I dati ufficiali riportano un tasso di disoccupazione storicamente basso e i media e le aziende parlano di continuo di una presunta carenza di manodopera qualificata. Ma dietro le statistiche ufficiali e ciò che i media riportano si nascondono centinaia di migliaia di persone vorrebbero lavorare, ma non possono. Secondo il Segretariato di Stato dell'economia (Seco), la disoccupazione è certamente al livello record del 2%. Ma questa statistica, fatto oramai risaputo, non tiene conto di tutti i casi che non rientrano nella disoccupazione ufficiale: le donne che desiderano rientrare nel mercato del lavoro dopo una pausa per maternità, le persone che perdono il diritto alle indennità, o tutti coloro che sono assunti a tempo determinato, a tempo parziale o retribuiti una base salariale oraria o ancora chi vorrebbe lavorare di più.
Se prendiamo in considerazione queste persone, otteniamo il cosiddetto tasso di carenza di lavoro, che secondo l’Ufficio federale di statistica ammonta attualmente all’8,7%, il che rappresenta circa 441'000 persone.
"Per queste persone a volte può essere crudele leggere costantemente che manca manodopera qualificata, ma non riuscire lo stesso a trovare lavoro", spiega Pascal Scheiwiller al Blick, che sul fenomeno della “disoccupazione nascosta” ha recentemente pubblicato un articolo. Secondo lui la discrepanza tra carenza di manodopera qualificata e disoccupazione è dovuta al cambiamento strutturale del mercato del lavoro dovuto alla transizione digitale. "I profili professionali stanno cambiando completamente", spiega l'esperto. E chi ha un profilo vecchio si trova in difficoltà.
Più precisamente, il problema risiede nel fatto che le aziende cercano profili “perfetti”, già formati e con esperienza nel settore richiesto. Diventa quindi difficile per le persone che cercano lavoro, e che hanno esperienza in un determinato settore, trovare lavoro in un altro settore che in quel momento ha richiesta di manodopera. Il 67% delle aziende indica di un sondaggio citato dal Blick che l'esperienza nel settore è un criterio essenziale per il reclutamento.
Anche la carenza di personale qualificato non ha finora influito molto sulla situazione dell'economia svizzera. "Ciò dimostra che il bisogno di imprese non è così grande come ci fanno credere", suppone Pascal Scheiwiller. Chiede che le aziende prendano in considerazione anche i candidati che non rispondono perfettamente al profilo richiesto. “Ma la disponibilità delle aziende ad assumere persone che poi devono essere formate è scarsa”.
Per colmare il divario demografico nel mercato del lavoro, i dipendenti dovrebbero lavorare oltre l’età pensionabile, ma le aziende sono poco propense ad assumere dipendenti anziani. “La soglia critica è a 57 anni, oltre la quale diventa difficile trovare un nuovo lavoro”, spiega Scheiwiller.
La situazione non è migliorata malgrado la mancanza di personale qualificato. Resta il fatto che l'87% degli intervistati ritiene che sia urgente trovare soluzioni per alleviare questa situazione catastrofica.