Sport, 15 novembre 2021

“Ambrì, continua la crescita. HCL, Mc Sorley non convince”

Il primo bilancio di National League con l’esperto Roberto Mazzetti

LUGANO - È arrivata la prima pausa dedicata alla Nazionale, e con sé il primo bilancio stagionale delle squadre di National League. Lo abbiamo fatto con Roberto Mazzetti, ex tecnico e opinionista apprezzato quanto pungente.


Roberto: siamo alla prima pausa di campionato, circa il 40 per cento di partite di regular season. Se lo aspettava il Davos primo?
No, non me lo aspettavo, la compagine di Wohlwend, oltre ad avere dei buoni portieri, propone un hockey dinamico e concreto con una squadra giovane e ben equilibrata sulle quattro linee; sta raccogliendo i frutti d’una buona programmazione sia sportiva, con giocatori stranieri appropriati e svizzeri idonei, che societaria, dopo la fine della gestione Arno del Curto.


Squadra rivelazione?
Bienne e Rapperswill: entrambe hanno collezionato un numero maggiore di punti rispetto alla scorsa stagione e hanno nell’organizzazione societaria e in quella sportiva dei punti fissi di riferimento. Come per il Davos sono riuscite ad impostare un roster di qualità.


Squadra delusione?
Sicuramente Zurigo, Berna e Lugano. che sono nettamente al di sotto delle loro ambizioni, e delle loro potenzialità, visto poi che i Lions hanno un parco giocatori di primissima qualità, rispetto alle altre classiche due rivali. Berna e Lugano con il cambio di gestione tecnica dovranno sicuramente attendere prima d’ottenere i risultati sperati. Sottotono vedo pure il Losanna, che con il nuovo allenatore, John Fust, ed innesti di vari giocatori, non ha ancora trovato la costanza nei risultati che la dirigenza e il pubblico s’aspettavano. Sorprende in negativo anche il Ginevra, che con un buon formatore come Patrick Emond, non è riuscito ad ingranare; vedremo se Jan Cadiuex riuscirà a risollevare le sorti delle Aquile.


Che ne dice della neopromossa Ajoie?
Il club di Porrentruy ha le idee chiare sia nei dirigenti che nell’allenatore Gary Sheehan e sono coscienti che questa è una stagione d’adeguamento alla National League in prospettiva della prossima, dove i risultati conteranno per la riuscita sportiva. Assemblato con giocatori di secondo piano sta compiendo miracoli in una realtà, quella giurassiana, che vibra di passione.


E veniamo alle ticinesi, partendo dai biancoblù: qual è il suo giudizio sulla squadra di Cereda?
La nuova “Lombardi Arena”, la chiamo così poiché penso che Filippo se lo meriti per l’enorme lavoro compiuto nella gestazione di questo progetto, ha stimolato tutto l’ambiente raggiungendo, secondo me, un positivo bilancio sportivo, anche se ancora privo di stranieri che possano fare la differenza. Il coach propone un gioco dispendioso, che costa energia e porta inesorabilmente ad infortuni; dal punto di vista tecnico c’è stata una crescita da parte di Cereda, anche se ora mi piacerebbe vedere una maggior acume tattico nella gestione delle partite.


A livello contabile gli stranieri sono fra i peggiori del campionato.
La scelta degli stranieri dipende da diverse componenti, e non tutti gli anni hai la fortuna di pescare e proporre uno come Kubalik. Poi quest’anno l’HCAP è bersagliato da infortuni e sbalzi di forma che incidono sicuramente sul rendimento. Il lavoro di scouting internazionale dovrebbe essere potenziato, per poter ridurre al minimo il rischio di trovare degli stranieri non all’altezza.


Bene Inti Pestoni! Che pensa?
Il ritorno del figliol prodigo ha giovato ad entrambi; nel suo habitat naturale e rincuorato dal suo pubblico Inti ha ritrovato motivazioni e serenità per realizzarsi sportivamente, diventando un trascinatore della sua squadra.


