La speranza è l’ultima a morire, come si dice in questi casi. Chi mi conosce sa che da tempo ho due fissazioni: la convocazione di Bottani in nazionale e il titolo di capocannoniere per Ceesay. La prima è finalmente giunta e il secondo è arrivato a due gol dall’obiettivo. Questo per dire che non è mai troppo tardi nè per i sogni nè per le previsioni.
Lei aveva più volte detto che Mattia meritava la nazionale. Già nel 2016, prima degli Europei.
Ho seguito Mattia fin dai primi passi nel calcio professionistico e ho sempre ritenuto che giocatori con la sua classe e velocità, capaci di liberarsi in quel modo dell’avversario, di cambiare direzione e di calciare con ambedue i piedi con la stessa efficacia ce ne siano pochissimi in Svizzera. Mi sono quindi sempre meravigliato per le sue mancate convocazioni, tanto più che in questi anni ne sono passati di giocatori in maglia rossocrociata e non tutti con le qualità di Bottani. A suo sfavore ha forse giocato il fatto di vestire la maglia di un club ticinese oppure che i vari tecnici “ticinesi” che orbitavano nel giro della nazionale avessero quasi il timore di venir criticati per aver scelto un giocatore del Lugano a scapito di qualche svizzero tedesco.
Una convocazione che la dice lunga sulle qualità tecniche del giocatore: questa stagione è stata forse la migliore da quando gioca a Lugano. Merito di chi?
Più e prima ancora che sul piano calcistico, Mattia è maturato sul piano umano. E’ stato questo a mio avviso il “clic” determinante che gli ha garantito continuità di rendimento e tutta una serie di prestazioni di alto livello. I compagni gli hanno dato certezze mentre lo staff, con Croci Torti, Cao Ortelli e Townsend, lo ha messo nelle migliori condizioni dal profilo psicologico, tattico e fisico.
Arrivare in nazionale a 31 anni non è scontato: e non è nemmeno facile.
Nel calcio come nella vita non c’è nulla di facile. Più si alza l’asticella e maggiori sono le difficoltà. Ma Bottani ha dimostrato proprio quest’anno di saper convivere con le pressioni (pensiamo alle partite di Coppa svizzera) e di aver raggiunto la maturità necessaria per affrontare qualsiasi ostacolo. Sono certo che se messo alla prova risponderà alla grande anche in Nazionale.
Un po' di merito nella crescita di Bottani ce l’hanno Angelo Renzetti e Zdenek Zeman, vero?
Le sconfitte e gli insuccessi individuali e di squadra sono praticamente orfani mentre le vittorie hanno moltissimi padri. Non voglio attribuirmi alcun merito se non quello di aver sempre creduto in Mattia e di aver cercato in ogni modo di metterlo nelle migliori condizioni, rinnovandogli i contratti e la fiducia. Anche nei momenti di appannamento non l’ho
Lei aveva più volte detto che Mattia meritava la nazionale. Già nel 2016, prima degli Europei.
Ho seguito Mattia fin dai primi passi nel calcio professionistico e ho sempre ritenuto che giocatori con la sua classe e velocità, capaci di liberarsi in quel modo dell’avversario, di cambiare direzione e di calciare con ambedue i piedi con la stessa efficacia ce ne siano pochissimi in Svizzera. Mi sono quindi sempre meravigliato per le sue mancate convocazioni, tanto più che in questi anni ne sono passati di giocatori in maglia rossocrociata e non tutti con le qualità di Bottani. A suo sfavore ha forse giocato il fatto di vestire la maglia di un club ticinese oppure che i vari tecnici “ticinesi” che orbitavano nel giro della nazionale avessero quasi il timore di venir criticati per aver scelto un giocatore del Lugano a scapito di qualche svizzero tedesco.
Una convocazione che la dice lunga sulle qualità tecniche del giocatore: questa stagione è stata forse la migliore da quando gioca a Lugano. Merito di chi?
Più e prima ancora che sul piano calcistico, Mattia è maturato sul piano umano. E’ stato questo a mio avviso il “clic” determinante che gli ha garantito continuità di rendimento e tutta una serie di prestazioni di alto livello. I compagni gli hanno dato certezze mentre lo staff, con Croci Torti, Cao Ortelli e Townsend, lo ha messo nelle migliori condizioni dal profilo psicologico, tattico e fisico.
Arrivare in nazionale a 31 anni non è scontato: e non è nemmeno facile.
