Roberto, partiamo dai biancoblu: l'exploit finale con tanto di qualifica ai pre-playoff ha salvato la loro stagione?
Con l’arrivo di Janne Juvonen penso che le aspirazioni e le sensazioni in valle siano cambiate. Immediatamente ci si è resi conto delle sue enormi potenzialità e la differenza che c’era con i precedenti portieri. Riuscire a raggiungere i pre playoff ad un dato punto sembrava impossibile, solo Cereda e Duca ne erano convinti e, complimenti a loro, con cocciutaggine , in senso positivo, sono riusciti a non far rodere il fegato ai loro tifosi ma specialmente all’infaticabile presidenteLombardi.
Una stagione va però giudicata a 360 gradi, quindi...
È vero, Duca si butta anima e cuore per mettere a disposizione di Cereda il materiale umano per affrontare una stagione sportiva all’altezza delle aspettative, ma non sempre i conti tornano. Dopo un avvio in pompa magna, è arrivato un comprensibile calo. L’entusiasmo della nuova Gottardo Arena ha spinto un po’tutti oltre i limiti ma se i nuovi acquisti svizzeri si sono rilevati più che all’altezza, gli stranieri hanno deluso. Ma considerando tutti i presupposti, pandemia, nuova pista, nuovi leader (Pestoni, Burgler), la stagione è da considerarsi positiva.
Però gli stranieri...
Gli stranieri? Con tutta la concorrenza che esiste non è facile portare a casa un Kubalik ogni stagione. Chiaramente bisogna sceglierne diversi e buoni. Uno solo non basta, poiché un giocatore come Juuso Hietanen, campione olimpico, non è riuscito da solo a dare quella stabilità e quella qualità che i biancoblu avrebbero avuto bisogno per raggiungere immediatamente gli ambiziosi traguardi.
I derby persi: 13 su 14 in due anni (amichevoli comprese) sono una spina nel fianco.
L’emotività, la tradizione possono giocare un brutto scherzo, anche se chiaramente dal punto di vista prettamente tecnico, il Lugano qualcosa in più l’ha sempre avuto; sbrogliare la matassa bianconera non è mai stato facile. Per un allenatore come Luca Cereda staccarsi dalla partita, vederla e viverla in modo passivo per poter prendere decisioni, talvolta anche contro corrente, non è facile.
Note positive sul conto dei vari: Pestoni, Heim, McMillan e naturalmente dei fratelli Isacco e Zaccheo Dotti.
Tutti hanno dato il giusto apporto, ma direi in special modo Inti è riuscito ad indossare l’abito del trascinatore nei momenti opportuni e prendersi le proprie responsabilità, ciò che non poteva essere così evidente. Bene André Heim e i fratelli Dotti , sono un po' più perplesso e scettico nei confronti di Mc Millen, considerato che è uno straniero e il suo apporto avrebbe dovuto essere di maggior qualità. Ma una nota particolare la darei anche a Dario Bürgler: cacciato da Lugano sull’aerodromo di Quinto è riuscito a spiccare quel volo. Bravo.
Il gioco “pic e pala” alla fine paga?
Ognuno accende il camino con la legna che ha. Il materiale umano messo a disposizione allo staff tecnico, a confronto con le altre compagini è sempre inferiore, perciò il coach deve proporre un sistema di gioco che permetta di raggiungere degli obiettivi senza entrare in crisi alla prima pausa della Nazionale.
Il futuro? Come e dove operare sul mercato?
L’aver
investito su giocatori svizzeri di buon livello ha dato i suoi frutti, dunque perseverare: pochi ma buoni. Il tallone d’Achille rimangono gli stranieri e i regolamenti. La scelta del portiere sarà fondamentale.
Sotto col Lugano ora: stagione fallimentare?