Cosa deve migliorare la squadra di Cereda?
Non dimentichiamo ciò che continua a ripetere Luca Cereda:” Sappiamo chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo arrivare” e “ai nostri tifosi vogliamo vendere verità e non fumo” dunque con questi presupposti non bisogna fare voli pindarici e pensare chissà quale rivoluzione, ma mi sembra
abbastanza evidente che oltre il gioco in superiorità numerica e gli stranieri, che dovrebbero fare la differenza, deve migliorare negli ingaggi e nella la lucidità nei momenti topici della gara, mantenendo concentrazione e compattezza. Un compito non facile.


Pronostico: dove finiranno i leventinesi la regular season?
Penso tra il tra il 7 e 10 posto, anche se non sarà proprio semplice.


Il Lugano ora: una squadra che sembra alla deriva tecnica e sportiva. Mc Sorley era stato annunciato in pompa magna… 
Lugano è sempre Lugano; da un qualche anno si cerca il bandolo della matassa ma dopo alcune partite della stagione si rimane sbalorditi dei frutti che si raccolgono. Probabilmente si sbagliano le analisi di programmazione sia tecnica, con gli obiettivi, sia umana e dunque sono le persone alla guida della società che debbono farsi un esame di coscienza. Nella gestione d’una società sportiva di livello credo che si debba anche confrontarsi con forti personalità che riescano ogni tanto ad andare contro corrente, ciò che non mi sembra il caso in casa bianconera dove si cercano collaboratori nell’ambito quasi famigliare. Chiaramente ora ci si chiede se la scelta di Chris come allenatore sia stata azzeccata. Ai posteri l’ardua sentenza. Hnat Domenichelli? Ha allestito una squadra speculando sul rinforzo del reparto difensivo e sperando nei miracoli di Arcobello e non ricercando qualità nel resto degli attaccanti, sia stranieri che svizzeri.


Qualcuno ha detto che McSorley è un tecnico bollito.
Chris McSorley è un personaggio polivalente con svariati interessi, ha raggiunto un certo successo e agiatezza. Non so se ha la fame e la pazienza per raggiungere i traguardi che la società ambisce. Il suo carattere poi potrebbe scontrarsi con quello delle giovani generazioni; il gioco che vuol proporre, forse non è adeguato ai tempi. Non conosco gli obiettivi imposti dalla società, ma non mi sembra tranquillo, non ispira sicurezza e serenità vedendo come ha forzato nell’impiego dei migliori elementi e come abbia abbandonato la formazione dei giovani così cara a Vicky, non inserendoli regolarmente. Senza dimenticare il tesseramento di Irving quando poteva dar fiducia ai due talenti Fadani e Fatton, e certe accuse ai suoi atleti dopo la sconfitta di Bienne.


Di certo gli infortuni non lo hanno aiutato.
Sicuramente, ma qui il discorso diventa complicato poiché integra anche la preparazione fisica, che da anni viene svolta forse non in modo finalizzato e poi il sovraccarico durante le partite dei migliori.


Rendimento degli stranieri scadente….
Domenichelli l’ha spiegato: il budget è quello che è se spendi da una parte devi risparmiare dall’altra. Dunque i conti, e non sono quelli della serva, sono presto fatti. Se poi si prende anche un portiere straniero quando l’attacco riscontra enormi problemi balza agli occhi di tutti che qualcosa non funziona.


Luca Fazzini: bene, no?
Luca quest’anno è cresciuto anche se deve dimostrare più costanza nel proporsi. Certo è che in questa prima parte di campionato è stato lui il trascinatore della squadra bianconera.


Ci pare di capire che il pubblico bianconero cominci ad essere stanco: la media degli spettatori è in calo e i tifosi hanno iniziato a fischiare la squadra.
Il pubblico, il tifoso, penso che manterrà la calma e riuscirà a supportare e sopportare la situazione; la mancanza dell’hockey in presenza ha lasciato un segno e non si vorrà riviverlo. Per quanti riguarda la media, in questa stagione, penso che i fattori non dipendano unicamente dai risultati sportivi, la situazione sanitaria può giocare un ruolo.


Pronostico Lugano?
A rigor di logica tra i primi sei posti, altrimenti sarebbe una grossa sorpresa. Vedremo alla ripresa dopo la pausa della nazionale in che stato saranno le nostre due compagini.

MAURO ANTONINI

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