Un cittadino iraniano che soggiorna illegalmente in Svizzera e che ha alle spalle diversi precedenti penali, non può essere espulso secondo una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU). Secondo il tribunale con sede a Strasburgo, la Svizzera ha violato il diritto alla privacy di un uomo iraniano ordinandone l'allontanamento nel 2018. Nonostante i gravi reati penali, le circostanze richiedevano che gli fosse concesso un permesso di soggiorno.
In una sentenza resa nota martedì, la CEDU ha stabilito che la Svizzera ha violato l'articolo 8 della Convenzione (diritto al rispetto della vita privata). La Corte ritiene che le argomentazioni addotte dalle autorità svizzere per ordinare l'espulsione di quest'uomo, ora 83enne, fossero insufficienti.
Nel 2018 il Tribunale federale aveva rifiutato di concedere un permesso di soggiorno per pensionati al ricorrente, che era entrato in Svizzera nel 1969 e aveva un permesso di domicilio dal 1979. Condannato a un totale di cinque anni di reclusione tra il 1988 e il 2004, avrebbe dovuto essere espulso più volte, decisioni che alla fine non sono state eseguite. Ancora oggi risiede illegalmente in Svizzera.