La partitocrazia immigrazionista si impegna per far arrivare qui, rispettivamente per far rimanere ad oltranza, sempre più stranieri provenienti “da altre culture” (in particolare islamiste). Questo malgrado l’islam politico sia oggi la principale minaccia alla democrazia ed alla libertà; però i $inistrati islamogauchisti, ed i media di regime da essi colonizzati, continuano a negare l’evidenza per motivi ideologici.
Sull’asilo automatico, con tanto di ricongiungimento familiare, riconosciuto alle donne afghane abbiamo già scritto. E’ evidente che questa prassi - introdotta lo scorso luglio dalla catastrofica kompagna Baume Schneidèèèr (P$) e di recente confermata dal consiglio nazionale per un solo voto (!) di maggioranza - favorirà l’arrivo in Svizzera di islamisti ed islamiste.
Niente di più facile, oltretutto, che un jihadista afghano obblighi la moglie ad andare in Svizzera per poi chiedere il ricongiungimento familiare.
Violenza domestica importata
Ma naturalmente questo è solo il primo capitolo. Il parlatoio bernese è riuscito ad approvare ulteriori cappellate immigrazioniste. In genere imboscate sotto una spessa patina di politikamente korretto e di morale a senso unico.
Ad esempio questa: le vittime di violenza domestica avranno diritto ad un permesso di soggiorno per rimanere nel nostro Paese, anche se si trova(va)no qui con un’ammissione provvisoria. Questo per evitare che chi subisce violenza domestica, a seguito della separazione dal coniuge, rischi di vedersi costretto (costretta) a partire. E chi oserebbe mai mettersi contro le vittime di violenza domestica?
Frena, Ugo! Le cose non sono così semplici.
Basta la parola
Prima osservazione: stiamo parlando di abusi che si verificano all’interno di famiglie straniere, magari di finti rifugiati. Quindi, il contribuente svizzerotto deve farsi carico di violenza importata.
Seconda osservazione: per ottenere il permesso di soggiorno, non è necessario che la violenza domestica sia dimostrata. Non serve una denuncia alle autorità, non serve un intervento di polizia, men che meno una decisione giudiziaria. Praticamente basta che la persona affermi di essere vittima di un congiunto violento.
Da notare che “persona” non vuole necessariamente dire donna: può trattarsi anche di ragazzi o, meno frequentemente, di uomini.
Con simili premesse la nuova disposizione, oltre ad essere buonista, è pure alquanto coglionista, poiché spalanca la porta agli abusi. Il governicchio federale e la partitocrazia hanno creato l’ennesima facile scorciatoia che consente di rimanere in Svizzera, va da sé a carico del contribuente, a migranti che non dovrebbero nemmeno essere qui.
Correggono… peggiorando
Un’ulteriore geniale pensata riguarda i ricongiungimenti familiari. La devastante libera circolazione delle persone ha infatti anche questo effetto collaterale: i cittadini UE residenti da noi sono avvantaggiati rispetto agli svizzerotti nell’ambito dei ricongiungimenti familiari con persone provenienti da Stati terzi. Questo accade per i coniugi: un cittadino della DisUnione europea ha più facilità a farsi raggiungere da noi dalla moglie o dal marito extracomunitario rispetto a un cittadino svizzero. Ma avviene anche per altri familiari.
La situazione va corretta ma – visto che siamo in Svizzera – applicando le regole elvetiche, più restrittive, anche ai cittadini europei. Non certo importando il largheggiante standard UE, contrario alle nostre leggi!
Genitori e figli
Secondo il diritto vigente, i cittadini elvetici possono portare in Svizzera da Stati esteri solo i coniugi ed i figli di età inferiore ai 18 anni. I cittadini UE possono invece far arrivare tutti i figli, come pure i genitori. Adesso la partitocrazia vorrebbe conferire agli svizzeri le stesse agevolazioni di cui godono i cittadini comunitari. Quando invece bisogna fare il contrario!
E’ infatti palese che gli “svizzeri” che chiedono il ricongiungimento con genitori o i figli provenienti da paesi extraeuropei sono in realtà degli stranieri naturalizzati. Stiamo quindi facendo l’ennesimo regalo agli immigrati. Inutile dire che ci sono altissime possibilità che i neo-ricongiunti finiscano a carico dello stato sociale. E nümm a pagum. E pagheremo anche sottoforma di ulteriori impennate dei premi di scassa malati, se i neo-svizzeri faranno arrivare da paesi “esotici” gli anziani genitori affinché possano beneficiare, fin dal giorno del loro arrivo, della nostra sanità; ovviamente senza averla mai finanziata.
Inoltre, il nuovo tappeto rosso che la partitocrazia ha srotolato davanti agli stranieri naturalizzati è anticostituzionale: è infatti lesivo dell’articolo 121 a, quello contro l’immigrazione di massa. E’ il colmo: siamo qui in troppi, però il Triciclo si inventa nuove leggi il cui obiettivo dichiarato è di fare arrivare qui ancora più migranti!
In conclusione
Per tornare al tema sollevato all’inizio: quanti islamisti afghani beneficeranno del nuovo diritto al ricongiungimento familiare? Quanti potenziali terroristi islamici vogliamo ancora metterci in casa? Grazie, spalancatori di frontiere, per continuare ad attentare non solo alle nostre casse pubbliche, ma anche alla nostra sicurezza!
