Davide, laureato in scienze motorie, giornalismo e business administration, proprio in questi giorni si sta occupando dell'evento "Mini move on", iniziato venerdì al Centro sportivo di Tenero e dedicato a quegli atleti o atlete paraplegiche che vogliono conoscere e praticare lo sport (una decina in totale le discipline previste). Un’iniziativa che Oltre Gottardo ha già fatto proseliti e che la ASP vuole sviluppare con successo anche al Sud delle Alpi.
“Curo lo sviluppo degli sport di massa in Svizzera e dirigo ben 16 associazioni di livello nazionale che si occupano di queste particolari discipline. Seguo anche Mondiali e Paralimpcs per conto della nostra federazione. Una bellissima esperienza, perché mi permette di vivere e convivere con delle persone che cercano nello sport stimoli e motivazioni per la vita ”, ci dice Davide, che abbiamo sentito nei giorni scorsi per parlare di Mini Move on.
Qual è lo scopo di questa manifestazione?
Il nostro obiettivo è quello di far provare le varie discipline sportive alle persone portatrici di handicap fisico che altrimenti non avrebbero la possibilità di realizzare i loro desideri. Il tutto in un ambiente basato sulla collaborazione e la solidarietà. Per noi è una bella sfida. Vogliamo che tutti i partecipanti possano sfruttare al meglio questa opportunità e cioè conoscere lo sport attraverso monitori o insegnanti che si sono messi volentieri a disposizione per trasmettere delle nozioni e anche le loro visioni dello sport; la tre giorni di Tenero o Mini Move on è un banco di prova importante per tutti.
Gli atleti e le atlete potranno sfruttare, appunto, la competenza e la conoscenza di monitori di livello.
Gli insegnanti o monitori che dir si voglia hanno una vasta esperienza nel mondo sportivo ticinese dei normo dotati e pure nelle associazioni sportive di persone portatrici di handicap. Del tennis, tanto per fare un esempio, si occupa Massimo Bramati, figura direi storica del tennis luganese; la scherma è seguita da maestri
della Scherma Lugano; la pallacanestro, fra gli altri, dal giocatore di basket in carrozzina Remo Semmler; il tiro è accompagnato da esponenti della federazione ticinese di tiro. Murat Pelit, infine, tiene dei corsi di Mountain Bike sul percorso di Serpiano. Non tutte le discipline, infatti, si tengono a Tenero. Ricordo infine che sono dieci gli sport di cui ci occupiamo: subacquea, pilates, vela, tennis, scherma, basket, handbike, MB, bocce e tiro alla pistola. Insomma: di tutto e di più, nella speranza che i nostro atleti riescano a sfruttare al meglio questa occasione.
Nella speranza che poi, dopo questi corsi, ci possa essere un seguito.
Certo, se ai partecipanti questa esperienza si rivelerà utile, ecco che allora potrebbero in un futuro entrare in una associazione e praticare con maggior frequenza lo sport. Noi cerchiamo di fornire quegli strumenti necessari per poter continuare un percorso che, ne sono sicuro, potrà dare tante soddisfazioni. Oggi ci sono atleti affermati come il paraolimpico ticinese Murat Pelit che hanno raggiunto dei traguardi importanti grazie alla loro perseveranza e alla loro tenacia.
Quanti atleti sono presenti?
Si sono iscritti una trentina di atleti. La maggior parte dei quali non ha mai avuto esperienza competitiva.
Per loro si mette in moto un meccanismo organizzativo molto impegnativo, come se si trattasse di un evento con più partecipanti. Gli atleti, che sono ospitati al Centro sportivo di Tenero, dispongono di strutture adeguate, direi adatte alle loro necessità. Si allenano dalle 9 del mattino sino alle 17. Un impegno, certo, ma il tutto in un contesto famigliare e in cui si possono confrontare ed aiutare.
Un evento che nella Svizzera tedesca è già conosciuto.
Abbiamo deciso di portare in Ticino Mini move on seguendo l'esempio di quanto fatto a Nottwil negli anni passati. Far conoscere anche da noi questa esperienza è un modo per incentivare nella regione gli sport per paraplegici. A proposito: nel campo di Nottwil dello scorso anno fra i partecipanti era presente anche un ragazzo ticinese. Non era mai successo in passato. Un passo avanti.
Questione coronavirus?
E' stata trattata con moltissima cura. Non dimentichiamo che siamo confrontati con persone cosiddette a rischio. Per questo motivo non abbiamo lasciato nulla al caso. Il nostro concetto di sicurezza si basa su una applicazione molto severa.
Conclude Davide Bogiani.
A.M.