Svizzera, 06 settembre 2021
Impiegati della Posta facevano chiamate a vuoto per fare pause, scoperti (con metodi discutibili) e denunciati
Quest'estate, La Posta ha scoperto che da alcuni mesi le chiamate in uscita dalle linee del servizio clienti erano diventate improvvisamente più numerose e più lunghe del solito. Queste chiamate sono anche piuttosto rare, perché di solito sono i clienti a chiamare. Come riporta domenica la SonntagsZeitung, un'indagine ha rivelato che tra i 319 dipendenti si era sparsa la voce su come fare un pisolino o una pausa non autorizzata durante l'orario di lavoro senza essere notati dalla dirigenza.
La Posta ha infine denunciato 22 di loro per aver bloccato le loro linee telefoniche facendo chiamate a numeri esterni mentre lavoravano da casa. I dipendenti colpevoli, fra le altre cose, sono stati richiamati a lavorare negli uffici.
Ma, forse ancora più grave dei dipendenti che hanno abusato della possibilità di lavorare da casa, è stato il modo in cui la Posta ha condotto l'indagine poi sfociata nelle denunce menzionate sopra. I dirigenti del dipartimento
del servizio clienti avevano informato tutti i dipendenti che alcuni di loro avevano imbrogliato, pur lasciandoli all'oscuro di ciò che era realmente accaduto e su chi fosse sospettato. Ma minacciandoli di sanzioni, compreso il licenziamento, è stato chiesto a chiunque si sentisse colpevole di farsi avanti di propria scelta, con la promessa di sanzioni meno severe in caso di autodenuncia.
Diversi mesi dopo l'accaduto, la Posta ora riconosce che il suo agire non è stato corretto, perchè ha generato una grande incertezza tra il personale: molti impiegati non sapevano se erano personalmente presi di mira. Come riferisce la portavoce Denise Birchler interpellato dal domenicale, il team di gestione del servizio clienti si è reso conto che sarebbe stato meglio rivolgersi direttamente ai dipendenti interessati. "Il tono della comunicazione non ha reso giustizia all'enorme impegno e alla dedizione di molti dipendenti", riconosce Birchler.