Un video con contenuti pedopornografici che circola in una chat di allievi di una scuola media è all'origine di un'interrogazione del granconsigliere Massimiliano Robbiani all'indirizzo del Consiglio di Stato. Secondo quanto si legge nell'interrogazione di Robbiani, i fatti sarebbero diventati di pubblico dominio dopo che alcuni genitori hanno ricevuto una lettera dalla direzione di una scuola media ticinese.
“La direzione della scuola media è venuta a conoscenza del fatto che nella chat WhatsApp di almeno due classi della nostra scuola sono stati postati dei video a carattere pedopornografico” si legge nella lettera ricevuta la settimana scorsa dai genitori degli allievi di un istituto scolastico ticinese. La direzione, stando allo scritto, ne è venuta a conoscenza lo scorso 19 ottobre e il giorno dopo ha scritto alle famiglie degli studenti. “Temiamo, purtroppo, che anche nelle chat delle altre classi questi video siano stati condivisi. Non sappiamo chi dei vostri figli abbia visionato questo materiale, ma ad ogni modo vi invitiamo a parlarne con vostro/a figlio/a per valutare se e come il suo benessere emotivo sia stato turbato da questi video”.
Nella lettera inviata dall'istituto scolastico alle famiglie l'istituto interessato dal caso afferma di star pensando di "organizzare degli interventi mirati con le classi per affrontare questa emergenza" oltre alle abituali attività di prevenzione.
Quanto accaduto ha portato il deputato leghista Massimiliano Robbiani ad interrogare il Consiglio di Stato. Tre le domande poste al governo: “Fatti simili all’interno delle nostre infrastrutture scolastiche è cosa rara, o avviene frequentemente? Se sì, a parte ad avvisare i genitori delle allieve e degli allievi, come si sta muovendo il DECS per contrastare questo fenomeno? Il DECS ha i mezzi adatti per farlo? Se si, quali?”
“La direzione della scuola media è venuta a conoscenza del fatto che nella chat WhatsApp di almeno due classi della nostra scuola sono stati postati dei video a carattere pedopornografico” si legge nella lettera ricevuta la settimana scorsa dai genitori degli allievi di un istituto scolastico ticinese. La direzione, stando allo scritto, ne è venuta a conoscenza lo scorso 19 ottobre e il giorno dopo ha scritto alle famiglie degli studenti. “Temiamo, purtroppo, che anche nelle chat delle altre classi questi video siano stati condivisi. Non sappiamo chi dei vostri figli abbia visionato questo materiale, ma ad ogni modo vi invitiamo a parlarne con vostro/a figlio/a per valutare se e come il suo benessere emotivo sia stato turbato da questi video”.
Nella lettera inviata dall'istituto scolastico alle famiglie l'istituto interessato dal caso afferma di star pensando di "organizzare degli interventi mirati con le classi per affrontare questa emergenza" oltre alle abituali attività di prevenzione.
Quanto accaduto ha portato il deputato leghista Massimiliano Robbiani ad interrogare il Consiglio di Stato. Tre le domande poste al governo: “Fatti simili all’interno delle nostre infrastrutture scolastiche è cosa rara, o avviene frequentemente? Se sì, a parte ad avvisare i genitori delle allieve e degli allievi, come si sta muovendo il DECS per contrastare questo fenomeno? Il DECS ha i mezzi adatti per farlo? Se si, quali?”