*Articolo dal Mattino della Domenica
Quel 29 marzo del 2020 era una domenica. Una triste notizia ci ha raggiunto in mattinata: Attilio Bignasca se ne era andato. Era nato nel 1943. Una persona e una personalità che in quasi 77 anni ha fatto molto, moltissimo, sia a livello personale, sia professionale, sia politico. Ha lottato molto contro la malattia, riuscendo pure a lavorare sebbene già colpito dal male.
È entrato in Gran Consiglio nel 1991 proprio agli albori della Lega e sostanzialmente il legislativo cantonale è diventato una sua seconda casa. Dopo la partenza con rottura di Flavio Maspoli, Attilio ha assunto il ruolo di capo-gruppo. Una funzione che calzava bene al suo modo di essere, più propenso alla costruzione e alla ricerca della mediazione. Tanto che da molti era visto come il pompiere, accanto a un… bombarolo com’era suo fratello Nano. La sua esperienza sportiva da arbitro ha giocato sicuramente un ruolo. Attilio ha avuto molti meriti e si è sempre messo a disposizione con intelligenza. Nelle commissioni parlamentari, così come nei contatti con gli altri gruppi politici e con i “suoi” deputati del gruppo.
Per sette anni è stato pure in Consiglio Nazionale dal 2003 ad inizio 2010, quando fece staffetta con il sottoscritto. Inoltre alla morte del Nano è diventato il nostro coordinatore, riuscendo a traghettare, consolidare e far crescere il Movimento. E sappiamo quanto poteva essere difficile arrivare dopo il Nano. È stato poi un promotore dei cosiddetti “colonnelli”, che lo hanno sempre ascoltato come il saggio della situazione, benché talvolta facesse qualche guizzo improvviso senza avvertirci.
A lui mi legano mille ricordi e pensieri grati, ma anche un grosso rimpianto: Attilio ci ha lasciati proprio nel pieno del periodo di lockdown del 2020, quando il coronavirus aveva azzerato i contatti umani tra le persone. Non ha potuto essere salutato dal popolo leghista nel modo che avrebbe meritato. Un vero peccato. È nel cuore di tanti. “Titi” o il “Conte Zio” è nel mio cuore e nei miei pensieri.
*Edizione del 27 marzo 2022
Quel 29 marzo del 2020 era una domenica. Una triste notizia ci ha raggiunto in mattinata: Attilio Bignasca se ne era andato. Era nato nel 1943. Una persona e una personalità che in quasi 77 anni ha fatto molto, moltissimo, sia a livello personale, sia professionale, sia politico. Ha lottato molto contro la malattia, riuscendo pure a lavorare sebbene già colpito dal male.
È entrato in Gran Consiglio nel 1991 proprio agli albori della Lega e sostanzialmente il legislativo cantonale è diventato una sua seconda casa. Dopo la partenza con rottura di Flavio Maspoli, Attilio ha assunto il ruolo di capo-gruppo. Una funzione che calzava bene al suo modo di essere, più propenso alla costruzione e alla ricerca della mediazione. Tanto che da molti era visto come il pompiere, accanto a un… bombarolo com’era suo fratello Nano. La sua esperienza sportiva da arbitro ha giocato sicuramente un ruolo. Attilio ha avuto molti meriti e si è sempre messo a disposizione con intelligenza. Nelle commissioni parlamentari, così come nei contatti con gli altri gruppi politici e con i “suoi” deputati del gruppo.
Per sette anni è stato pure in Consiglio Nazionale dal 2003 ad inizio 2010, quando fece staffetta con il sottoscritto. Inoltre alla morte del Nano è diventato il nostro coordinatore, riuscendo a traghettare, consolidare e far crescere il Movimento. E sappiamo quanto poteva essere difficile arrivare dopo il Nano. È stato poi un promotore dei cosiddetti “colonnelli”, che lo hanno sempre ascoltato come il saggio della situazione, benché talvolta facesse qualche guizzo improvviso senza avvertirci.
A lui mi legano mille ricordi e pensieri grati, ma anche un grosso rimpianto: Attilio ci ha lasciati proprio nel pieno del periodo di lockdown del 2020, quando il coronavirus aveva azzerato i contatti umani tra le persone. Non ha potuto essere salutato dal popolo leghista nel modo che avrebbe meritato. Un vero peccato. È nel cuore di tanti. “Titi” o il “Conte Zio” è nel mio cuore e nei miei pensieri.
*Edizione del 27 marzo 2022