Ma non solo: dopo il cambio di proprietà (con l’arrivo cioé di Joe Mansueto) è arrivata anche la bellissima vittoria in Coppa Svizzera dello scorso anno. È tornato l’ entusiasmo, è tornata la gioia di andare a Cornaredo, anche se le affluenze non sono ancora quelle che meriterebbe la squadra. E così, pian piano, il FC Lugano ha avvicinato, nel cuore della gente, l’HC Lugano, al punto che ne medita (sportivamente parlando) il sorpasso. Ma i tempi sono maturi? Il cambiamento è possibile? Lo abbiamo chiesto a dirigenti, tifosi e giornalisti di casa nostra per capirne di più. Fra questi l’ ex presidente Angelo Renzetti, la cui risposta è tutta da leggere.
LE DOMANDE
1. Negli ultimi anni il Football Club Lugano è cresciuto tantissimo a livello di risultati e organizzazione societaria. Merito del presidente Renzetti e della nuova proprietà. Un grande passo avanti che lo porta ora a insidiare la posizione di preminenza dell’Hockey Club Lugano in città e nel cuore dei tifosi. Possiamo dire allora che il calcio sta spodestando l’hockey?
2. Con il nuovo stadio ci potrebbe essere il sorpasso?
3. Eppure a livello di affluenza il FC Lugano è ancora indietro. Quindi?
ANGELO RENZETTI - Ex presidente FC Lugano
1. Mi sembra fuorviante porre la questione in questi termini. Anzi: arriverei a dire che, anche se giornalisticamente può essere un tema, in realtà non c’è nessuna competizione. Dobbiamo essere contenti, come luganesi e ticinesi, che vi siano persone come Joe Mansueto e Geo Mantegazza (e ora sua figlia Vicki) che portano avanti le loro passioni con attitudine filantropica permettendo a tutta la popolazione di beneficiarne.
2. Ripeto che non vedo la questione in termini di rivalità. Prendiamoci con soddisfazione il nuovo stadio (e relativo palazzetto) e teniamoceli stretti, considerandoci finalmente al passo con i tempi. Speriamo che l’HC Lugano continui ad andar bene e che la famiglia Mantegazza sia sempre interessata a portare avanti il discorso perché in caso contrario sì che sorgerebbero dei problemi.
3. Le partite di calcio non si giocano in settimana, in un giorno anonimo, alle 19, quando può essere bello andare in pista al calduccio e ritrovarsi con altri amici. Si gioca in un contesto dove ci sono le TV che mostrano tutte le partite, il calcio regionale con decine di appuntamenti concomitanti e altri interessi alternativi da week-end a disposizione delle famiglie, oltre a uno stadio che è tutto meno che accogliente. Penso che questa sorta di sondaggio abbia inoltre una matrice sbagliata. Bisognerebbe fare un plauso alle persone che ci mettono del loro perché una cosa è certa: nella gestione di una società non ci guadagna nessuno o meglio ci guadagniamo noi abitanti, spettatori e appassionati. Non certo i finanziatori: il nostro esiguo territorio non li potrà mai ripagare dei sacrifici che fanno e dei milioni che ci mettono.
FABIO SCHNELLMANN - Presidente TicinoCycling e tifoso HCL e FCL
1. Il Lugano calcio sta ora recuperando – grazie agli ottimi risultati degli ultimi anni – quei tifosi che si erano un po’ persi quando la squadra disputava campionati anonimi nell’allora Lega Nazionale B. Dire ora se andrà a spodestare a livello d’interesse l’HCL è prematuro; certo è che se la crescita di risultati e di interesse dovesse ulteriormente aumentare questa possibilità esiste.
2. Il nuovo stadio sarà certamente più confortevole ed ospitale e contribuirà a portare più gente a Cornaredo. Le dirigenze di HCL e FCL dovranno parlarsi per creare un abbonamento unico che garantisca l’accesso ai due stadi. Non dovranno esserci rivalità ma bensì sinergie.
3. Faccio davvero fatica a capirlo: in 12'000 vanno a Berna e in meno di 3'000 seguono il Lugano in casa (per fortuna abbiamo sempre molti tifosi ospiti). Se la squadra continuerà così e con l’arrivo del nuovo stadio penso sia auspicabile avere una media partita attorno alle 5'000 persone. Io ci credo !
