Dopo il Consiglio degli Stati dello scorso giugno, martedì è stato il Consiglio nazionale ad accogliere una mozione di Damian Müller (PLR/LU) che chiede al Consiglio federale di fare tutto il possibile a Bruxelles affinché l'Italia rispetti l'accordo di Dublino.
Dal dicembre 2022, l’Italia infatti non accetta i rimpatri previsti dall’accordo di Dublino, adducendo problemi logistici o la mancanza di capacità di accoglienza. All’epoca in Svizzera erano interessati da questa situazione 184 richiedenti. La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ha poi dovuto trovare soluzioni urgenti per accogliere i richiedenti in Svizzera.
Nella sua mozione, Damian Müller lamenta l'atteggiamento del nostro vicino del sud: “Sembra che non sia la prima volta che l'Italia sospende i rimpatri nel quadro dell'accordo di Dublino. Inoltre, durante l’afflusso di richiedenti asilo nel 2014, l’Italia è stata sospettata di non aver registrato le impronte digitali di tutti i migranti presenti sul suo territorio. Queste gravi violazioni dell’accordo di Dublino da parte dell’Italia non possono continuare. La Svizzera deve agire”.
Ma la Svizzera si sta già attivando, ha risposto martedì il Consiglio federale e la sua rappresentante Élisabeth Baume-Schneider. Nel maggio di quest’anno, circa 300 richiedenti l'asilo sono stati colpiti da questo problema. Da quando l’Italia ha sospeso i trasferimenti, la Svizzera si è impegnata bilateralmente con Germania, Francia, Austria e Paesi Bassi per fare pressione sull’Italia. Ha parlato alla Commissione Europea e al Consiglio Giustizia e Affari Interni a Bruxelles.
La mozione accettata cambierà molto? La Commissione Istituzioni Politiche del Consiglio Nazionale ritiene che la decisione dell'Italia “metta in pericolo l'intero sistema Dublino, determinando una perdita di fiducia tra i Paesi alleati sulla scena europea. Per questo è necessario esercitare la massima pressione sulle autorità italiane affinché rispettino i loro obblighi”.