TAVULLIA (Italia) – Sono passati 9 anni, ma non dimentica. Quel Mondiale sfumato anche e soprattutto a causa del comportamento di Marc Marquez in Malesia è rimasto indigesto a Valentino Rossi che, a distanza di anni, ha detto nuovamente la sua. “È stata la cosa più brutta che mi sia successa a livello sportivo”, ha ammesso. Il Dottore ha ripercorso le vicissitudini di quell’amaro Mondiale perso nel secondo episodio del podcast ‘MigBabol’ di Andrea Migno, il 28enne pilota con un passato importante in Moto3 e ora coach assistant del team Pertamina Enduro VR46 in MotoGP. Valentino ha parlato delle sue vittorie più belle e delle sue sconfitte più amare: Valencia 2006 e Malesia 2015. Tra i tanti aneddoti, ovviamente, ci sono i battibecchi avuti nell’anno che incoronò Jorge Lorenzo campione del mondo, quando a monopolizzare le prime pagine ci fu il duello rusticano tra lui e Marc Marquez.
“Paragonare la delusione che ho provato nel Mondiale 2006 con ciò che è accaduto nel 2015 è impossibile, non c’è gara. Anche perché nel 2006 ho sbagliato, sono stato un cog***ne, Hayden ha vinto il titolo ma è lo sport. Del 2015 potremmo parlare fino a domani perché tutto è iniziato nel 2011 e nel 2012 quando ero in Ducati. Mi davano del pilota finito già nel 2006 e nel 2007, ma poi ho rivinto il titolo nel 2008 e 2009, ma il biennio Ducati è stato frustrante, ricco di cadute e delusioni. Nel 2013 tornai in Yamaha perché avevo come obiettivo quello di provare a vincere ancora il Mondiale, anche se sapevo che ci sarebbe voluto un po’ di tempo. Nel 2013 vinsi ad Assen e a fine anno cambiai capotecnico e facemmo un bel lavoro. Marquez quell’anno vinse 10 gare di fila ma a fine campionato chiusi 2° e mi giocai la vittoria con lui nelle ultime gare, Valencia compresa. Nel 2015 in Qatar capii che il Mondiale me lo sarei giocato con lui e Lorenzo e quando alla prima curva vidi che Marc andò dritto lo presi come un segnale benaugurante anche perché vinsi e vinsi pure la gara dopo in Argentina, quando iniziò la bega con Marquez. Quella volta lui montò la media e scappò via ma io aveva la hard dietro e sapevo che mettendola in temperatura sarei potuto risalire nella seconda parte di gara e così feci. Superai Lorenzo, Dovizioso con diversi giri veloci. Quando raggiunsi Marc ero più veloce e a 2-3 giri dalla fine, a curva 3, gli presi la scia in rettilineo e lo superai di slancio, poi facendo la curva a destra lui mi prese in pieno – cercando di stendermi – ma io avevo la mia linea e toccandoci cadde lui. Se prima non c’erano mai stati problemi con Marquez, da quella gara capii che il rapporto era andato in frantumi”, ha spiegato Valentino.
“Dopo quella gara, fingendo, disse che tra noi le cose andavano bene e mi continuava a leccare il c**o, fino ad Assen quando all’ultima curva, mentre gli ero davanti, mi venne addosso un’altra volta, rimasi in piedi quasi per miracolo, passai la S attraverso la ghiaia e vinsi. Al paddock lui era inca***to nero, mi venne vicino e mi disse: “Facile vincere così col taglio di chicane, non vale!”. A quel punto gli dissi: “Devi essere obiettivo, se mi vieni addosso e mi mandi nella ghiaia, cosa devo fare? Devo farti vincere? Da lì tutto finì, seppi che il suo manager diceva nel paddock agli spagnoli: “Noi il Mondiale non lo possiamo vincere ma non lo vince neanche lui…”. Mi giunse poi all’orecchio, da amici spagnoli, di stare attento: “Vedrai nelle ultime gare…”.
“Nel GP d’Australia ha vinto la gara ma ha fatto la sua gara su di me, per farmi arrivare quarto, i tempi lo testimoniano. Siamo arrivati in Malesia e in conferenza stampa ho provato a sputta***lo davanti a tutti per cercare di farlo desistere. Anche perché Marquez non c’entrava nulla, il Mondiale ce lo giocavamo io e Lorenzo. Se tu lotti per il Mondiale ok, non ti è concesso tutto ma capisco che ci provi, ma se non c’entri niente, non sei neanche compagno di squadra di uno dei due contendenti, devi avere il rispetto di non compere i c******i agli altri due, devi fare la tua gara, provare a vincere. Invece in Malesia mi ha danneggiato, in tutta la gara, ha cercato di farmi cadere tre-quattro volte, ma non mi ha perso il manubrio e dopo nella lunga a destra gli sono andato vicino e gli ho detto: “Basta! Ma che c***o fai?”. Ci siamo toccati, io non volevo buttarlo giù, ma gli si è impigliata la manopola nel mio ginocchio ed è caduto. Alla fine la morale è che mi hanno fatto perdere il Mondiale, perché a Valencia sono partito ultimo, mentre lui che quella gara poteva vincerla ha scortato Lorenzo al traguardo”.
“In Malesia dopo il GP mi chiamò la direzione gara. Ero con Maio Meregalli della Yamaha e Marquez con Alzamora, che iniziò a insultare, mi arrabbiai e gli dissi: “Tu sei qui, perché? Sei un uomo Honda? Non mi pare, allora io chiamo Uccio…”. Partì un tafferuglio con Alzamora, ci ascoltano e alla fine mi dissero che a Valencia sarei partito ultimo. In quel momento mi si gelò il sangue, perché oltre a essere una punizione mai vista nella storia della MotoGP, mi tagliava praticamente fuori dalla corsa al Mondiale. Poi alzai lo guardo e guardai Marquez che fece un cenno ad Alzamora, come per dire: “Ce l’abbiamo fatta!”.
“Marquez è fortissimo, ma nel 2015 è passato di là… Se tu sei un pilota cattivo sportivamente, al limite dello sporco perché vuoi vincere come tanti altri piloti, va bene, ma nessun fuoriclasse del Motorsport ha lottato per fare perdere un altro pilota. Quello è ciò che marca la linea. Mai nessuno è stato così sporco per far perdere qualcun altro”, ha concluso il Dottore.