Una paziente di un ospedale del canton Berna è stata dimessa dall'ospedale nonostante fosse ancora malata. Questo perchè, a suo dire, la sua condizione non era redditizzia per l'istituto.
Afflita da una condizione cronica da 13 anni, alcune settimane fa ha contratto un'infezione da stafilococco. In poche ore, il volume della sua gamba destra è triplicato. La donna ha quindi dovuto essere trasferita d'urgenza all'ospedale Inselspital di Berna, dove gli sono stati somministrati antibiotici per via endovenosa per prevenire un'esito potenzialmente mortale.
Ma dopo una settimana di cure, la paziente è stata dimessa dall’ospedale, contro la sua volontà, dato che la sua gamba era ancora molto gonfia. E poiché vive da sola, la paziente dipendeva dall'aiuto degli amici per gestire la sua vita quotidiana.
Una decisione tanto più incomprensibile per la bernese in quanto ogni viaggio in bagno era accompagnato da dolori e se le condizioni della gamba peggioravano rischiava di tornare al pronto soccorso. "In ospedale mi è stato persino detto che c'era anche il rischio di trombosi", racconta la sfortunata al “Blick”.
“Ma allora cosa devo fare se non riesco ad arrivare al pronto soccorso?”, si è chiesta la donna bernese, alla quale è stato rifiutato l'appuntamento con il medico dell'ospedale. "Per stare a letto non è necessaria una stanza d'ospedale", avrebbero risposto gli infermieri.
Fu allora che accadde quello che doveva succedere: pochi giorni dopo il ritorno a casa, le condizioni della gamba della donna sono peggiorate. Il suo medico di famiglia ha notato le conseguenze di un'infezione, prima di indirizzarla all'ospedale regionale di Bienne, con un tasso di infiammazione ben al di sopra del normale per un'infezione batterica.
Ci vorrà un'intera settimana prima che si liberi finalmente un posto presso l'ospedale regionale di Bienne. Un tempo incredibilmente lungo perché la donna notasse, impotente e abbandonata a se stessa, che la sua gamba era triplicata di dimensioni nel corso dei giorni.
La donna bernese però non si è recata al pronto soccorso: “La situazione stava peggiorando, ma in quel momento non avevo molta febbre. In ogni caso non sarebbe cambiato nulla”. E per una buona ragione: “All’Inselspital mi sentivo come un fastidio di cui volevamo liberarci rapidamente e non come un paziente”. Oggi la sfortunata si dice disgustata: “Pago ancora i premi di cassa amalati per qualcosa! E non poco!”
L'Organizzazione svizzera dei pazienti (OSP) non si sorprende dell'incidente della bernese: “È un problema di principio. Oggi gli ospedali devono realizzare profitti”, spiega la direttrice Susanne Gedamke. Pertanto, i pazienti vengono dimessi sempre prima, anche se esiste il rischio di trattamenti successivi e di peggioramento delle loro condizioni. I lunghi ricoveri ospedalieri non sono quindi i benvenuti: “Un letto d’ospedale è costoso”.
Uno sguardo ai recenti sviluppi nel settore sanitario in Svizzera mostra che è stato soprattutto l’introduzione dei pacchetti basati sui casi da parte dei politici nel 2012 a cambiare molte cose. Fino ad allora i servizi o i giorni venivano fatturati individualmente. Con il nuovo sistema le prestazioni mediche vengono rimborsate in un'unica soluzione. Sebbene questo sistema consenta di confrontare meglio i servizi di diversi ospedali, i critici ora temono che i pazienti vengano rimandati a casa prima.
Interpellato da Blick, l'Ospedale di Berna da parte sua non ha voluto commentare l'accaduto.