Claudio: a livello statistico meglio di lei ha fatto solo Renato Fontana.
Non saprei dire. Non nutro grande interesse per le cifre o i primati. E poi Renato è il simbolo per eccellenza di questa società, uno dei padri fondatori, un personaggio unico che ha segnato profondamente la storia del Rapid. Posso soltanto dire che sono orgoglioso di dirigere un club che un tempo era guidato da uno come lui.
Lei è arrivato al Rapid 35 anni fa.
Avevo finito l’università e volevo cimentarmi nella formazione di giovani calciatori. È sempre stato un mio pallino. Così ho cominciato ad allenare e debbo dire che questa attività mi ha dato tantissime soddisfazioni. Ho conosciuto persone e tecnici di grande spessore quali Corrado Piattini, Angelo Fassora, Danilo Rizzi, Fabrizio Badiali, tanto per fare dei nomi. E ho visto crescere giocatori di grande talento quali Mattia Bottani, Henri Siqueira Barras o Marco Padalino, formati proprio nel nostro settore giovanile.
Lei però prima di entrare nel mondo del calcio, sognava di fare il musicista.
Da ragazzo suonavo il clarinetto della banda di Mendrisio. Avrei voluto coltivare maggiormentequesta passione. Ma ogni tanto nella vita bisogna scegliere e allora ho scelto il calcio. E non me ne pento.
Tornando al Rapid: in Ticino ha fatto scuola.
Direi di sì. Da noi possono iscriversi piccoli calciatori, dotati o meno di talento, e noi cerchiamo di trasmettere loro quelli che sono i valori della vita. Il nostro è certamente un impegno a sfondo sociale e ne siamo fieri.
A proposito: molti dei vostri ragazzi sono finiti nel Lugano.
Lei è arrivato al Rapid 35 anni fa.
Avevo finito l’università e volevo cimentarmi nella formazione di giovani calciatori. È sempre stato un mio pallino. Così ho cominciato ad allenare e debbo dire che questa attività mi ha dato tantissime soddisfazioni. Ho conosciuto persone e tecnici di grande spessore quali Corrado Piattini, Angelo Fassora, Danilo Rizzi, Fabrizio Badiali, tanto per fare dei nomi. E ho visto crescere giocatori di grande talento quali Mattia Bottani, Henri Siqueira Barras o Marco Padalino, formati proprio nel nostro settore giovanile.
Lei però prima di entrare nel mondo del calcio, sognava di fare il musicista.
Da ragazzo suonavo il clarinetto della banda di Mendrisio. Avrei voluto coltivare maggiormentequesta passione. Ma ogni tanto nella vita bisogna scegliere e allora ho scelto il calcio. E non me ne pento.
Tornando al Rapid: in Ticino ha fatto scuola.
Direi di sì. Da noi possono iscriversi piccoli calciatori, dotati o meno di talento, e noi cerchiamo di trasmettere loro quelli che sono i valori della vita. Il nostro è certamente un impegno a sfondo sociale e ne siamo fieri.
A proposito: molti dei vostri ragazzi sono finiti nel Lugano.
Noi e i bianconeri siamo complementari. Il Rapid ha formato e svezzato tanti giovani che poi nel Lugano sono diventati importanti calciatori. Per questo affermo, senza timore di essere smentito, che anche noi abbiamo dei meriti se uno come Bottani è diventato il calciatore che conosciamo tutti.
La presidenza di lungo corso non le pesa?
Diciamo che ci sono dei momenti in cui ti assale un po' di delusione ma poi prevale la passione per questo sport e per questi colori, che sono una sorta di seconda pelle per il sottoscritto. Ma vorrei aggiungere qualcosa....
Ci dica presidente...
Agli inizi della mia presidenza rapidina ho vinto una Coppa Ticino con allenatore nientemeno che Raffaele De Rosa, attuale presidente del Governo cantonale. Anche lui per un po’ è stato membro di comitato. Nel nostro club, d’altra parte, in 70 e rotti anni di storia si sono succeduti personaggi di grande calibro.
A livello di risultati il Rapid è in ribasso.
Giocare in Terza Lega non è certo il massimo per una società come la nostra. Ma vogliamo tornare in Seconda al più presto. Anche perché per i giovani che provengono dal settore allievi e sono promossi in prima squadra, giocare in una categoria come la Terza non è certo stimolante.
Sappiamo che fra le varie iniziative che lei ha lanciato, c’è anche quella di un libro sui 75 anni di vita del club
Esatto. Ne abbiamo parlato con l’editore Raul Fontana, figlio del presidentissimo Renato, ed abbiamo deciso di uscire il prossimo anno, quello del 75esimo appunto, con una raccolta di ricordi, aneddoti, storie e quant’altro. Un libro nel vero senso della parola.
A.M.
La presidenza di lungo corso non le pesa?
Diciamo che ci sono dei momenti in cui ti assale un po' di delusione ma poi prevale la passione per questo sport e per questi colori, che sono una sorta di seconda pelle per il sottoscritto. Ma vorrei aggiungere qualcosa....
Ci dica presidente...
Agli inizi della mia presidenza rapidina ho vinto una Coppa Ticino con allenatore nientemeno che Raffaele De Rosa, attuale presidente del Governo cantonale. Anche lui per un po’ è stato membro di comitato. Nel nostro club, d’altra parte, in 70 e rotti anni di storia si sono succeduti personaggi di grande calibro.
A livello di risultati il Rapid è in ribasso.
Giocare in Terza Lega non è certo il massimo per una società come la nostra. Ma vogliamo tornare in Seconda al più presto. Anche perché per i giovani che provengono dal settore allievi e sono promossi in prima squadra, giocare in una categoria come la Terza non è certo stimolante.
Sappiamo che fra le varie iniziative che lei ha lanciato, c’è anche quella di un libro sui 75 anni di vita del club
Esatto. Ne abbiamo parlato con l’editore Raul Fontana, figlio del presidentissimo Renato, ed abbiamo deciso di uscire il prossimo anno, quello del 75esimo appunto, con una raccolta di ricordi, aneddoti, storie e quant’altro. Un libro nel vero senso della parola.
A.M.