LUGANO – Avevamo lasciato il 2023 con Lugano e Ambrì in situazioni tutto sommato tranquille e serene di classifica. Con acciacchi vari – soprattutto dalle parti della Cornèr Arena – ma con la serenità e la consapevolezza nei propri mezzi. Il 2024 hockeystico per le due ticinesi si è invece aperto come peggio non poteva: il Lugano – che a fatica ha recuperato almeno Ruotsalainen – ha perso per strada altri pezzi importanti (Andersson in primis) ed è reduce da tre sconfitte filate con avversarie dirette o semi dirette, mentre l’Ambrì dopo l’esperienza della Spengler sembra essersi perso.
Ai bianconeri, a dirla tutta mancano principalmente due cose: i punti come ovvio che sia, così come gli uomini bloccati in infermeria. Domenichelli ha provato a intervenire sul mercato, con gli arrivi di Queneville, Peltonen e Kempe, ma i Carr ei Granlund non li trovi certo dietro l’angolo. Non può essere un caso che il Lugano senza il numero 7 sul ghiaccio fatichi tremendamente a trovare la via della rete in powerplay… Contro il Davos, il Ginevra e in casa contro lo Zugo (complimenti al calendario, tra l’altro) se l’è sempre giocata fino in fondo ed è stata spesso punita oltre i suoi demeriti. A Les Vernets, ad esempio, ci ha messo lo zampino anche la Video Review: probabilmente la rete del pareggio di Alatalo era irregolare, ma è inaccettabile che nel 2024 la Lega non sia in grado di mettere a disposizioni immagini del tutto chiare e limpide agli arbitri.
In casa Ambrì, invece, oltre a mancare i punti – viste le tre sconfitte filate in questo avvio di anno solare – latitano i leader. Se il migliore in pista è quasi sempre Landry, qualcosa evidentemente non quadra. Heim dal par suo sembra sulla via della ripresa, anche per quanto concerne le reti, ma i vari Lilja e Spacek sembrano essersi completamente. Senza i gladiatori predefiniti, senza i caposquadra designati, diventa davvero complicato per Cereda provare a fare i miracoli. Se poi ci si mettono anche i malanni di stagione…