Svizzera, 06 ottobre 2024

Un'iniziativa che vuole dare la cittadinanza svizzera a tutti gli stranieri rischia di fallire, "colpa dello scandalo delle firme comprate"

Un'iniziativa che vuole dare la cittadinanza svizzera a tutti gli stranieri residenti in Svizzera rischia di non trovare le 100'000 firme necessarie e questo, secondo i promotori, per colpa dello scandalo delle firme comprate che avrebbe reso la popolazione più diffidente verso chi promuove iniziative popolari.

"Il mese scorso abbiamo raccolto la metà delle firme rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente", spiega Arbër Bullakaj, copresidente dell'Aktion Vierviertel, associazione promotrice della cosidetta “iniziativa per la democrazia”. Nel maggio 2023 questa associazione aveva lanciato un'iniziativa che mira a consentire a un quarto della popolazione svizzera non naturalizzata di ottenere la nazionalità, dopo essere rimasta cinque anni nel Paese.

A fine luglio il comitato aveva già lanciato l'allarme: mancavano circa 30'000 firme. E il tempo stringe, perché il termine per trovare le firme necessarie scade a novembre. Dopo un mese di agosto promettente, oggi le cose si mettono male. La presunta frode delle firme comprate ha scosso la fiducia degli elettori. "Se ciò non fosse avvenuto, avremmo superato il nostro obiettivo già da tempo", sostieneBullakaj.

Anche altre iniziative popolari risenterebbero della situazione. "Le prime due settimane di settembre sono state terribili", afferma al Blick Elias Vogt, presidente dell'associazione Paysage Libre Suisse, che lotta contro le turbine eoliche attraverso due iniziative. Molti passanti avrebbero troncato fin dall’inizio la discussione, senza firmare le iniziative: “Abbiamo raccolto circa 2mila firme in meno della norma”. Ma Paysage Libre Suisse non sta a guardare: su felpe con cappuccio, stand, manifesti e trailer i loghi della causa sono ora chiaramente visibili. "Così la gente sa chiaramente chi c'è dietro l'iniziativa", spiega Elias Vogt.

Da parte dei partiti maggiori tuttavia la preoccupazione sembra essere minore. "Vediamo più sfiducia nelle strade", dice Rahel Estermann, segretaria generale dei Verdi. Il partito sta attualmente raccogliendo fondi per la sua iniziativa solare. Ma la situazione non è così grave come per il comitato Aktion Vierviertel o per gli oppositori delle turbine eoliche. “Tutto sta andando bene. L'interesse della popolazione per questa causa è più importante che mai”, spiega Estermann.



L'ecologista ha la sua idea del motivo per cui le cose vanno meglio per il suo partito: “Da noi i raccoglitori di firme sono generalmente riconoscibili come membri del nostro partito. La gente sa che non paghiamo per le firme. Inoltre la popolazione non sospetta che nella raccolta delle firme siano coinvolte aziende dubbie. Tuttavia, la situazione è più difficile per le iniziative delle associazioni indipendenti”. L'Unione Democratica del Centro (Udc) è ancora meno preoccupata. La sua iniziativa per la protezione delle frontiere è sulla buona strada. "Dato che disponiamo di una base molto motivata, la raccolta firme non presenta problemi", spiega il portavoce Andrea Sommer.

Per Arbër Bullakaj, le difficoltà incontrate dai comitati indipendenti dei partiti illustrano il problema: “I raccoglitori volontari di firme, come noi, quasi non esistono più”. Spesso ci mobilitiamo attraverso annunci e appelli ai membri. Questo è il motivo per cui l’iniziativa democratica soffre maggiormente dello scetticismo popolare. 

Elias Vogt è d’accordo e aggiunge: “I gruppi di interesse che finora hanno lavorato con firme a pagamento soffrono ancora molto di più”. Ma probabilmente non vorrebbero ammetterlo. Spiega di essere in contatto regolare con la Cancelleria federale. A fine ottobre si svolgerà una tavola rotonda con partiti, associazioni, comitati, organismi di raccolta e autorità.

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