Dall'introduzione della libera circolazione delle persone nel 2002, la popolazione svizzera è cresciuta due volte più velocemente di quella della Gran Bretagna o della Francia e addirittura venti volte più velocemente di quella della Germania, analizza la "SonntagsZeitung". In vent'anni, l'aumento è del 20%, che corrisponde a un incremento di 1,4 milioni di persone. Di conseguenza, si prevede che il numero di abitanti raggiungerà quota 9 milioni entro la fine del 2023.
Se da una parte, sottolinea il domenicale svizzerotedesco, questa crescita demografica è espressione di un'economia fiorente e segno che la qualità della vita è elevata vi è anche un lato negativo: lo spazio abitativo diventa sempre più scarso e costoso, le infrastrutture sono sotto pressione e l'integrazione di così tanti stranieri diventa sempre più difficoltoso.
Per lo storico dell'economia zurighese Tobias Straumann, la tendenza a lungo termine è preoccupante. "L'economia dice di aver bisogno di tutti i lavoratori qualificati in modo che anche la produttività possa aumentare. Ma questo non è vero, la produttività per dipendente in Svizzera sta aumentando a un tasso inferiore alla media. Questo significa che stiamo impiegando più persone di quelle di cui abbiamo realmente bisogno", afferma Straumann.
L'immigrazione potrebbe quindi diventare uno dei temi principali delle elezioni del 2023. L'UDC ha già annunciato il lancio di una nuova iniziativa popolare per limitare l'immigrazione. La proposta, denominata “Iniziativa per lo sviluppo sostenibile”, mira a evitare che la popolazione residente permanente in Svizzera superi la soglia dei 10 milioni entro il 2050.