Svizzera, 02 maggio 2021
Il PS si indigna con le guardie di confine: "Chiedere i documenti ai clandestini è repressione"
Il PS si indigna perché le guardie di confine fanno le guardie di confine. In un’interpellanza al Consiglio federale, il Consigliere nazionale ginevrino Christian Dandrès (nella foto) si è lamentato poiché – secondo quanto denunciato in febbraio da alcune asssociazioni “umanitarie” – nel canton Ginevra le guardie di confine avrebbero effettuato dei controlli dell’identità di alcune persone senza uno statuto legale in Svizzera, ovvero dei clandestini.
“L’impiego delle guardie di confine sulle strade pubbliche – scrive il consigliere nazionale PS nella sua interpellanza – corrisponde a una politica di repressione nei confronti delle persone che violano la legge federale sugli stranieri e sulla loro integrazione”.
Non solo. “Questa pratica – scrive ancora Dandrès

– contribuisce a creare un clima quotidiano di paura e sfiducia tra le persone che partecipano alla vita economica e sociale del nostro Paese”. A detta del parlamentare socialista, i “sans-papiers” si sentirebbero presi di mira dalle guardie di confine.
Nella sua risposta a Dandrès, il Consiglio federale spiega tuttavia che “le guardie di confine sono autorizzate a effettuare controlli di merci e persone all’interno del Paese” e che “la verifica dei documenti d’identità e dei titoli di soggiorno è parte integrante di tali controlli”.
“L’Amministrazione federale delle dogane – spiega ancora il Consiglio federale – non controlla in modo mirato le persone senza statuto legale, né a Ginevra né in alcun altro luogo in Svizzera”.