Il governicchio federale è specialista nel sottoscrivere accordi internazionali ciofeca, che devastano la sovranità e l’indipendenza del Paese, e di conseguenza i diritti popolari e la democrazia.
E’ il caso, plateale, dell’accordo quadro istituzionale “2.0” con la fallita UE (l’uregiatta Viola Amherd si è recata servilmente a Bruxelles la scorsa settimana per lanciare le trattative).
Ma è anche il caso dei vari patti ONU. Quello sulla migrazione “cova sotto le ceneri” da qualche anno. Il governicchio federale brama di sottoscriverlo: lo ha detto nel 2018 e ribadito nel 2021. Il messaggio al proposito si trova al vaglio della Commissione di politica estera del Consiglio degli Stati.
La nuova fregatura
Il patto ONU sulla migrazione mira a trasformare l’immigrazione clandestina in un diritto umano e ad introdurre la figura del rifugiato climatico. Aspettiamoci che venga tirato fuori dai cassetti nel corso della corrente legislatura. Intanto, nel parlatoio federale, i $inistrati già tramano per inventarsi pure la figura del rifugiato (della rifugiata) sessuale.
Ma in dirittura d’arrivo c’è anche un’altra fregatura: il patto pandemico dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità).
L’OMS è un’agenzia del bidONU che, ai tempi della pandemia di stramaledetto virus cinese, ne ha fatte peggio di Bertoldo. A dirigerla c’è un signore etiope dal nome impronunciabile messo lì – ma guarda un po’ - dalla Cina.
Democrazia? Connais-pas!
Le trattative per il perfezionamento del patto OMS sulle pandemie dovrebbero concludersi in maggio. Per la Svizzera le sta seguendo l’Ufficio federale della Sanità pubblica; quindi il Dipartimento Baume Schneidèèèr. Non è certo di buon auspicio.
Con il patto pandemico, l’OMS vuole introdurre delle regole, che poi gli stati firmatari saranno obbligati a seguire. Ancora una volta, il nostro sistema democratico viene scavalcato. Il popolo non avrà più nulla da dire. Ma nemmeno il parlatoio federale, né i Cantoni. Stupisce dunque che questi ultimi (parlatoio e Cantoni), in preda all’ottundimento internazionalista, continuino sistematicamente ad approvare la sottoscrizione di accordi che limitano le loro prerogative. Tafazzi al confronto era un dilettante.
Obbligo vaccinale
Il trattato OMS obbligherebbe le autorità dei singoli Stati a “promuovere l’accettazione dei vaccini”, ad accelerare le procedure di autorizzazione di nuovi farmaci e a fornire un indennizzo finanziario per eventuali danni alla salute causati dai vaccini. Senza voler cadere in retoriche no vax e complottiste, è chiaro dove si vuole andare a parare: verso gli obblighi vaccinali. Consentendo pure l’inoculazione di preparati autorizzati in fretta e furia. E se poi la terapia dovesse rivelarsi peggiore del male, chissenefrega! Indennizziamo con i soldi del contribuente (come se un indennizzo potesse rimediare a sofferenze fisiche, magari invalidanti).
Censura di Stato
Sempre secondo il patto pandemico, le autorità dovrebbero pure influenzare la comunicazione pubblica, indebolire le voci critiche (?) e “combattere le informazioni false e fuorvianti”. Questo significa censura di Stato e lavaggio del cervello alla popolazione.
Sempre più spesso ad essere etichettate come “fake news” non sono le notizie oggettivamente false. Sono quelle che smentiscono la narrazione della casta; ma è proprio questa narrazione ad essere “fake”.
Quindi, con la scusa politikamente korrettissima della “promozione della salute” (e chi mai sarebbe tanto scellerato da opporsi alla “promozione della salute”?), si vuole in realtà inculcare il pensiero unico. Introdurre il putinismo sanitario. La stampa autocertificata “indipendente” (ah ah ah) dovrebbe essere la prima ad insorgere contro una prospettiva del genere. Invece…
Cittadini sotto tutela
In nome del “diritto alla salute”, il patto ONU prevede che i governi mettano sotto tutela i cittadini. Il “diritto alla salute” si trasforma quindi in un “obbligo alla salute”; magari accompagnato in un prossimo futuro da sanzioni statali per chi non fa abbastanza sport o per chi non mangia cibi bio. Alla faccia della già bistrattata responsabilità individuale. Già si vede arrivare la nuova ondata di obblighi, divieti e balzelli, questi ultimi volti a costringere i cittadini a fare quel che vuole la casta, penalizzandoli nel borsello. Il tutto corredato dalla criminalizzazione dei prodotti del territorio perché troppo grassi, troppo alcolici, troppo zuccherati, di origine animale, mentre la casta ci vuole rendere tutti vegani. Del resto, anche senza bisogno del patto OMS, ma per motivi climatisti, il governicchio federale mira a ridurre il consumo di carne in Svizzera del 70%.
In più, secondo il patto OMS, a decidere sulle politiche sanitarie devono essere i governi nazionali, ciò che è contrario al principio del federalismo.
Referendum necessario
Per non farsi mancare niente, c’è un ulteriore inghippo, più grave di tutti. Il governicchio federale può decidere autonomamente se sottoporre o meno il patto pandemico al voto del parlatoio. Ma, se non c’è una decisione parlamentare, non ci può essere nemmeno un referendum contro l’eventuale accettazione del trattato. Per questo, nello scorso numero del Mattino è stato inserito il formulario della petizione che chiede alle Camere federali di assicurarsi che il CF sottoponga il patto pandemico al parlamento: affinché sia possibile lanciare il referendum contro un’eventuale decisione di adesione. Firmiamo tutti!
