Una donna di 48 anni residente nel canton Berna è stata multata di 200 franchi svizzeri per aver aver indossato un uniforme militare con la mimetica ufficiale, comprese le insegne di grado, per partecipare a una festa in maschera a casa di amici quasi tre anni fa. Non avendo mai prestato servizio militare, questo travestimento non era legale.
Se la multa è perlomeno singolare, anche il modo in cui la polizia è risalita alla trasgressione è interessante. Alla Berner Zeitung, la donna in questione spiega come questa delicata questione le si sia ritorta contro. Secondo il suo racconto, lo scorso marzo si era recata in una stazione di polizia per denunciare dei commenti razzisti pubblicati su Internet. Quando ha chiesto informazioni sulla procedura di denuncia, l'agente le ha risposto che c'erano questioni più urgenti.
Determinata ad andare fino in fondo, la donna è tornata qualche giorno dopo per presentare una denuncia formale. Lo stesso agente le ha mostrato una foto stampata che la ritraeva in un giardino, in tenuta militare. Il poliziotto le disse allora che si trattava di un reato perseguito d'ufficio e che quindi era obbligato a presentare a sua volta una denuncia.
La 48enne sospetta che, dopo la prima visita alla stazione di polizia, l'agente abbia cercato online e abbia trovato questa foto pubblicata quasi tre anni prima su Instagram. La polizia di Berna ha confermato questa ipotesi alla "Berner Zeitung". L'agente ha deciso di fare una ricerca su Google "per farsi un'idea di questa persona", ha scritto la polizia. Non si tratta certo di una procedura standard, ma se, come in questo caso, è prevista un'udienza, è perfettamente possibile verificare come e dove la persona che ha presentato la denuncia appare pubblicamente su Internet, continuano le autorità.
La donna bernese trova preoccupante che, dopo aver denunciato un possibile reato, si ritrovi a sua volta denunciata: "È un brutto segnale per le vittime".