LORENZO QUADRI
*Dal MDD
Sull’asilo automatico, con tanto di ricongiungimento familiare, riconosciuto alle donne afghane abbiamo già scritto. E’ evidente che questa prassi - introdotta lo scorso luglio dalla catastrofica kompagna Baume Schneidèèèr (P$) e di recente confermata dal consiglio nazionale per un solo voto (!) di maggioranza - favorirà l’arrivo in Svizzera di islamisti ed islamiste.
Niente di più facile, oltretutto, che un jihadista afghano obblighi la moglie ad andare in Svizzera per poi chiedere il ricongiungimento familiare.
Violenza domestica importata
Ma naturalmente questo è solo il primo capitolo. Il parlatoio bernese è riuscito ad approvare ulteriori cappellate immigrazioniste. In genere imboscate sotto una spessa patina di politikamente korretto e di morale a senso unico.
Ad esempio questa: le vittime di violenza domestica avranno diritto ad un permesso di soggiorno per rimanere nel nostro Paese, anche se si trova(va)no qui con un’ammissione provvisoria. Questo per evitare che chi subisce violenza domestica, a seguito della separazione dal coniuge, rischi di vedersi costretto (costretta) a partire. E chi oserebbe mai mettersi contro le vittime di violenza domestica?
Frena, Ugo! Le cose non sono così semplici.
Basta la parola
Prima osservazione: stiamo parlando di abusi che si verificano all’interno di famiglie straniere, magari di finti rifugiati. Quindi, il contribuente svizzerotto deve farsi carico di violenza importata.
Seconda osservazione: per ottenere il permesso di soggiorno, non è necessario che la violenza domestica sia dimostrata. Non serve una denuncia alle autorità, non serve un intervento di polizia, men che meno una decisione giudiziaria. Praticamente basta che la persona affermi di essere vittima di un congiunto violento.
Da notare che “persona” non vuole necessariamente dire donna: può trattarsi anche di ragazzi o, meno frequentemente, di uomini.
Con simili premesse la nuova disposizione, oltre ad essere buonista, è pure alquanto coglionista, poiché spalanca la porta agli abusi. Il governicchio federale e la partitocrazia hanno creato l’ennesima facile scorciatoia che consente di rimanere in Svizzera, va da sé a carico del contribuente, a migranti che non dovrebbero nemmeno essere qui.
Correggono… peggiorando
Un’ulteriore geniale pensata riguarda i ricongiungimenti familiari. La devastante libera circolazione delle persone ha infatti anche questo effetto collaterale: i cittadini UE residenti da noi sono avvantaggiati rispetto agli svizzerotti nell’ambito dei ricongiungimenti familiari con persone provenienti da Stati terzi. Questo accade per i coniugi: un cittadino della DisUnione europea ha più facilità a farsi raggiungere da noi dalla moglie o dal marito extracomunitario rispetto a un cittadino svizzero. Ma avviene anche per altri familiari.
La situazione va corretta ma – visto che siamo in Svizzera – applicando le regole elvetiche, più restrittive, anche ai cittadini europei. Non certo importando il largheggiante standard UE, contrario alle nostre leggi!
Genitori e figli
Secondo il diritto vigente, i cittadini elvetici possono portare in Svizzera da Stati esteri solo i coniugi ed i figli di età inferiore ai 18 anni. I cittadini UE possono invece far arrivare tutti i figli, come pure i genitori. Adesso la partitocrazia vorrebbe conferire agli svizzeri le stesse agevolazioni di cui godono i cittadini comunitari. Quando invece bisogna fare il contrario!
E’ infatti palese che gli “svizzeri” che chiedono il ricongiungimento con genitori o i figli provenienti da paesi extraeuropei sono in realtà degli stranieri naturalizzati. Stiamo quindi facendo l’ennesimo regalo agli immigrati. Inutile dire che ci sono altissime possibilità che i neo-ricongiunti finiscano a carico dello stato sociale. E nümm a pagum. E pagheremo anche sottoforma di ulteriori impennate dei premi di scassa malati, se i neo-svizzeri faranno arrivare da paesi “esotici” gli anziani genitori affinché possano beneficiare, fin dal giorno del loro arrivo, della nostra sanità; ovviamente senza averla mai finanziata.
Inoltre, il nuovo tappeto rosso che la partitocrazia ha srotolato davanti agli stranieri naturalizzati è anticostituzionale: è infatti lesivo dell’articolo 121 a, quello contro l’immigrazione di massa. E’ il colmo: siamo qui in troppi, però il Triciclo si inventa nuove leggi il cui obiettivo dichiarato è di fare arrivare qui ancora più migranti!
In conclusione
Per tornare al tema sollevato all’inizio: quanti islamisti afghani beneficeranno del nuovo diritto al ricongiungimento familiare? Quanti potenziali terroristi islamici vogliamo ancora metterci in casa? Grazie, spalancatori di frontiere, per continuare ad attentare non solo alle nostre casse pubbliche, ma anche alla nostra sicurezza!
LORENZO QUADRI
*Dal MDD