Ma non è proprio il caso, perché al netto di una sterile superiorità e di una rete annullata ad Okafor per offside, la Svizzera si perde nei propri dubbi e nelle proprie incertezze permettendo al generoso ma nulla più di Kosovo di prendere coraggio e di realizzare a otto minuti dalla fine il pareggio che non è affatto immeritato. A fine partita esultano i nostri ospiti (che giocavano col sostegno di un numeroso seguito di tifosi) mentre i rossocrociati escono a testa china dal campo: si sono qualificati sì per i prossimi Europei di Germania, ma senza gloria. L’imbarazzo è grande, perché le prestazioni dei nostri, e non ci riferiamo soltanto alla prova di ieri sera, sono state globalmente insufficienti.
La mancanza di cuore e di grinta, la scarsa predisposizione dei giocatori a fare gruppo (Yakin se ci sei batti un colpo!) hanno minato la tranquillità dell’ambiente. E tutto ciò nonostante si giocasse in uno dei gruppi più facili di queste qualificazioni.
Svizzera avanti, dunque, insieme alla Romania, prossimo e ultimo avversario di questo torneo. Intanto però restano inquietanti gli interrogativi sulla nostra squadra. In particolare sul commissario tecnico Murat Yakin, che non ha mai veramente convinto. Forse, e non è affatto escluso, il suo tempo in Nazionale è scaduto. Non è infatti escluso che nei prossimi mesi la nostra federazione decida di cambiare.
BILL CASTELLI