I Cantoni devono potere decidere autonomanente se vietare o meno la vendita di piante potenzialmente invasive. È quanto chiede, in sostanza, una mozione del Consigliere nazionale Lorenzo Quadri secondo cui ai singoli Cantoni dovrebbe essere lasciata la discrezionalità di applicare, applicare parzialmente o non applicare, la modifica dell'ordinanza sull'emissione deliberata nell'ambiente (OEDA) in base alla quale, dal 1° settembre 2024, determinate piante alloctone invasive non possono più essere immesse sul mercato svizzero.
Le piante interessate da questa ordinanza, fa notare Quadri, include le palme di Fortune, il lauroceraso, la robinia e numerose altre specie poiché qualificate come “alloctone invasive”. Un divieto contestato dal deputato leghista perchè “nel caso del lauroceraso, che in Ticino compone la grande maggioranza delle siepi, più che all’invasività il veto pare legato alla necessità di prodotti fitosanitari che caratterizza questa essenza. Per quel che riguarda le palme di Fortune, la lentezza della loro crescita non le rende certo paragonabili a specie chiaramente invasive quali, ad esempio, il poligono del Giappone”. Il suo divieto, sostiene Quadri, porterà “alla sostituzione di piante morte con altre specie 'simili' (quali?) e quindi giocoforza a risultati raffazzonati”. Per quanto riguarda la palma di Fortune “in alcuni Cantoni, come il Ticino, è presente da un secolo e mezzo, ed è diventata anche un simbolo.“
Un altro motivo per opporsi a questa nuova norma è “il dilagare di divieti superflui emessi a livello federale contrasta con l’autonomia cantonale. L’allarmante iper-regolamentazione è inoltre sintomo di un’amministrazione federale ipertrofica, la quale, a giustificazione del proprio ruolo, sforna di continuo nuove regole che poi dovrà applicare e sorvegliare; così l’apparato amministrativo si gonfia di ulteriori compiti e costi”. Infine, viene giudicata preoccupante “l'ossessione per l'allineamento alle norme internazionali”.