Opinioni, 09 settembre 2024

Almeno 4 anni di statuto S: "non se ne andrà più nessuno"

E intanto Cassis s’inventa un ulteriore, inutile burocrate: il “delegato per l’Ucraina”

Niente di nuovo sotto il sole, e nemmeno sotto la pioggia. Il governicchio federale ha deciso mercoledì di prolungare lo statuto S - farcito di sussidi (e nümm a pagum) e di privilegi ingiustificati - di un ulteriore anno e mezzo. Quindi fino a marzo del 2026. Il vero motivo della decisione viene indicato solo “en passant”: la fallita UE ha fatto la stessa cosa, e quindi la Confederella deve (?) conformarsi. Giù le braghe!
 
Lo statuto S venne introdotto ad inizio marzo 2022. Ora il governicchio lo prolunga di ben 18 mesi in un colpo solo. E’ quindi già stabilito che durerà almeno 4 anni (marzo 2022 – marzo 2026). Intanto qualcuno ha ancora il coraggio di propinare al popolazzo la favoletta dello statuto “orientato al rimpatrio”. Quando già varie settimane fa un dirigente dell’associazione degli ucraini in Svizzera affermava di non conoscere nessun connazionale (attualmente i titolari di statuto S sono poco meno di 70mila) intenzionato a lasciare la Confederella per rientrare in patria. Il che non sorprende: dopo anni trascorsi a mungere la generosa mammella rossocrociata…
 
Fattura miliardaria
Sugli abusi a cui lo statuto S spalanca la porta, il Mattino ha scritto più volte. Si versano, da due anni e mezzo, prestazioni sociali anche a milionari, poiché non è possibile controllare la veridicità di quello che i profughi ucraini raccontano sulla propria situazione finanziaria. La fattura a carico del contribuente è a 9 zeri.
 
Inoltre le ultime infornate di richieste di statuto S non provengono nemmeno da ucraini, bensì da Rom provenienti dall’Ungheria, che non parlano né ucraino né russo.

 
Due pesi e due misure
Lo statuto S si giustificava all’inizio della guerra come strumento di emergenza per un conflitto ritenuto di breve durata. Oggi le premesse sono completamente cambiate. Pertanto, i profughi ucraini devono rientrare nel normale circuito dell’asilo: il trattamento privilegiato non si giustifica più. O quanto meno, e questo è il minimo sindacale, lo statuto S va rilasciato solo a persone che arrivano dalle aree dove effettivamente si combatte, e non dall’intera Ucraina. Ma i camerieri bernesi (vedi sopra) “devono” adeguarsi ai Diktat dei loro padroni di Bruxelles e Washington.
 
A proposito di Washington: adesso gli yankees pretendono che Netanyahu faccia la pace con i terroristi di Hamas. Però a Zelensky gli USA mica dicono di mocarla e di sedersi al tavolo delle trattative con Putin. Anzi, fanno proprio il contrario.
Inoltre, dopo aver sanzionato Mosca, l’Occidente – Confederella compresa – per coerenza dovrebbe ora sanzionare anche l’Ucraina, avendo quest’ultima invaso il territorio russo.
 
Il nuovo mega-burocrate
La ministra delle finanze PLR Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS) ha nei giorni scorsi annunciato misure di risparmio per 5 miliardi di franchetti entro il 2030. Eppure i soldi per Zelensky il suo collega liblab “medico italiano” li trova sempre. Nei giorni scorsi il portale kyivindipendent.com ha pubblicato che, per il 2025, l’Ucraina prevede un deficit di 35 miliardi di dollari. Grazie agli aiuti esteri, tuttavia, la voragine si ridurrà a 15 miliardi. Quanto ci scommettiamo che la Confederella verrà chiamata a versare ulteriori contributi?
 
Visto che “bisogna risparmiare”, cosa pensa “bene” di fare il sopra citato ministro degli Esteri PLR (ex) doppiopassaporto? Ma di creare, all’interno di un’amministrazione federale già gonfiata come una rana, una nuova, inutile figura di burocrate da almeno 250mila franchetti all’anno: quella del “delegato del Consiglio federale per l’Ucraina”. Poffarbacco! Dobbiamo attenderci la nomina di un delegato per ogni guerra in corso? Il prescelto, ma tu guarda i casi della vita, è tale Jacques Gerber (Jacques chi?), oggi Consigliere di Stato del Canton Giura, naturalmente PLR. Che strano!
 
Sempre per pura coincidenza, il buon Jacques è colui che, all’interno della commissione sulla politica europea della Conferenza dei governicchi cantonali (KdK) ha difeso a spada tratta lo sconcio accordo quadro istituzionale 2.0: quello che l’Ignazio brama di sottoscrivere. Ed ecco che tanto impegno per la causa della svendita della Svizzera all’UE viene prontamente premiato dal ministro degli esteri PLR! E’ poi lampante che un delegato euroturbo per l’Ucraina manderà definitivamente in palta la neutralità svizzera.
 
Mistero
Nemmeno si capisce cosa ci sia nel curricolo di Gerber che lo renda particolarmente idoneo per il nuovo incarico: nel comunicato del governicchio federale si legge infatti che Gerber è dottore in economia agraria, che è stato dirigente dell’Ufficio federale dell’agricoltura, poi direttore dell’Ufficio dell’ambiente giurassiano ed infine sconsigliere di Stato del medesimo Cantone.
 
Visto che il Jacques se ne intende di agricoltura e di ambiente, ci potrà dire quanta CO2 produce la guerra in Ucraina… e intanto noi dobbiamo ridurci in braghe di tela in nome del mantra climatista delle zero emissioni entro il 2050? Anche no!

Lorenzo Quandri 
*Dal MDD

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