Il Consiglio degli Stati ha accolto un postulato del presidente del PLR Thierry Burkart volto a prolungare la vita delle centrali esistenti e a studiare la possibilità di costruire nuovi impianti, per ogni evenienza . Questo nonostante il fatto che gli svizzeri abbiano votato a favore dell’abbandono dell’energia nucleare nel 2017 (con il 58,2% dei voti) sostenendo la strategia energetica 2050.
La consigliera agli Stati Céline Vara (Verdi/NE) ha anche ricordato che abbiamo “le più antiche centrali nucleari ancora in funzione in tutto il mondo. Beznau 1, possiede infatti il reattore più vecchio ancora in funzione ed è stato messo in servizio nel 1969 quando avrebbe dovuto avere una durata massima di 40 anni. Oggi ha 55 anni. Beznau 2 ha solo 2 anni meno. 60 anni sono sufficienti”.
Ma Thierry Burkart ritiene che la strategia energetica del 2050 “sia stata sviluppata su presupposti errati; non consentirà quindi di garantire adeguatamente la fornitura di energia elettrica. “La necessità di ulteriore elettricità è stata negata e il potenziale delle misure di risparmio è stato chiaramente sopravvalutato”. Propone quindi di prendere in considerazione nuovi impianti nucleari in caso di problemi di approvvigionamento in inverno. Il Consiglio federale dovrebbe considerare “uno scenario per la costruzione di nuove centrali nucleari nel caso in cui la realizzazione di altre capacità a basse emissioni proceda troppo lentamente”. Burkart è stato seguito con 30 voti a favore e 13 contro.
Per il Partito socialista, Mathilde Crevoisier (PS/JU) ha sottolineato le questioni finanziarie, ricordando che la Svizzera punta già sulle energie rinnovabili: “Noi lo sappiamo e lo sanno i difensori dell'energia atomica, che sono numerosi in questo Consiglio: il tecnologie di cui stiamo parlando, anche la sostituzione di componenti delle centrali elettriche, costi. Non sono ancora pronti. E' vero che si sta facendo della ricerca, ma si tratta di cifre mostruose, e credo che nell'attuale situazione finanziaria della Confederazione non abbiamo i mezzi per contare su due cavalli".
Il Consiglio federale, per voce di Albert Rösti, resta cauto: “L'accettazione del postulato non pregiudica la revoca del divieto di costruire nuove centrali nucleari. Tuttavia, prendere in considerazione lo scenario consente di prendere decisioni pienamente informate. Il Consiglio federale precisa inoltre che un eventuale ammodernamento delle centrali nucleari non deve gravare sulle finanze federali”.
Il postulato accettato non avrà tuttavia alcun impatto immediato sulla politica nucleare del Parlamento e della Svizzera. Un mese fa gli ambienti nucleari hanno presentato un'iniziativa popolare dal titolo: “Elettricità per tutti in ogni momento (Stop al blackout)”, che chiede il ripristino dell'energia nucleare. Il popolo dovrà votare di nuovo.