Piero Alari: il suo è un impegno a 360 gradi.
Sono ormai 16 anni che dirigo il movimento scolari cantonale, il Kids Tour. Agli inizi questa era una esperienza nuovissima in campo ticinese e non sapevamo che cosa sarebbe successo. Non era scontato che si riuscisse nell’intento di creare una base per il nostro sport. A distanza di anni mi rendo conto che ci avevamo visto giusto. Per me vedere questi ragazzini di 6/7 anni effettuare le loro prime corse, è una grande soddisfazione.
Il 2022 è stato un anno tutto sommato positivo.
Abbiamo introdotto la classifica generale con tanto di maglia di leader per le ragazze ed inserito alcune prove al di fuori del calendario scolastico consueto. E poi: lo stesso giorno della tappa ticinese del Tour del Suisse 2022 abbiamo organizzato una prova dei nostri piccoli corridori. A fine luglio a Lugano, in concomitanza con una kermesse di professionisti, i nostri Kids hanno potuto ammirare i vari Roglic, Ganna e Nibali. Inoltre: abbiamo avuto una crescita di adesioni e di consensi.
Un punto di forza del Kids Tour?
Il fatto che i ragazzini e le ragazzine possono cimentarsi nelle varie discipline e non solo nella strada. In Ticino siamo stati i fautori di questa multidisciplinarietà. I tempi sono cambiati e ora i giovani puntano anche sulla mountain bike e sulla pista. Per questo motivo abbiamo ritenuto che era giusto aprire a tutte le categorie del ciclismo moderno.
Diamo uno sguardo al futuro: è possibile ipotizzare che da questa categoria un giorno usciranno dei corridori in grado di accedere a livelli importanti?
Innanzitutto ci tengo a dire che la nostra attività è una sorta di scuola di vita: i ragazzi devono considerare il ciclismo un divertimento, devono imparare a stare con gli altri e sviluppare la mente e il corpo. E in questo senso invito sempre i genitori a non mettere troppa pressione sui loro figli. Ci vuole una crescita sana. Detto ciò posso dire che dal Kids Tour sono usciti due atleti di spessore quali Filippo Colombo, ora impegnato anche nelle grandi classiche del Nord (a proposito: auguri di pronta guarigione, ndr)e Linda Zanetti, passata quest’anno al professionismo. Entrambi arrivano dalla mountain bike ma hanno già dimostrato di saper destreggiarsi bene anche su strada.
Per Piero Alari grandi soddisfazioni, insomma.
Vivo questa esperienza con grande trasporto. E il vedere realizzare questo progetto partito 16 anni fa, mi fa un enorme piacere. Quando vedo questi ragazzini allineati sulla linea di partenza, mi vengono in mente i tempi di quando ragazzino mi avvicinavo timidamente alle corse.
Che cosa dobbiamo aspettarci dal Kids Tour in futuro?
Siamo entrati nel diciassettesimo anno dalla creazione del progetto, un progetto che ritengo collaudato ma pure in continua evoluzione, come deve essere ogni cosa dello sport. Abbiamo saputo superare momenti difficili come la pandemia e questo è già un gran risultato. Non era facile rimettersi in moto e trovare gli stimoli giusti.
Un punto di forza del Kids Tour?
Il fatto che i ragazzini e le ragazzine possono cimentarsi nelle varie discipline e non solo nella strada. In Ticino siamo stati i fautori di questa multidisciplinarietà. I tempi sono cambiati e ora i giovani puntano anche sulla mountain bike e sulla pista. Per questo motivo abbiamo ritenuto che era giusto aprire a tutte le categorie del ciclismo moderno.
Diamo uno sguardo al futuro: è possibile ipotizzare che da questa categoria un giorno usciranno dei corridori in grado di accedere a livelli importanti?
Innanzitutto ci tengo a dire che la nostra attività è una sorta di scuola di vita: i ragazzi devono considerare il ciclismo un divertimento, devono imparare a stare con gli altri e sviluppare la mente e il corpo. E in questo senso invito sempre i genitori a non mettere troppa pressione sui loro figli. Ci vuole una crescita sana. Detto ciò posso dire che dal Kids Tour sono usciti due atleti di spessore quali Filippo Colombo, ora impegnato anche nelle grandi classiche del Nord (a proposito: auguri di pronta guarigione, ndr)e Linda Zanetti, passata quest’anno al professionismo. Entrambi arrivano dalla mountain bike ma hanno già dimostrato di saper destreggiarsi bene anche su strada.
Per Piero Alari grandi soddisfazioni, insomma.
Vivo questa esperienza con grande trasporto. E il vedere realizzare questo progetto partito 16 anni fa, mi fa un enorme piacere. Quando vedo questi ragazzini allineati sulla linea di partenza, mi vengono in mente i tempi di quando ragazzino mi avvicinavo timidamente alle corse.
Che cosa dobbiamo aspettarci dal Kids Tour in futuro?
Siamo entrati nel diciassettesimo anno dalla creazione del progetto, un progetto che ritengo collaudato ma pure in continua evoluzione, come deve essere ogni cosa dello sport. Abbiamo saputo superare momenti difficili come la pandemia e questo è già un gran risultato. Non era facile rimettersi in moto e trovare gli stimoli giusti.
MDD