OMAR GARGANTINI - Giornalista RSI-Radio
1. No, non ancora perlomeno. Sono ancora troppi i tifosi occasionali dell’FCL. Soprattutto tra i giovani l’hockey continua ad essere un richiamo predominante. Poi, evidentemente, il nuovo stadio ed eventuali risultati di assoluto prestigio potrebbero portare ad un avvicinamento.
2. Sarebbe ingenuo pensare che col nuovo stadio il numero di spettatori aumenterà per inerzia. Sarei molto sorpreso se dagli attuali 3 mila di media si arrivasse oltre i 4 mila.
3. Il calcio a Lugano esaurito il boom degli anni 60-70 ha sempre faticato ad agganciare nuovi tifosi. Il fatto che il Ticino offra molte alternative nell’individuare una squadra del cuore e che ci sia pure la fortissima concorrenza dell'Italia non aiuta.
PATRICK DELLA VALLE - Giornalista Teleticino
1. Non siamo ancora giunti a questo punto anche se certamente il divario si è assottigliato. La popolarità di Croci Torti in questo senso sta giocando un ruolo fondamentale: il tifoso si identifica in lui e in lui ritrova un punto di riferimento. Non da ultimo contano i risultati: il calcio ne sta ottenendo più dell’hockey.
2. Dipende a cosa si fa riferimento: a livello di presenze alle partite è comunque difficile immaginarsi un Cornaredo costantemente sopra le 6mila unità. Il discorso invece cambia se affrontiamo la tematica dal punto di vista del valore a 360 gradi del club e del peso che potrà avere nel panorama sportivo nazionale.
3. Sì, ma l’interesse esiste ed è grande. Basti osservare come sono seguite trasmissioni come il nostro Fuorigioco. Alla dirigenza bianconera toccherà il compito di tradurre questa curiosità in biglietti e abbonamenti venduti.
CARLO SCOLOZZI - Giornalista Eco dello Sport
1. Alla luce dei risultati conseguiti, sicuramente. Il FC Lugano ha infatti un respiro internazionale che manca all’HC Lugano. Sia perché la proprietà è americana, sia per la partecipazione quasi assidua alle Coppe Europee.
2. È molto probabile, in quanto le infrastrutture sono l’ultimo tassello che manca all’FC per essere davvero completo. A quel punto il solco con l’hockey sarebbe tracciato.
3. Colpa di uno stadio vetusto e pensato unicamente per il calcio e l’atletica, quando al giorno d’oggi negli impianti calcistici impazzano i ristoranti, i negozi e chi più ne ha più ne metta. L’unico tassello che manca al FC Lugano per comporre il suo puzzle vincente è davvero solo lo stadio. Che oggi non è più una componente, ma un fattore imprescindibile.
FERNANDO CORTI - Tifoso FCL e HCL
1. Assolutamente no. L’hockey offre ancora migliori condizioni climatiche, di orari e comfort interno e d’accesso alla pista. Nel calcio si gioca in piena estate alle 14.00 o in inverno alle 20.00. Inoltre basti paragonare i giocatori delle rispettive rose. Nell’hockey ai giovani del vivaio sono affiancati stranieri provenienti dalla NHL o che fanno parte delle nazionali campioni del mondo. Il livello è altissimo. Nel calcio finalmente dopo 40 anni tribolati si respira serenità e ambizione, ma di Mauro Galvao ne è arrivato uno e uno rimarrà. Si sogna ad occhi aperti, ma la strada è ancora lunga. Sono i calciofili che non seguono l’hockey che hanno ritrovato la strada per Cornaredo tradendo un po’ San Siro o lo Stadium di Torino, finora mete fisse.
2. Chi andrà a vedere il calcio nel nuovo stadio troverà ciò che ha sempre ammirato altrove. Diretto contatto con il terreno da gioco, proposte di ristorazione diverse, acustica coinvolgente e comfort. Ma se la squadra gioca male o non vince, il pubblico rimarrà a casa e allo stadio andranno solo i tifosi.
3. Lo struttura non aiuta e ci vuole pazienza. La capienza di Cornaredo è di 6'330 spettatori di cui 3'700 seduti. Forse le due tribune a ridosso del campo potranno incuriosire qualcuno. Mi piace però evidenziare come il pubblico sia cambiato. Ora incontro famiglie con sciarpe, bandiere, maglie dei giocatori indossate con fierezza, una maggior diversificazione generazionale e, non da ultimo, la curva degli ultras che è sempre meglio frequentata.
MAURO BOTTI - Giornalista Il Mattino
1. Il grande lavoro di Renzetti e della nuova proprietà va assolutamente riconosciuto. Detto questo, non penso ci sia una competizione tra i due sport: l’HCL è ancora la società che, vincendo o perdendo, regala più emozioni.
