinesi del passato: Renato (Nene) Zürmuhle e Antonio Permunian. Nati e cresciuti a Bellinzona, hanno vestito entrambi vestito la maglia dellaNazionale. E se per l’uomo di Daro i Mondiali sono stati soltanto un sogno,per l’ex portiere dell’ACB si sono invece tramutati in realtà nel 1962, quando venne convocato per la rassegna cilena. Grazie Antonio e grazie Nene. Per i valori tecnici espressi sul campo e la vostra grande umanità! Oscar alla memoria.
Michele Campana
Il direttore generale è l’esempio lampante di come il Lugano sia cresciuto tantissimo a livello societario. Michele Campana, che ha dovuto imparare il mestiere del dirigenteprofessionista fra difficoltà di non poco conto (non aveva avuto esperienze importanti alle spalle) oggi è certamente fra i migliori del suo ramoin Svizzera. Con lucidità e fermezza ha saputo guidare il club in questo terribile momento di pandemia.
Il direttore generale è l’esempio lampante di come il Lugano sia cresciuto tantissimo a livello societario. Michele Campana, che ha dovuto imparare il mestiere del dirigenteprofessionista fra difficoltà di non poco conto (non aveva avuto esperienze importanti alle spalle) oggi è certamente fra i migliori del suo ramoin Svizzera. Con lucidità e fermezza ha saputo guidare il club in questo terribile momento di pandemia.
Sotto gli occhi vigili del presidente che del
DG ha una grande stima.
FLOP
FLOP
Vladimir Petkovic
Le cifre sono impietose: nel 2020 la nazionale rossocrociata non ha vinto nessuna partita e non si è neppure qualificata per la fase finale della Nations League, salvando a malapena il posto nella massima serie. Da quando ha preso in mano le redinidella nostra rappresentativa, Vladimir Petkovic non aveva mai fatto così male. È vero: gli avversari erano tosti (Spagna, Germania, Belgio e Croazia) e a livello di gioco gli elvetici non sono mai stati veramente sottomessi. Ma, come dice spesso Vlado, che conta sono solo i risultati. Che stavolta non sono arrivati.
Le cifre sono impietose: nel 2020 la nazionale rossocrociata non ha vinto nessuna partita e non si è neppure qualificata per la fase finale della Nations League, salvando a malapena il posto nella massima serie. Da quando ha preso in mano le redinidella nostra rappresentativa, Vladimir Petkovic non aveva mai fatto così male. È vero: gli avversari erano tosti (Spagna, Germania, Belgio e Croazia) e a livello di gioco gli elvetici non sono mai stati veramente sottomessi. Ma, come dice spesso Vlado, che conta sono solo i risultati. Che stavolta non sono arrivati.
Nicola Bignotti
A Chiasso il dirigente italiano continua a fare il bello e il brutto tempo.Evidentemente deve avere dei santi in Paradiso se, malgrado i modestirisultati della squadra (ultima della classe) e le magagne societarie, resta sempre al suo posto. Nemmeno il controverso e potente Pablo Bentancur sembra fargli paura (vedi querelle finita in pretura). Evidentemente Nicola ha le spalle larghe. Intanto però nessun possibile acquirenti si fa avanti: per comprare il Chiasso c’è una clausola che permetterebbe al bresciano di intascarsi una buona uscita. E non sono caramelle.
A Chiasso il dirigente italiano continua a fare il bello e il brutto tempo.Evidentemente deve avere dei santi in Paradiso se, malgrado i modestirisultati della squadra (ultima della classe) e le magagne societarie, resta sempre al suo posto. Nemmeno il controverso e potente Pablo Bentancur sembra fargli paura (vedi querelle finita in pretura). Evidentemente Nicola ha le spalle larghe. Intanto però nessun possibile acquirenti si fa avanti: per comprare il Chiasso c’è una clausola che permetterebbe al bresciano di intascarsi una buona uscita. E non sono caramelle.
Pablo Bentancur
Sarà un procuratore di prima fascia, sarà anche ricco ed avrà ai suoi piedi una miriade di portaborse pronti a tutto; avrà pure elargito qualche franco al calcio ticinese (Lugano, Bellinzona e Chiasso) ma Pablo Bentancur proprionon riesce ad essere gradito e simpatico alla nostra piazza. I suoi modi di fare da “repubblica delle banane” hanno infastidito parecchia gente. Forse sarebbe il caso che si dia una regolata. La vicenda del precetto esecutivo spiccato contro il Chiasso e poi ritirato è stata una farsa.
Sarà un procuratore di prima fascia, sarà anche ricco ed avrà ai suoi piedi una miriade di portaborse pronti a tutto; avrà pure elargito qualche franco al calcio ticinese (Lugano, Bellinzona e Chiasso) ma Pablo Bentancur proprionon riesce ad essere gradito e simpatico alla nostra piazza. I suoi modi di fare da “repubblica delle banane” hanno infastidito parecchia gente. Forse sarebbe il caso che si dia una regolata. La vicenda del precetto esecutivo spiccato contro il Chiasso e poi ritirato è stata una farsa.
