IMMIGRAZIONE - Mentre parte della stampa si affanna a tranquillizzare l’opinione pubblica parlando di un calo delle domande d’asilo, i dati mostrano una realtà ben diversa: la Svizzera resta sotto pressione migratoria. Altro che “crollo”, altro che “fine dell’emergenza”. Quello che cambia, semmai, è la forma: meno immagini di barconi, più richieste formali. Meno allarmi mediatici, più impatti silenziosi su Comuni, scuole, alloggi e sanità.
Nel 2023 le domande d’asilo erano schizzate a 30.223, con un aumento del 20% rispetto all’anno precedente. Nel 2024 sono scese a 27.740: un calo dell’8,2%, vero, ma non certo sufficiente per parlare di inversione di tendenza. Questa cifra resta comunque la terza più alta dal 2016, superata solo nel biennio postcrisi siriana. Inoltre, i casi pendenti sono ancora elevatissimi: solo a febbraio 2025, a livello europeo, si contavano 1,3 milioni di pratiche non evase.
Se si guarda all’immigrazione totale – flussi economici, familiari, permessi temporanei e rientri da zone di conflitto – la Svizzera tocca nuovi record. Nel 2023 il saldo migratorio netto è stato di +147.751 persone. Nel 2024, pur in calo, siamo a +94.600: è come se ogni anno si aggiungesse al Paese l’equivalente della popolazione di Bellinzona, due volte.