Meno di quindici giorni per un lavoro che abitualmente richiede mesi. Tanto hanno impiegato i tecnici del DT, i progettisti e le imprese private nell’eseguire i lavori preparatori in vista della costruzione del nuovo ponte provvisorio di Cevio Visletto. Un risultato, questo, straordinario, considerato anche che fare di più sarebbe stato impossibile. Le operazioni relative alle fondazioni e le spalle del ponte provvisorio sono infatti terminate mercoledì sera, quando l’area di cantiere è stata consegnata dal Cantone all’esercito, ora impegnato nelle operazioni di posa del ponte che, meteo permettendo, si stima sarà completato per mercoledì prossimo, e dunque nel giro di una sola settimana. La struttura dell’esercito rimarrà per uno o due anni.
Pronta reazione
Da quella drammatica notte tra il 29 il 30 giugno, caratterizzata dall’alluvione che ha messo in ginocchio l’alta Vallemaggia, seminando morte e devastazione, sono ora trascorsi 21 giorni. Tre settimane intense, su più fronti: da quello, più tragico, della conta delle vittime e della ricerca dei dispersi (per il momento sospesa) a quello del calcolo dei danni, stimati in decine di milioni di franchi e, non da ultimo, l’avvio del ripristino dell’infrastruttura di base, a partire dall’apertura al transito, il 3 luglio scorso, della passerella ciclopedonale – adattata per l’occasione – dapprima ai veicoli di soccorso, successivamente ai residenti e, dallo scorso martedì, anche ai turisti (su prenotazione). Sebbene i problemi non siano evidentemente ancora tutti risolti in quanto c’è ancora molto da fare, il grande lavoro messo in campo da tutti gli enti coinvolti, a partire dai collaboratori e servizi del DT, ha dato i suoi primi importanti frutti a tempo di record. Segno questo che non si è perso tempo e che ci si è immediatamente attivati per dare man forte alla popolazione locale.
Esercito al lavoro dalle 23 alle 12
Come annunciato dal comandante della divisione territoriale 3, Maurizio Dattrino, i 35 militari impiegati nell’operazione di posa del ponte stanno lavorando, da mercoledì sera, nella fascia oraria dalle 23 alle 12, e ciò per via del caldo delle ore diurne: il metallo di cui si compongono le parti del ponte, con il sole battente, diventerebbe infatti impossibile da maneggiare. Inoltre, operando prevalentemente di notte, non si intralcia il lavoro dei civili, che si stanno occupando delle operazioni di rifinitura attorno all’accesso del ponte. Salvo nuove allerte meteo, il ponte dovrebbe quindi essere terminato nel giro di una settimana in quanto si preventivano 96 ore di lavoro effettivo.
Ricordiamo che quella di posizionare il ponte provvisorio più a nord rispetto alla struttura parzialmente crollata è stata una decisione obbligata. Inizialmente vi era infatti l’intenzione di usare quanto rimasto del ponte di Visletto, ma dopo le verifiche statiche e strutturali, i tecnici si sono resi conto che non era una via percorribile. Di conseguenza si è allestito un piano B nel minor tempo possibile.
Obiettivo: viabilità per tutti
Quando la posa del ponte provvisorio – che, con i suoi 60 metri, è il manufatto militare più lungo della Svizzera – sarà terminata, il DT dovrà valutare se iniziare ad aprire il ponte all’utenza, permettendone il transito su uno sterrato ed eseguendo invece i lavori che mancano di notte, in quanto andranno pavimentati anche i raccordi. L’idea è infatti quella di ripristinare la viabilità per tutti fin da subito. Il ponte sarà a una corsia, quindi il transito sarà regolamentato con i semafori. Il limite di peso, invece, è stato fissato a 32 tonnellate. Una volta passata l’emergenza si valuterà anche dove costruire il ponte definitivo. In questo senso è ancora prematuro esprimersi in quanto prima occorre analizzare tutti i settori, non solo per quanto riguarda il ponte ma anche per la strada, in modo da individuare il tracciato migliore. Il nuovo ponte, comunque, difficilmente verrà costruito dove si sta posando quello militare.
*Dal MDD