Sport, 19 settembre 2024

“Slovenia, esempio da seguire. Guardate Pogacar e Roglic...”

L’ex corridore Rubens Bertogliati analizza il momento del ciclismo internazionale

LUGANO - Rubens Bertogliati, responsabile tecnico della federazione ticinese di ciclismo (Ticino cycling): la stagione volge ormai al termine: mancano ancora i Mondiali e il Giro di Lombardia. Che bilancio possiamo trarre sinora? 
Partirei da una considerazione che ritengo importante. E cioè che la Slovenia ha dimostrato al mondo come si costruiscono i campioni. Basta vedere cosa hanno fatto in questa stagione, e anche negli anni precedenti, Tadej Pogacar e Primoz Roglic. Il primo nel 2024 ha vinto Giro, Tour e Liegi; il secondo la recente Vuelta. Cosa significa? Significa che anche in una piccola nazione come quella balcanica, che non arriva a due milioni e mezzo di abitanti, si possono crescere atleti di razza. Il progetto partì negli Anni Novanta: ricordo che dalla Slovenia arrivavano anche in Ticino giovani corridori per fare esperienza e cercare dei club che dessero loro la opportunità di maturare. Nel 1996 venne pure organizzato il Mondiale juniores a Novo Mesto. Alla fine, i risultati li abbiamo sotto i nostri occhi: Pogacar, Roglic e ci metterei anche Mohoric, Tratnik e Mezgec, sono corridori temuti e molto bravi. Soprattutto i primi due. 



Ma è stato soprattutto Pogacar a dominare. 
Tadej è una vera forza della natura. È competitivo su ogni terreno: in salita, a cronometro, sugli strappi delle classiche, si batte in volata quando ne ha l’occasione. Non sembra avere dei difetti o dei lati deboli. È vero: non ha ancora vinto la Parigi-Roubaix. Ma prima o poi ci proverà. Lui non si tira mai indietro. È fatto così. 


A proposito: nelle classiche si è visto van der Poel… 
Il corridore olandese ha datto tutto in primavera, vincendo Fiandre e Roubaix. Ora mi sembra un po' affaticato, tanto che nelle recenti uscite non ha ottenuto risultati di spicco. Sono comunque convinto che ai Mondiali di Zurigo potrebbe essere fra i protagonisti. In fondo il percorso gli si addice.


Appunto: arrivano i Mondiali di Zurigo. Chi vede favorito? 
I soliti nomi. Pogacar, Evenepoel e Van der Poel. E poi ci metto anche il nostro Marc Hirschi che è in forma splendida, come dimostrano le vittorie alla Clasica di San Sebastian, a Plouay, GP Industria e Artigianato e alla Coppa Sabatini. Il bernese ha ritrovato il passo dei giorni migliori. Sono convinto che a Zurigo starà con i primi. 


Ad un certo punto sembrava finito del dimenticatoio. 
Gli infortuni lo hanno debilitato. Poi, pian piano, si è ripreso. Adesso è tornato quello di prima. Ricordo che nel 2020 era considerato uno dei più grandi talenti emergenti, al pari di Pogacar, Evenepoel, Van der Poel e Van Aert. 


Van Aert non sarà al via del Mondiale.
Ed è un peccato, perché il belga, secondo me, avrebbe potuto recitare un ruolo di primo piano. Il tracciato gli si addiceva e alla Vuelta stava correndo bene. Sugli strappi aveva retto alla grande. Poi purtroppo è caduto ed ha mandato all’aria i suoi piani. Un’ occasione persa. 


Stefan Küng punterà alla cronometro. E dovrà vedersela con corridori del calibro di Ganna e Evenepoel. 
Ma anche nella prova in linea potrebbe essere protagonista. Ricordo che il tracciato è ottimo per lui. E nel 2019, ai Mondiali inglesi, fu battuto in volata da Pedersen e Trentin dopo una corsa d’avanguardia. Occhio dunque anche a Küng.
M.A.

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