Da diversi anni il Consiglio federale è chiamato a trovare una soluzione alla costante erosione di effettivi dell'esercito svizzero, un problema che diventerà sempre più acuto negli anni a venire. Una delle possibili soluzioni prese in considerazione è quella di "estendere l'obbligo di servire alle donne", un opzione dettagliata in un rapporto pubblicato oggi e chiamata "modello norvegese".
Nel rapporto si considerà la possibilità che tutti i cittadini svizzeri, sia gli uomini che le donne, siano obbligati a svolgere il reclutamento, attualmente obbligatorio solo per gli uomini e facoltativo per le donne. "Tutti i cittadini svizzeri sono obbligati a servire. L'esercito e la protezione civile scelgono quelli di cui hanno bisogno per raggiungere la loro forza e portare a termine i loro compiti", si legge nel rapporto, in cui si stima che "circa la metà di tutti i convocati" sarebbero reclutati.
E l'altra metà? La Confederazione riconosce che "ci sarà una disparità di trattamento tra coloro che vengono reclutati e quelli che non lo sono", che deve essere compensata, "o con incentivi o con svantaggi". Gli svantaggi sono già noti agli uomini che non servono, e potrebbero quindi colpire anche le donne in futuro: pagare la tassa militare. Altrimenti, il governo immagina dei vantaggi per coloro che servono, "indennità finanziarie o crediti di formazione" per esempio.
Il Dipartimento della Difesa ha condotto audizioni e sondaggi per testare le varie opzioni. L'estensione dell'obbligo di servire alle donne viene giudicata scetticamente, ma non formalmente respinta in linea di principio. "Il principio della parità di obblighi per uomini e donne è stato accolto con favore, ma è stata messa in discussione l'opportunità di imporre nuovi obblighi alle donne prima che l'uguaglianza sia meglio attuata in altri settori della società. L'idea che le donne non reclutate debbano pagare la tassa di esenzione è stata chiaramente respinta", dice il rapporto.
L'altra opzione è "una fusione dell'attuale protezione civile e del servizio civile in una nuova organizzazione" da chiamare "protezione dalle catastrofi". "All'esercito verrebbero assegnate tante persone quante sono necessarie per raggiungere la sua forza effettiva. Il personale rimanente è incorporato nella nuova protezione dalle catastrofi", dice il rapporto. In questa opzione, le donne potrebbero essere reclutate su base volontaria, come avviene oggi.
Nel rapporto si considerà la possibilità che tutti i cittadini svizzeri, sia gli uomini che le donne, siano obbligati a svolgere il reclutamento, attualmente obbligatorio solo per gli uomini e facoltativo per le donne. "Tutti i cittadini svizzeri sono obbligati a servire. L'esercito e la protezione civile scelgono quelli di cui hanno bisogno per raggiungere la loro forza e portare a termine i loro compiti", si legge nel rapporto, in cui si stima che "circa la metà di tutti i convocati" sarebbero reclutati.
E l'altra metà? La Confederazione riconosce che "ci sarà una disparità di trattamento tra coloro che vengono reclutati e quelli che non lo sono", che deve essere compensata, "o con incentivi o con svantaggi". Gli svantaggi sono già noti agli uomini che non servono, e potrebbero quindi colpire anche le donne in futuro: pagare la tassa militare. Altrimenti, il governo immagina dei vantaggi per coloro che servono, "indennità finanziarie o crediti di formazione" per esempio.
Il Dipartimento della Difesa ha condotto audizioni e sondaggi per testare le varie opzioni. L'estensione dell'obbligo di servire alle donne viene giudicata scetticamente, ma non formalmente respinta in linea di principio. "Il principio della parità di obblighi per uomini e donne è stato accolto con favore, ma è stata messa in discussione l'opportunità di imporre nuovi obblighi alle donne prima che l'uguaglianza sia meglio attuata in altri settori della società. L'idea che le donne non reclutate debbano pagare la tassa di esenzione è stata chiaramente respinta", dice il rapporto.
L'altra opzione è "una fusione dell'attuale protezione civile e del servizio civile in una nuova organizzazione" da chiamare "protezione dalle catastrofi". "All'esercito verrebbero assegnate tante persone quante sono necessarie per raggiungere la sua forza effettiva. Il personale rimanente è incorporato nella nuova protezione dalle catastrofi", dice il rapporto. In questa opzione, le donne potrebbero essere reclutate su base volontaria, come avviene oggi.