Opinioni, 25 febbraio 2024

13esima AVS: un ultimo appello

Domenica prossima, 3 marzo, saremo chiamati a votare sulla tredicesima mensilità AVS.
Secondo uno studio realizzato da Pro Senectute nel 2022, in Ticino il 30% degli anziani vive sotto la soglia di povertà. Le persone con l’AVS minima sono numerose. E, se per qualche motivo non hanno diritto alla prestazione complementare (PC) - magari perché proprietari di una casetta o di un terreno - si trovano in grosse difficoltà. Dal 2022 ad oggi la situazione è chiaramente peggiorata, tra esplosione dei premi di cassa malati ed aumenti dei prezzi e delle bollette energetiche. Allo stato attuale, la 13a AVS è una compensazione del rincaro.

Ulteriore aggravante. La Confederazione, per risparmiare sulle prestazioni complementari, ha introdotto una serie di misure dissuasive e restrittive.

Come la rendita AVS, anche una sua tredicesima mensilità andrebbe a tutti, compresi dunque i ricchi. Questo è vero. Ma è altrettanto vero che i ricchi hanno pagato (rispettivamente pagheranno in futuro) molti più soldi, sottoforma di contributi, di quelli che riceveranno come rendita, essendo quest’ultima plafonata (quella massima è di 2450 franchi al mese; 3675 per le coppie). Di conseguenza, non è uno scandalo se pure loro riceveranno una mensilità più.

E’ per contro falso che la 13a AVS metterebbe a rischio la solidarietà tra generazioni. Infatti i giovani (che figurano in abbondanza sui cartelloni del No) un giorno diventeranno vecchi, e quindi beneficeranno anche loro della tredicesima mensilità; tra l’altro, i contributi salariali vengono prelevati anche sulla tredicesima.

Terrorismo mediatico

Quanto alla situazione finanziaria dell’AVS, è meno tragica di quanto ci viene raccontato. Le riserve attuali sono di 50 miliardi di franchi, che diventeranno 70 entro la fine del decennio. Nei prossimi anni si prevedono utili compresi tra i 3 ed i 4 miliardi.

Gli scenari apocalittici su incrementi dell’IVA o aumenti dei contributi per pagare la tredicesima AVS sono sostanzialmente frutto di terrorismo politico. Ma soprattutto, non c’è alcun automatismo. Simili provvedimenti dovranno in ogni caso essere approvati dal parlatoio federale e poi, in caso di referendum, dal popolo. Se ciò non accadrà lo Stato – non disponendo di entrate extra - dovrà finalmente usare i soldi dei cittadini a vantaggio di questi ultimi. I finti rifugiati costano, alla sola Confederazione, oltre 4 miliardi all’anno: ossia come la 13a AVS. Si trovano miliardi per gli aiuti allo sviluppo, miliardi per regali all’estero di vario tipo, miliardi per l’Ucraina, e il CF vuole pure sottoscrivere un accordo istituzionale con l’ UE che prevedrà (tra le altre aberrazioni) pagamenti miliardari ricorrenti a Bruxelles. Anche i miliardi per salvare Credit Suisse ci sono. Però per rendere un po’ più dignitosa l’esistenza di tanti anziani che hanno lavorato tutta la vita… “gh’è mia da danéé”? Siamo seri! Dov’è la credibilità della politica?

Non dimentichiamoci nemmeno dei soldi della Banca nazionale, che sono di proprietà dei cittadini.
Comunque, per finanziare la 13a AVS basterebbe un aumento dei prelievi salariali dello 0,4%: ed oltre il 90% dei lavoratori, una volta in pensione, avrebbe da guadagnarci.



Chi va all’estero

Altra obiezione sollevata: la 13a AVS la riceverebbero anche i pensionati svizzeri all’estero. Prima di tutto, tanti degli svizzeri che compiono questa scelta lo fanno perché in patria, con la pensione, faticherebbero a tirare a campare. Questo dimostra che c’è un problema a livello di rendite – e che quindi la 13a AVS è necessaria. Inoltre, volendo fare un discorso cinicamente contabile, questi pensionati che si sono trasferiti all’estero hanno fatto un favore alle casse pubbliche: se fossero rimasti qui, infatti, verosimilmente avrebbero ottenuto la PC, ed in più, in quanto “cattivi rischi”, avrebbero pesato sui premi di cassa malati.

Oggettivamente fastidioso è il fatto che la 13a AVS la prenderebbero anche i pensionati stranieri trasferitisi all’estero, ad esempio quelli che sono tornati nel paese d’origine. Questa situazione può tuttavia essere corretta dal parlamento in sede di concretizzazione dell’iniziativa. Infatti in quest’ambito le Camere federali hanno ampio margine di manovra.

In conclusione

In Ticino ci sono tanti, troppi pensionati che tirano la cinghia. Negli ultimi anni, tra esplosione dei premi di cassa malati, rincari e tagli alla PC, il loro numero è aumentato. La 13a AVS messa in votazione non è la soluzione perfetta: la Lega proponeva un modello diverso. Ma è ciò che oggi passa il convento. Non facciamoci turlupinare: se dovesse venire bocciata, non arriverà alcuna variante migliorativa o mirata. Semplicemente, non arriverà nulla!

Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi


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