LUGANO - Show alla Bossard Arena! Il Lugano annichilisce lo Zugo, terza forza del massimo campionato, e ritorna fra le prime sei in attesa del Davos, che oggi ospita il Losanna. Per i tifosi bianconeri, presenti in modo massiccio alla pista della Svizzera Centrale, è stata una gran bella serata, come da tempo non si vedeva. La squadra di coach Gianinazzi ha infatti offerto uno spettacolo di rara bellezza, soprattutto dal secondo tempo in poi, quando ha sciorinato un hockey solido e concreto, al quale ha saputo unire momenti di eccellente estetica hockeistica, ad immagine di Joly che ha letteralmente mandato in bambola gli avversari con numeri sopraffini. Con tutte le proporzioni e i distinguo del caso, questo Lugano in alcuni frangenti sembrava quello del 2006, il Lugano del settimo titolo della storia.
Tornando in argomento: i bianconeri, che ripresentavano Ruotsalainen al centro della seconda linea (con La Leggia e Kempe in sovrannumero) hanno saputo giocare in maniera intelligente, contenendo senza troppi problemi i contropiedi dello Zugo, che si è reso pericoloso solo nel primo periodo. Più il tempo passava e più gli ospiti prendevano in mano le redini del gioco. La prima linea, come al solito, è stata la più incisiva: Joly ha aperto le marcature in power play (esercizio finalmente vincente) e poi, dopo il secondo vantaggio di Fazzini, il casco giallo Thürkauf ha siglato il 3-1 in inferiorità numerica, e con i bianconeri assoluti padroni della situazione malgrado, appunto, l’uomo in meno sul ghiaccio. In questa occasione il capitano ha dimostrato la sua grande verve realizzativa, con un tiro contro cui Genoni nulla ha potuto.
Anche la seconda linea ha dato il suo tangibile contributo, anche se purtroppo (unica nota stonata della serata) è mancato Ruotsalainen: non tanto per il gioco espresso quanto per il fatto che non ha saputo tradurre in rete le occasioni costruite. Bene, molto bene, il terzo blocco offensivo: Fazzini ha dato il là alla fuga decisiva del confronto segnando un gol dei suoi (1-3), Arcobello (suo il quarto punto ospite) e Quenneville hanno creato e lottato su ogni disco. La quarta linea ha fatto il suo: gioco fisico e tanti dischi recuperati. Che dire, poi, del settore difensivo? Tutti hanno giocato finalmente concentrati, senza fare concessioni di sorta agli avversari. Koskinen, poi, è stato all’ altezza dei compagni. Insomma: un gran bel Lugano, al quale ha fatto bene la pausa dedicata alla Nazionale. Un Lugano che adesso è chiamato a due impegni sulla carta abbordabili: nel prossimo week end affronterà infatti Langnau e Kloten. E lo Zugo? Ha sofferto tremendamente il ritmo e l’aggressività bianconera. Normale che perdesse la sua quinta partita consecutiva.
Dopo la sconfitta interna contro i Lakers (evitabilissima), i leventinesi si sono recati a Berna accompagnati da una notizia sgradevole: Inti Pestoni, infortunatosi venerdì sera, dovrà infatti star fermo almeno un paio di settimane a causa di un infortunio, comunque non grave, rimediato ai ligamenti del ginocchio destro. Giunti nella Capitale, gli uomini di Luca Cereda si sono però lasciati alle spalle le vicende poco edificanti del giorno prima ed hanno disputato una partita di grande intensità e carattere, anche se alla fine hanno dovuto concedere ancora un punto al Langnau, vittorioso in quel di Friborgo.
L’Ambrì Piotta si è infatti imposto dopo il tempo supplementare grazie a Tim Heed, specialista dei...momenti caldi di una partita. In passato di situazoni del genere lo svedese ne ha risolte parecchie. Dicevamo dei biancoblù: privi di Pestoni e Juvonen, ammalato, e con il difensore Mc Isaac al debutto, hanno messo sul ghiaccio tutto il loro orgoglio e grazie alla tripletta di De Luca, la prima in carriera in National League, hanno saputo ribaltare un Berna pasticcione, che si è fatto agganciare al quinto posto dal Lugano.