Nel calcio come nella vita non c’è nulla di facile. Più si alza l’asticella e maggiori sono le difficoltà. Ma Bottani ha dimostrato proprio quest’anno di saper convivere con le pressioni (pensiamo alle partite di Coppa svizzera) e di aver raggiunto la maturità necessaria per affrontare qualsiasi ostacolo. Sono certo che se messo alla prova risponderà alla grande anche in Nazionale.
Un po' di merito nella crescita di Bottani ce l’hanno Angelo Renzetti e Zdenek Zeman, vero?
Le sconfitte e gli insuccessi individuali e di squadra sono praticamente orfani mentre le vittorie hanno moltissimi padri. Non voglio attribuirmi alcun merito se non quello di aver sempre creduto in Mattia e di aver cercato in ogni modo di metterlo nelle migliori condizioni, rinnovandogli i contratti e la fiducia. Anche nei momenti di appannamento non l’ho
mai abbandonato né criticato e questo lui lo sa benissimo. Quanto a Zeman è stato sin dal primo giorno un suo grande estimatore. L’unico appunto che gli muoveva era che uno con le sue caratteristiche avrebbe dovuto segnare un maggior numero di reti. Anche in queste ore so che si è felicitato per interposta persona per la convocazione in Nazionale.
Eppure dicevano: Mattia Bottani non è un giocatore completo, non segna, negli ultimi 16 metri è scarso.
Quante se ne dicono nel mondo del calcio! Se ascoltassimo i salotti e le trasmissioni da bar dovremmo chiudere baracca. Passi per i tifosi che spesso si lasciano trascinare dai risultati, positivi o negativi che siano, ma i giornalisti dovrebbero riflettere maggiormente prima di dare certe pagelle o di liquidare questo o quel giocatore. Un grande allenatore ha recentemente dichiarato che se il mercato e le decisioni sui cambi di panchina fossero in mano ai giornalisti ogni settimana ne vedremmo delle belle.
Ora si gioca la Nations League. Secondo lei Mattia avrà spazio?
Spero proprio di sì. Le caratteristiche di Bottani, lo stato di forma e la sua età giocano a favore di un suo impiego almeno in uno spezzone di partita. Non si spiegherebbe altrimenti la sua convocazione.
Eppure dicevano: Mattia Bottani non è un giocatore completo, non segna, negli ultimi 16 metri è scarso.
Quante se ne dicono nel mondo del calcio! Se ascoltassimo i salotti e le trasmissioni da bar dovremmo chiudere baracca. Passi per i tifosi che spesso si lasciano trascinare dai risultati, positivi o negativi che siano, ma i giornalisti dovrebbero riflettere maggiormente prima di dare certe pagelle o di liquidare questo o quel giocatore. Un grande allenatore ha recentemente dichiarato che se il mercato e le decisioni sui cambi di panchina fossero in mano ai giornalisti ogni settimana ne vedremmo delle belle.
Ora si gioca la Nations League. Secondo lei Mattia avrà spazio?
Spero proprio di sì. Le caratteristiche di Bottani, lo stato di forma e la sua età giocano a favore di un suo impiego almeno in uno spezzone di partita. Non si spiegherebbe altrimenti la sua convocazione.
Guardando più avanti e in modo ambizioso: Mondiali alla sua portata?
Dipenderà molto da come andranno queste partite di Nations League. Sono fiducioso, spero di vedere Mattia ai Mondiali.
Chi sono i suoi più diretti concorrenti?
Mi pare di poter dire che giocatori con le sue caratteristiche, come ho detto in precedenza, non ce ne sono in giro molti. Oggi quasi più nessuno sa saltare l’uomo e nel calcio moderno ciò, assieme alle palle ferme, fa la differenza.
Presidente: per lei la convocazione di Bottani è una bella soddisfazione.
Sicuramente, come è stata una bella soddisfazione veder tornare in Ticino la Coppa Svizzera dopo quasi 30 anni. Significa che in fondo in questi anni non abbiamo seminato invano, che i sacrifici fatti hanno avuto un senso e che la decisione di cedere le azioni a Mansueto, togliendole ai dilettanti allo sbaraglio, si è rivelata avveduta.
Ha chiamato Bottani per complimentarsi con lui?
L’ho fatto immediatamente. A Mattia voglio bene quasi come a un figlio. Figuratevi se non ho gioito con lui per la convocazione.
Per concludere; ha visto Mansueto? E sul Lugano del futuro cosa può dirci?
Non ho incontrato Mansueto, probabilmente il programma della sua venuta in Ticino era molto carico. Quanto al Lugano sono ottimista, le difficoltà non mancheranno ma mi sembra che la dirigenza e soprattutto lo staff sappiano il fatto loro e riusciranno certamente a superarle.
M.A.