Rangelo Janga
Preso dal Lugano per colmare una lacuna offensiva ormai datata, l’attaccante olandese nato a Curaçao non ha invece lasciato il segno sulle rive del Ceresio. Prima punta possente e grintosa, Rangelo Janga si è rivelato un vero e proprio flop malgrado un buon curriculum precedente: nazionale olandese under 17 e under 19, ha fatto bene dapprima con la maglia del Dordrecht, poi del Trencin, e infine dell’Astana,
Preso dal Lugano per colmare una lacuna offensiva ormai datata, l’attaccante olandese nato a Curaçao non ha invece lasciato il segno sulle rive del Ceresio. Prima punta possente e grintosa, Rangelo Janga si è rivelato un vero e proprio flop malgrado un buon curriculum precedente: nazionale olandese under 17 e under 19, ha fatto bene dapprima con la maglia del Dordrecht, poi del Trencin, e infine dell’Astana,
club con il quale ha giocato prima di approdare in Ticino. L’attaccante,malgrado la sua generosità e la sua determinazione, non ha segnato uno straccio di una rete in 13 partite giocate. Bocciatura inevitabile.
Alessandro Lupi
L’ex giocatore del Chiasso dei primi anni Duemila fallisce in pieno, malgrado l’impegno e l’attaccamento alla società rossoblù, la sua missione di evitare l’ultimo posto in classifica fra i cadetti. Che per fortuna sua non è sinonimo di relegazione visto che con l’avvento del coronavirus la Lega ha annullato la retrocessione in PrimaPromotion. Il Chiasso, ahinoi, è spesso allo sbando, sia dal punto
L’ex giocatore del Chiasso dei primi anni Duemila fallisce in pieno, malgrado l’impegno e l’attaccamento alla società rossoblù, la sua missione di evitare l’ultimo posto in classifica fra i cadetti. Che per fortuna sua non è sinonimo di relegazione visto che con l’avvento del coronavirus la Lega ha annullato la retrocessione in PrimaPromotion. Il Chiasso, ahinoi, è spesso allo sbando, sia dal punto
di vista del gioco che del carattere. E da giugno ad agosto vince soltanto una partita. Per Lupi l’esperienza si conclude con il mancato rinnovo del contratto. Insufficiente.
Valerio Jemmi
Sul principio l’ex allenatore del Bellinzona aveva mille ragioni per chiedere un cambiamento di strategiatecnica. Meno potere ai senatori e spazio ai giovani. Altrimenti, affermava Jemmi, non si sarebbe andati lontani.Purtroppo però c’è modo e modo di comunicare con la squadra. E in questo senso il buon Valerio, tecnico per altro stimato, ha esagerato usando toni decisamente fuori misura e non adatti al momento. A muso duro, senza dialogo. Messi di fronte all’aut aut, i dirigenti granata non hanno potuto che optare per l’ennesimo ballo della panchina. La patata bollente è così passata a Davide Morandi: e chissà che le cose non possano finalmente prendere la giusta piega. Auguri.
Sul principio l’ex allenatore del Bellinzona aveva mille ragioni per chiedere un cambiamento di strategiatecnica. Meno potere ai senatori e spazio ai giovani. Altrimenti, affermava Jemmi, non si sarebbe andati lontani.Purtroppo però c’è modo e modo di comunicare con la squadra. E in questo senso il buon Valerio, tecnico per altro stimato, ha esagerato usando toni decisamente fuori misura e non adatti al momento. A muso duro, senza dialogo. Messi di fronte all’aut aut, i dirigenti granata non hanno potuto che optare per l’ennesimo ballo della panchina. La patata bollente è così passata a Davide Morandi: e chissà che le cose non possano finalmente prendere la giusta piega. Auguri.
Mozionisti PLR
Incapaci di frenare un continuo e irreversibile declino, i liberali di Lugano (o meglio: alcuni di loro) le provano tutte pur di avere visibilità e magari qualche voto in più per le prossime elezioni comunali di aprile 2021. Ora ci provano con una mozione sul Polo sportivo dal sapore beffardo: perché se da un lato dicono “che lo stadio va fatto a tutti i costi” (tanto per gettare fumonegli occhi), dall’altro vogliono soltanto ritardare l’avvio del progetto. Anche i sassi hanno capito che dietro alle loro richieste ci sono ben altri interessi. Che sono quelli della“vecchia” bottega liberalona. Altro che stadio!
Incapaci di frenare un continuo e irreversibile declino, i liberali di Lugano (o meglio: alcuni di loro) le provano tutte pur di avere visibilità e magari qualche voto in più per le prossime elezioni comunali di aprile 2021. Ora ci provano con una mozione sul Polo sportivo dal sapore beffardo: perché se da un lato dicono “che lo stadio va fatto a tutti i costi” (tanto per gettare fumonegli occhi), dall’altro vogliono soltanto ritardare l’avvio del progetto. Anche i sassi hanno capito che dietro alle loro richieste ci sono ben altri interessi. Che sono quelli della“vecchia” bottega liberalona. Altro che stadio!
Simone Rapp
Partito da Locarno con l’intenzione di spaccare le montagne, l’attaccante ticinese ha in effetti ottenuto dei buoni risultati con la maglia del Thun, società che gli ha dato subito fiducia malgrado l’inesperienza. Poi però Simone Rapp si è fatto ammaliare dalle sirene losannesi prima e da quelle sangallesi poi e non è riuscito ad incidere come avrebbe voluto. Di ritorno infine nell’Oberland bernese non è stato in grado di evitare le relegazione della sua squadra in Challenge League.
Partito da Locarno con l’intenzione di spaccare le montagne, l’attaccante ticinese ha in effetti ottenuto dei buoni risultati con la maglia del Thun, società che gli ha dato subito fiducia malgrado l’inesperienza. Poi però Simone Rapp si è fatto ammaliare dalle sirene losannesi prima e da quelle sangallesi poi e non è riuscito ad incidere come avrebbe voluto. Di ritorno infine nell’Oberland bernese non è stato in grado di evitare le relegazione della sua squadra in Challenge League.