CLUJ (Romania) – Tre partite ufficiali, 1 gol. Tre partite ufficiali, 2 sconfitte e 1 pareggio per 0-0. Il trend negativo che il Lugano si porta dietro da gennaio – quando era in vetta alla classifica di Super League – non riesce a interrompersi, neanche al termine della miglior prestazione della stagione 2025/26, neanche dopo aver dominato i rumeni del Cluj sull’arco dei 210’, neanche dopo aver segnato 2 reti – annullate entrambe dal VAR –, perché per mettere KO questo Lugano basta poco, anche una mezza capocciata su calcio d’angolo che si infila tra il braccio di Steffen e il palo. In questo momento basta davvero poco per far del male alla formazione bianconera e mandarla al tappeto.
Ora, sul cammino europeo del Lugano ci sarà nuovamente il Celje, che lo scorso marzo mandò in frantumi i sogni continentali dei bianconeri al termine di una sfida andata-ritorno da matti. Saranno nuovamente gli sloveni allenati da Riera a decidere se la squadra di Mattia Croci-Torti potrà nuovamente godersi e vivere l’emozione della Conference League o dovrà pensare solo al campionato e alla Coppa Svizzera. Sarà nuovamente il Celje a definire se l’amara serata di Cluj è stata solo un viatico verso la gioia di giocare la Conference o un lento declino verso l’eliminazione da tutte le coppe europee.
Qualcosa in questo Lugano sembrerebbe non funzionare come dovrebbe e anche le parole di Mattia Zanotti, più di quelle del Crus, a fine partita dovrebbero far riflettere. L’esterno italiano – non particolarmente brillante ieri in Romania – ha parlato di “esami di coscienza”, di mancanza di cattiveria degli ultimi 20 m, di reti subite al primo mezzo tiro incassato. Insomma, il terzino che potrebbe lasciare Lugano durante questa finestra di mercato (il club chiede ben 10'000'000 per il suo cartellino) ha fotografato in maniera precisa la situazione che sta vivendo la squadra.
È anche vero che ultimamente la fortuna non bacia sicuramente i bianconeri, che ieri sera hanno anche trovato per ben due volte la via della rete con Behrens – il suo acquisto sembrerebbe davvero azzeccato, vista la sua fisicità, le sue qualità balistiche, la propensione al sacrificio e al gioco di sponda che è in grado di saper compiere, favorendo i suoi compagni – ma entrambe le volte la VAR ha spento gli entusiasmi, prima per un fallo di mano davvero involontario e impercettibile, poi per un fuorigioco millimetrico. Come se non bastasse, nei supplementari è anche arrivata la traversa spettacolare di Bislimi. Il tutto a sugellare un dominio totale, quantomeno nei 90’ regolari, mentre nei supplementari i padroni di casa hanno tentato di rendersi un po’ più pericolosi, ma a parte la rete realizzata e un palo colto con un tiro dal limite, dalle parti di Saipi non si sono praticamente mai fatti vedere.
Ora il Lugano deve cercare di fare quadrato, di fare pulizia nella propria testa anche perché domenica ci sarà la complicatissima trasferta di Sion e dopo la sconfitta incassata lo scorso weekend dal Thun, Bottani e compagni non possono proprio sbagliare. Ci sarà bisogno di tutti, non solo del superlativo Mai visto ieri sera, non solo di un Bislimi vero uomo in più a centrocampo, ma anche di un Alioski assolutamente negativo nella serata di Cluj: il macedone fatica dannatamente ad assomigliare all’esterno d’attacco che aveva fatto innamorare di sé tutta Lugano qualche anno fa.