Sport, 24 febbraio 2023

“C’è ancora tanto da fare ma la strada è quella giusta”

Federico Pagani, leader del Lugano, società che si sta rinnovando

LUGANO - Federico Pagani da otto anni è uno dei leader indiscussi dei Lugano Sharks, unica società ticinese presente nell’élite della pallanuoto nazionale. D’altra parte, con un passato sportivo come il suo - ha giocato per tanti anni nella Rari Nantes Florentia - il centrovasca comasco non poteva non vestire i panni del protagonista. Ma non solo: è un esempio da seguire per i giovani che vogliono imparare e sfondare in questa disciplina di fatica e sofferenza, che alla città di Lugano e al Ticino ha regalato grandissime soddisfazioni. Per chi non lo sapesse dal 1970 ad oggi il club ceresiano ha vinto 17 campionati e 8 coppe svizzere. Nessuno, nel nostro cantone, vanta un simile palmares! Federico, giocatore nonché tecnico degli Sharks (allena i giovani) e impiegato presso AIL-Servizi, sembra stia vivendo una seconda gioventù agonistica. Nei giorni scorsi lo abbiamo incontrato. “Non capita spesso di essere intervistato, purtroppo la pallanuoto è uno sport con poco seguito mediatico, anche se a livello internazionale si sta evolvendo; gli ultimi eventi (Europei e Mondiali) hanno avuto un grande seguito, la strada è quella giusta” afferma Pagani. Che aggiunge: “Il nostro club è uno dei più vincenti del paese: 17 titoli e 8 Coppe svizzere non sono mica una bazzecola”.


Federico: perché un giovane dovrebbe avvicinarsi alla pallanuoto? 
Perché la pallanuoto è una disciplina bellissima che insegna i veri valori dello sport, abitua i giovani al lavoro quotidiano al fine di raggiungere obbiettivi personali e di squadra.


Uno sport di fatica, con basi e principi solidi. Eppure in Svizzera di solo pallanuoto non si vive. Come si dovrebbe fare per cambiare questa situazione?
Sicuramente la pallanuoto è uno sport che a livello economico non permette di poter vivere solo di questo, il lavoro da fare è tanto per poter far crescere il settore. A livello locale bisogna includere le istituzioni e attirare il pubblico con degli eventi mirati; abbiamo la fortuna di avere la piscina più bella della Svizzera, dobbiamo sfruttare tutto questo. 



Viene da un campionato, quello italiano, fra più forti al mondo. Ci racconti la sua esperienza.
Sono nato e cresciuto a Como, città lacuale e quindi dall’età di sette anni ho giocato nella locale società di nuoto, nella quale ho fatto tutta la trafila delle giovanili e all’età di 17 anni mi sono trasferito a Firenze per giocare nel massimo campionato, grazie al quale mi sono state aperte le porte della nazionale. Ho infatti partecipato a due campionati Europei e un Mondiale in Argentina.


Florentia: uno dei club più prestigiosi d’Italia.
Il periodo a Firenze è stato bellissimo, una società storica, una città tra le più belle al mondo. A livello sportivo abbiamo ottenuto grandi risultati e negli anni si è creato un grande gruppo. 


Veniamo al Lugano: ultimamente ha rinnovato la dirigenza: segno che sono cambiati anche i modi di interpretare la competizione e lo sport? 
Quest’anno c’è stato un grande cambiamento in società, sono state inserite nuove figure con nuove idee, questo ha portato entusiasmo e rinnovamento, sicuramente è una cosa positiva.


A proposito : com’è arrivato a Lugano?
Grazie al nostro ex allenatore Gianfranco Salvati, che mi ha proposto un bel progetto. Nei primi anni abbiamo praticamente vinto tutto. 


Come si sta nel club ceresiano?
Molto bene, c’è tanto lavoro da fare ma abbiamo tutti gli strumenti per poter portare avanti qualcosa di importante. C’è grande entusiasmo. 


Lei è un leader incontrastato. Un punto di riferimento per i giovani.
Ormai il mio percorso da atleta sta volgendo al termine, sono contento di poter condividere con i giovani tutta l’esperienza e la mentalità maturata in 20 anni di campionati a livello professionistico.


Il Lugano è da titolo?
Quest’anno non abbiamo obbiettivi, la squadra è stata rinnovata e dobbiamo abituare i giovani allo stress e al lavoro giornaliero. Di certo se ci dovessimo trovare nelle prime posizioni non ci tireremo indietro.


Un giudizio sulla squadra.
Abbiamo perso pedine fondamentali e inserito molti giovani. Abbiamo ingaggiato Tommaso Busilacchi, un ragazzo italiano molto forte che gioca come centro boa. Ci sta aiutando molto e si è integrato perfettamente nel gruppo.

A.M.

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