A quasi due anni dall’inizio del conflitto in Ucraina, quasi un terzo dei rifugiati ucraini in Svizzera non immagina un giorno di poter tornare nel proprio paese d’origine. È quanto rivela uno studio effettuato su 2'800 di loro e pubblicato lunedì dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), dalla Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) e da Ipsos SA Svizzera.
Non sorprende che il motivo più citato (68%) per spiegare questa difficoltà di pianificazione al di fuori della Svizzera sia la guerra. La situazione è ancora in corso e molti di loro risiedevano in zone ancora occupate. Un'altra conseguenza diretta del conflitto in corso, la situazione economica in Ucraina, soprattutto in termini di opportunità professionali, viene menzionata dal 24% degli intervistati.
Ma alcuni dei profughi che non pensano di lasciare la Svizzera menzionano anche fattori che non sono del tutto legati alla guerra e alle sue conseguenze. Il 34% degli interessati motiva quindi la propria scelta con il fatto di essere ben integrato in Svizzera. Quasi un quarto ha anche controllato la risposta “perché i miei figli vanno a scuola in Svizzera” per giustificare questa mancanza di desiderio di tornare nel Paese, e il 21% afferma di aver trovato qui un lavoro stabile.
Complessivamente questi rifugiati che non intendono ritornare nel Paese rappresentano il 27% dei circa 66'000 ucraini che all'inizio di dicembre beneficiavano dello status S in Svizzera, rivela lo studio. La quota di coloro che voglio invece tornare in Ucraina è leggermente più alta (intorno al 30%). Circa il 2% immagina addirittura un ritorno nei prossimi tre mesi. La nostalgia di casa sembra aumentare con l’età, poiché le persone con più di 50 anni sono più propense a voler lasciare la Svizzera rispetto ai giovani. L'indecisione su un possibile ritorno nel Paese resta però la risposta più adottata dagli intervistati, con il 40% dei voti.