Direi proprio di sì. Pur considerando tutte leattenuanti dovute alla situazione pandemica, non posso che essere deluso dal nono posto in classifica nella regular season: mi hanno sorpreso la mancanza di regolarità sia sul ghiaccio che fuori, una gestione degli stranieri poco logica, sportiva e locale (vedi portieri e giovani), un gioco irrazionale, casuale e prettamente fisico e una mancanza di continuità che non è la prerogativa d’una squadra che ambisce all’eccellenza. La condizione fisica, e lo si vedeva dai contrasti, la velocità nell’effettuare un passaggio, l’uno contro nello slot, sia difensivo che offensivo, non mi è sembrata ottimale.
Sotto col Lugano ora: stagione fallimentare?
Direi proprio di sì. Pur considerando tutte leattenuanti dovute alla situazione pandemica, non posso che essere deluso dal nono posto in classifica nella regular season: mi hanno sorpreso la mancanza di regolarità sia sul ghiaccio che fuori, una gestione degli stranieri poco logica, sportiva e locale (vedi portieri e giovani), un gioco irrazionale, casuale e prettamente fisico e una mancanza di continuità che non è la prerogativa d’una squadra che ambisce all’eccellenza. La condizione fisica, e lo si vedeva dai contrasti, la velocità nell’effettuare un passaggio, l’uno contro nello slot, sia difensivo che offensivo, non mi è sembrata ottimale.
Contro lo Zugo è stata dura.
Mi ha negativamente impressionato la gestione mentale delle partite, penalità, nervosismo in eccesso, qualità queste che possiedono i perdenti! Non è da Lugano, cara Vicky!
Coach Mc Sorley l’ha convinta?
No, non mi è mai piaciuto e non mi piacerà mai, anche se apprezzavo una sua inventiva tattica che purtroppo a Lugano non ho visto. Non penso che sia l’allenatore idoneo al progetto sostenuto da Vicky e Hnat Domenichelli; da troppi anni sulla scena, non penso abbia le qualità relazionali per confrontarsi con gli atleti del giorno d’oggi, che vanno aiutati serenamente nel raggiungere un obiettivo! Troppo volte ho visto giocatori non in grado di gestire delle situazioni sia dal punto di vista tecnico, tattico che mentale. E chi deve aiutare gli atleti se non il primo responsabile della gestione tecnica e i suoi collaboratori? I suoi svariati interessi, vedi progetti di Sierre, non gli permettono d’essere al 100% con anima, cuore e mente sulle rive del Ceresio.
Qual è il tecnico ideale per i bianconeri?
Personalmente m’aspetterei un allenatore alla Tangnes o alla Hedlund, facile dirlo no? A meno che non si voglia puntare su lo spirito bianconero ed avere il coraggio d’affidare la prima squadra a Luca Gianinazzi
A proposito: sembra che a Lugano i giovani giochino solo quando l’infermeria è piena.
Altro bel problema, si propone un progetto a lunga scadenza e quest’anno, che sarebbe stato l’anno ideale dal punto di vista sportivo, non si è avuto il coraggio d’inserirli. Hanno faticato a schierare due giovani di talento come Fatton e Fadani, immaginarsi gli altri. Dunque, si può dedurre che l’obiettivo era vincere immediatamente a tutti i costi, ciò che non è stato il caso. Non mi sembrava che ci fosse serenità d’intenti per far crescere il progetto, visto poi i buoni risultati della U 20.
Stranieri. giusto sacrificare Hudacek per Boedker?
Sono scelte che lasciano perplessi e chiaramente a bocce ferme ci si chiede il perché. Gli stranieri, con la girandola che v’è stata, non sono da Lugano, basta vedere la classifica marcatori nei play-off.
Partono Löffel, Bertaggia e Chiesa: un giudizio sui tre
Dopo le partenze di Bürgler, Lammer, Zangger e Sannitz, giocatori che avrebbero potuto far comodo anche quest’anno visto la panchina corta, ora ci sono altre tre perdite di peso; elementi che hanno dato l’anima per la causa bianconera. Vedremo come saranno sostituiti.
M.A.