#swissexit
LORENZO QUADRI
*Dal MDD
E’ il caso, plateale, dell’accordo quadro istituzionale “2.0” con la fallita UE (l’uregiatta Viola Amherd si è recata servilmente a Bruxelles la scorsa settimana per lanciare le trattative).
Ma è anche il caso dei vari patti ONU. Quello sulla migrazione “cova sotto le ceneri” da qualche anno. Il governicchio federale brama di sottoscriverlo: lo ha detto nel 2018 e ribadito nel 2021. Il messaggio al proposito si trova al vaglio della Commissione di politica estera del Consiglio degli Stati.
La nuova fregatura
Il patto ONU sulla migrazione mira a trasformare l’immigrazione clandestina in un diritto umano e ad introdurre la figura del rifugiato climatico. Aspettiamoci che venga tirato fuori dai cassetti nel corso della corrente legislatura. Intanto, nel parlatoio federale, i $inistrati già tramano per inventarsi pure la figura del rifugiato (della rifugiata) sessuale.
Ma in dirittura d’arrivo c’è anche un’altra fregatura: il patto pandemico dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità).
L’OMS è un’agenzia del bidONU che, ai tempi della pandemia di stramaledetto virus cinese, ne ha fatte peggio di Bertoldo. A dirigerla c’è un signore etiope dal nome impronunciabile messo lì – ma guarda un po’ - dalla Cina.
Democrazia? Connais-pas!
Le trattative per il perfezionamento del patto OMS sulle pandemie dovrebbero concludersi in maggio. Per la Svizzera le sta seguendo l’Ufficio federale della Sanità pubblica; quindi il Dipartimento Baume Schneidèèèr. Non è certo di buon auspicio.
Con il patto pandemico, l’OMS vuole introdurre delle regole, che poi gli stati firmatari saranno obbligati a seguire. Ancora una volta, il nostro sistema democratico viene scavalcato. Il popolo non avrà più nulla da dire. Ma nemmeno il parlatoio federale, né i Cantoni. Stupisce dunque che questi ultimi (parlatoio e Cantoni), in preda all’ottundimento internazionalista, continuino sistematicamente ad approvare la sottoscrizione di accordi che limitano le loro prerogative. Tafazzi al confronto era un dilettante.
Obbligo vaccinale
Il trattato OMS obbligherebbe le autorità dei singoli Stati a “promuovere l’accettazione dei vaccini”, ad accelerare le procedure di autorizzazione di nuovi farmaci e a fornire un indennizzo finanziario per eventuali danni alla salute causati dai vaccini. Senza voler cadere in retoriche no vax e complottiste, è chiaro dove si vuole andare a parare: verso gli obblighi vaccinali. Consentendo pure l’inoculazione di preparati autorizzati in fretta e furia. E se poi la terapia dovesse rivelarsi peggiore del male, chissenefrega! Indennizziamo con i soldi del contribuente (come se un indennizzo potesse rimediare a sofferenze fisiche, magari invalidanti).
Censura di Stato
Sempre secondo il patto pandemico, le autorità dovrebbero pure influenzare la comunicazione pubblica, indebolire le voci critiche (?) e “combattere le informazioni false e fuorvianti”. Questo significa censura di Stato e lavaggio del cervello alla popolazione.
Sempre più spesso ad essere etichettate come “fake news” non sono le notizie oggettivamente false. Sono quelle che smentiscono la narrazione della casta; ma è proprio questa narrazione ad essere “fake”.
Quindi, con la scusa politikamente korrettissima della “promozione della salute” (e chi mai sarebbe tanto scellerato da opporsi alla “promozione della salute”?), si vuole in realtà inculcare il pensiero unico. Introdurre il putinismo sanitario. La stampa autocertificata “indipendente” (ah ah ah) dovrebbe essere la prima ad insorgere contro una prospettiva del genere. Invece…
Cittadini sotto tutela
In nome del “diritto alla salute”, il patto ONU prevede che i governi mettano sotto tutela i cittadini. Il “diritto alla salute” si trasforma quindi in un “obbligo alla salute”; magari accompagnato in un prossimo futuro da sanzioni statali per chi non fa abbastanza sport o per chi non mangia cibi bio. Alla faccia della già bistrattata responsabilità individuale. Già si vede arrivare la nuova ondata di obblighi, divieti e balzelli, questi ultimi volti a costringere i cittadini a fare quel che vuole la casta, penalizzandoli nel borsello. Il tutto corredato dalla criminalizzazione dei prodotti del territorio perché troppo grassi, troppo alcolici, troppo zuccherati, di origine animale, mentre la casta ci vuole rendere tutti vegani. Del resto, anche senza bisogno del patto OMS, ma per motivi climatisti, il governicchio federale mira a ridurre il consumo di carne in Svizzera del 70%.
In più, secondo il patto OMS, a decidere sulle politiche sanitarie devono essere i governi nazionali, ciò che è contrario al principio del federalismo.
Referendum necessario
Per non farsi mancare niente, c’è un ulteriore inghippo, più grave di tutti. Il governicchio federale può decidere autonomamente se sottoporre o meno il patto pandemico al voto del parlatoio. Ma, se non c’è una decisione parlamentare, non ci può essere nemmeno un referendum contro l’eventuale accettazione del trattato. Per questo, nello scorso numero del Mattino è stato inserito il formulario della petizione che chiede alle Camere federali di assicurarsi che il CF sottoponga il patto pandemico al parlamento: affinché sia possibile lanciare il referendum contro un’eventuale decisione di adesione. Firmiamo tutti!
#swissexit
LORENZO QUADRI
*Dal MDD