Le elezioni federali che si sono tenute ieri, marcate dalla netta progressione dell'UDC e dal crollo dei partiti ecologisti, non ha mancato di suscitare reazioni anche dalla stampa estera. Fra i commenti più sorprendenti vi è probabilmente quello della rivista tedesca “Focus” che non usa mezzi termini per descrivere la vittoria dell'UDC. ““La Svizzera mostra il suo brutto volto in nel suo ricco idillio” titola la rivista riguardo la vittoria elettorale del partito agrario, che viene definito come un partito di “estrema destra”, scrive “Focus”, che può vincere perché la Svizzera è un paese dove “la paura dello straniero è già folkore”. Rimanendo in Germania, più bilanciato è stato il “Tageschau”, il telegiornale tedesco, secondo cui l'UDC vince perchè riesce a presentarsi come partito di protesta populista alle elezioni per poi, una volta eletto, trasformarsi in un normale partito conservatore che raggiunge risultati”.
Altri giornali tedeschi, come il “Frankfurter Allgemeine Zeitung” o “Die Zeit”, sostengono che l'UDC è stata premiata dal contesto internazionale incerto dovuto all'inflazione, alla guerra in Ucraina o alla questione migratoria fattore che “naturalmente” premierebbe i partiti populisti. Secondo “Die Zeit” l'UDC inoltre si sarebbe mossa bene in relazione agli eventi accaduti negli ultimi anni, come il Covid, le sanzioni contro la Russia e il crollo di Credit Suisse.
La stampa italiana invece parla di vittoria della “destra conservatrice” e del crollo dei verdi e anche in questo caso offre analisi interessanti. “Agenzia italia” sostiene che l'UDC ha vinto grazie a una campagna “incentrata sulla sicurezza” premiata da un “risorgere del terrorismo” e dalla situazione in Medio Oriente, oltre che aver difeso la neutralità quando la Svizzera ha ripreso le sanzioni UE contro la Russia. “Il Giornale” mette invece avanti il tema migratorio, e sostiene che il partito agrario abbia vinto per essersi schierato contro “l'immigrazione irregolare”. La “Provincia di Como” sembra essere una delle poche ad evocare il tema dei frontalieri, che tocca direttamente l'Italia, e descrive l'UDC come “anti-frontalieri” e ricorda che il partito era autore della famosa campagna “bala-i-ratt”.
In Francia la vittoria UDC viene definita come vittora della “destra populista” e i commenti sono simili a quelli italiani e tedeschi. Per “Le Monde”, i democentristi hanno vinto perchè hanno difeso la neutralità ma “soprattutto” per aver incentrato la sua campagna sull'immigrazione. “Le Figaro” osserva che la Svizzera, pur non essendo nell'Unione europea, non è sfuggito a “dinamiche europee” come l'immigrazione e l'inflazione e che, come in altri paesi europei, ciò ha premiato i partiti di destra.
Per quanto riguarda la stampa anglosassone, colpisce subito come l'UDC venga definito come partito “anti-woke”, oltre che “destra populista” o “destra dura” come in altri paesi europei, e che la tematica del “wokeness” (tema prettamente anglosassone che ruota principalmente intorno al “gender”, e che negli ultimi anni è stata “importata” alle nostre latitudini dalla sinistra) viene discussa in lungo e in largo. Il “Guardian” per esempio cita la lotta alle “drag queens”,al “cancel culture” e alla “pazzia woke” come alcuni degli slogan dell'UDC. Il giornale britannico cita un professore dell'università di San Gallo secondo cui non ci si deve aspettare cambiamenti immediati ma che queste elezioni “si faranno sentire nei toni e negli obiettivi del dibattito politico”.