Perde posizioni la Svizzera nell'indice della libertà di stampa. Nel report 2022 di Reporter senza frontiere emerge che la nostra Nazione scivola al 14esimo posto abbandonando la 'top ten'. Il calo è dovuto a un cambiamento metodologico, ma non solo. A influire sul risultato sono anche gli aspetti economici e legislativi.
Con questo 14esimo posto su 180, la Svizzera figura tra i Paesi in cui la situazione della libertà di stampa è giudicata “piuttosto buona”, mentre dal 2016 faceva parte dei dieci migliori in classifica, ha comunicato oggi RSF nel suo rapporto annuale. Nel complesso, la Confederazione rimane un paese sicuro per i giornalisti, dove l'ambiente politico rimane favorevole, viene sottolineato.
Tuttavia il paesaggio mediatico resta esposto a vari sviluppi
economici, come l'inesorabile riduzione della diversità delle testate e la diminuzione delle entrate. Il quadro legislativo presenta varie lacune, ritiene RSF. Il moltiplicarsi di provvedimenti provvisionali richiesti, e spesso ottenuti, contro i media dimostra che la Svizzera non è al riparo dalle cosiddette procedure “museruola”.
Un numero record di 28 paesi sono in una situazione considerata 'molto grave': dodici paesi, tra cui la Bielorussia (153.) e la Russia (155.) sono entrati a far parte della “lista rossa” della classifica. Tra i paesi più repressivi per la stampa figurano anche la Cina (175.), la Birmania (176.), il Turkmenistan (177.), l'Iran (178.esimo) e l'Eritrea (179.). Ultima in classifica è la Corea del Nord (180.). Sul podio invece Norvegia, che si piazza al primo posto, seguita nell'ordine da Danimarca e Svezia.