2. Forse all’inizio, ma il pubblico calcistico a Lugano è sempre stato altalenante: ora c’è il boom per la finale di Coppa e la buona prestazione in campionato… Ma poi? Anche con la costruzione della tribuna Monte Brè ci si aspettava un afflusso di pubblico maggiore. Così non è stato.
3. È quello che ho detto prima. Secondo me, si può ritornare a discutere di “amore” per l’FCL dopo la finale di coppa e all’inizio del prossimo campionato… Vedremo se Cornaredo ritornerà a riempirsi come ai tempi del grande Otto Luttrop.
RED.
3. Sì, ma l’interesse esiste ed è grande. Basti osservare come sono seguite trasmissioni come il nostro Fuorigioco. Alla dirigenza bianconera toccherà il compito di tradurre questa curiosità in biglietti e abbonamenti venduti.
CARLO SCOLOZZI - Giornalista Eco dello Sport
1. Alla luce dei risultati conseguiti, sicuramente. Il FC Lugano ha infatti un respiro internazionale che manca all’HC Lugano. Sia perché la proprietà è americana, sia per la partecipazione quasi assidua alle Coppe Europee.
2. È molto probabile, in quanto le infrastrutture sono l’ultimo tassello che manca all’FC per essere davvero completo. A quel punto il solco con l’hockey sarebbe tracciato.
3. Colpa di uno stadio vetusto e pensato unicamente per il calcio e l’atletica, quando al giorno d’oggi negli impianti calcistici impazzano i ristoranti, i negozi e chi più ne ha più ne metta. L’unico tassello che manca al FC Lugano per comporre il suo puzzle vincente è davvero solo lo stadio. Che oggi non è più una componente, ma un fattore imprescindibile.
FERNANDO CORTI - Tifoso FCL e HCL
1. Assolutamente no. L’hockey offre ancora migliori condizioni climatiche, di orari e comfort interno e d’accesso alla pista. Nel calcio si gioca in piena estate alle 14.00 o in inverno alle 20.00. Inoltre basti paragonare i giocatori delle rispettive rose. Nell’hockey ai giovani del vivaio sono affiancati stranieri provenienti dalla NHL o che fanno parte delle nazionali campioni del mondo. Il livello è altissimo. Nel calcio finalmente dopo 40 anni tribolati si respira serenità e ambizione, ma di Mauro Galvao ne è arrivato uno e uno rimarrà. Si sogna ad occhi aperti, ma la strada è ancora lunga. Sono i calciofili che non seguono l’hockey che hanno ritrovato la strada per Cornaredo tradendo un po’ San Siro o lo Stadium di Torino, finora mete fisse.
2. Chi andrà a vedere il calcio nel nuovo stadio troverà ciò che ha sempre ammirato altrove. Diretto contatto con il terreno da gioco, proposte di ristorazione diverse, acustica coinvolgente e comfort. Ma se la squadra gioca male o non vince, il pubblico rimarrà a casa e allo stadio andranno solo i tifosi.
3. Lo struttura non aiuta e ci vuole pazienza. La capienza di Cornaredo è di 6'330 spettatori di cui 3'700 seduti. Forse le due tribune a ridosso del campo potranno incuriosire qualcuno. Mi piace però evidenziare come il pubblico sia cambiato. Ora incontro famiglie con sciarpe, bandiere, maglie dei giocatori indossate con fierezza, una maggior diversificazione generazionale e, non da ultimo, la curva degli ultras che è sempre meglio frequentata.
MAURO BOTTI - Giornalista Il Mattino
1. Il grande lavoro di Renzetti e della nuova proprietà va assolutamente riconosciuto. Detto questo, non penso ci sia una competizione tra i due sport: l’HCL è ancora la società che, vincendo o perdendo, regala più emozioni.
2. Forse all’inizio, ma il pubblico calcistico a Lugano è sempre stato altalenante: ora c’è il boom per la finale di Coppa e la buona prestazione in campionato… Ma poi? Anche con la costruzione della tribuna Monte Brè ci si aspettava un afflusso di pubblico maggiore. Così non è stato.
3. È quello che ho detto prima. Secondo me, si può ritornare a discutere di “amore” per l’FCL dopo la finale di coppa e all’inizio del prossimo campionato… Vedremo se Cornaredo ritornerà a riempirsi come ai tempi del grande Otto Luttrop.
RED.