Nel febbraio 2011, il dipendente di una filiale Swisscom era stato trasferito da Sion a Martigny (VS). L'uomo aveva beneficiato di un pagamento una tantum di 2'500 franchi per compensare le maggiori spese di viaggio tra la sua casa e il suo nuovo posto di lavoro. Come riportato settimana scorsa (vedi articoli correlati) un errore informatico aveva poi trasformato il pagamento una tantum in un versamento mensile di 2500 franchi. Da febbraio 2011 fino al settembre 2017, il dipendente aveva quindi ricevuto 2'500 supplementari ogni mese, senza avvisare nessuno dello sbaglio. Quando l'azienda si è resa conto del suo errore lo ha licenziato, dato che l'uomo si era rifiutato di rimborsare quanto ricevuto in eccesso.
In tribunale, l'accusato ha contestato di aver ricevuto un compenso eccessivo: "Era corretto ai miei occhi. Era una correzione del mio stipendio precedente e delle spese di viaggio aggiuntive" si è giustificato l'uomo. La corte però la pensa diversamente. "L'impiegato doveva sapere, o almeno supporre, che si trattava di una somma indebita. Pretendere 2500 franchi al mese per un viaggio da Sion a Martigny è semplicemente impossibile", ha detto il giudice, citato da "24 heures". Inoltre, aveva firmato un accordo che prevedeva un risarcimento una tantum.
Il tribunale di Hérens e Conthey (VS) ha quindi condannato l'ex dipendente al pagamento di 240 aliquote giornaliere a 45 franchi (10'800 franchi), sospeso per due anni. L'uomo è stato ritenuto colpevole di aver usato beni senza averne diritto. Dovrà restituire quanto ricevuto al suo ex datore di lavoro, circa 182'000 franchi, dato che una parte della perdita essendo è già stata compensata dall'azienda trattenendo la tredicesima e i giorni di vacanza.
In tribunale, l'accusato ha contestato di aver ricevuto un compenso eccessivo: "Era corretto ai miei occhi. Era una correzione del mio stipendio precedente e delle spese di viaggio aggiuntive" si è giustificato l'uomo. La corte però la pensa diversamente. "L'impiegato doveva sapere, o almeno supporre, che si trattava di una somma indebita. Pretendere 2500 franchi al mese per un viaggio da Sion a Martigny è semplicemente impossibile", ha detto il giudice, citato da "24 heures". Inoltre, aveva firmato un accordo che prevedeva un risarcimento una tantum.
Il tribunale di Hérens e Conthey (VS) ha quindi condannato l'ex dipendente al pagamento di 240 aliquote giornaliere a 45 franchi (10'800 franchi), sospeso per due anni. L'uomo è stato ritenuto colpevole di aver usato beni senza averne diritto. Dovrà restituire quanto ricevuto al suo ex datore di lavoro, circa 182'000 franchi, dato che una parte della perdita essendo è già stata compensata dall'azienda trattenendo la tredicesima e i giorni di vacanza.