Daniele Regazzoni è il vice capitano del FC Chiasso, un club nel quale ha cominciato a giocare da giovanissimo.
I primi passi li ho mossi nell’allora Raggruppamento Castello-Coldrerio per poi passare al calcio d’élite nell’U15 del FC Chiasso. Dopodiché, una parentesi in bianconero nelle categorie U16 e U18 per poi fare rientro a Chiasso nella U19. Durante questa ultima annata ho avuto la fortuna di esordire con la prima squadra nel campionato di Challenge League e giocare uno scorcio di partita del secondo turno di Coppa Svizzera. A seguito di ciò mi sono trasferito nell’allora FC Mendrisio- Stabio, militante in Prima Lega. Dopo due stagioni, per motivi di lavoro, una piccola parentesi a Rancate dove abbiamo conquistato la Terza Lega e quindi raggiungere il Castello, in cui sono rimasto per 13 stagioni. Mai e poi mai però avrei pensato di rivestire la maglia rossoblu, finché è successo quello che nessuno sperava succedesse. Da lì il passo è stato molto breve: poter tornare ad aiutare la squadra che mi ha fatto esordire nel calcio dei grandi è stata la priorità assoluta. Questo anche per poter chiudere un cerchio di carriera calcistica, se così si può definire.
Il Chiasso, come il Locarno e il Bellinzona, sta vivendo una esperienza inusuale, quella dei campionati regionali. Come si convive conquesta realtà?
È una realtà che una buona parte dei componenti della rosa ha sempre vissuto in altri club, l’altra parte è composta da ex allievi del settore giovanile quindi si trovano alla loro prima esperienza in un campionato di attivi. Per noi giocatori diciamo che è un po’la normalità; non lo è sicuramente per tutti quelli che ci seguono, abituati ad altri livelli e ad altri ritmi.
Lei è cresciuto nella regione: che sensazioni ha quando va a giocare i derby di Terza Lega?
Un derby è sempre un derby, poco importa la categoria. Bisogna però ammettere che non sono più così emozionanti come alcuni anni fa. Avendo trascorso la maggior parte della mia carriera calcistica con le “caprette” di Castello, alcune partite contro la rivale storica del SC Balerna erano veramente sentite dentro e fuori dal rettangolo verde per tutta la settimana. Una gran bella sensazione! Oggi giorno tutta questa rivalità è purtroppo svanita.
Immaginiamo che i vostri nuovi rivali raddoppino gli sforzi quando vi affrontano.
È successo in passato anche a me quando di fronte c’erano il Bellinzona ed il Locarno: si cercano le energie, si va a raschiare il fondo del barile pur di tentare lo sgambetto. La stessa cosa sta succedendo ora contro di noi: tutti ci tengono a fare bella figura. Ne siamo consapevoli ma questo deve essere uno stimolo anche per dare sempre il massimo, altrimenti in un modo o nell’altro va a finire male.
I tifosi rossoblù, almeno gli irriducibili, non vi hanno mollato, vero?
Sempre al nostro fianco! Presenti sin dal primo allenamento svolto dopo la ripartenza. Ci hanno seguito durante tutto il campionato scorso sia in casa che in trasferta, dandoci quella carica necessaria quando serviva. È veramente qualcosa di eccezionale poter contare sul loro tifo, anche visivamente, perché a volte lo spettacolo che propongono è unico per la nostra realtà.
Che sensazioni ha quando gioca in un Riva IV semi vuoto?
L’anno scorso una fiumana di persone ci ha sempre seguito, come detto prima, sia in casa che in trasferta. Le 1'051 persone alla prima partita nel nostro stadio contro l’Arzo sono state il fiore all’occhiello, ma la media stagionale, se non sbaglio superiore alle 350 unità, è stato qualcosa di irreale per un campionato di Quarta Lega. Pertanto lo stadio non era mai vuoto.
Quali sono le ambizioni del club? Tornare subito nel calcio che conta come il Locarno o il Bellinzona?
Le ambizioni della società sono sicuramente quelle di tornare in campionati più prestigiosi, ma facendolo con testa e senza bruciare le tappe. Far tornare la gente al Riva IV così come valorizzare i ragazzi provenienti del settore giovanile è allo stato attuale primordiale, il resto pian piano arriverà.
I tifosi ve lo chiedono? Oppure si accontentano delle scampagnate sui campi regionali?
Nessuno si accontenta di andare in campo per fare una scampagnata, tantomeno i nostri tifosi. Lo stemma che portiamo sulla maglia è storico e di prestigio, pertanto è doveroso tentare di riportarlo dove merita di stare.
Come è iniziata la nuova stagione?
Abbiamo sicuramente perso qualche punto di troppo, ma siamo ancora attaccati al gruppo di testa. Sarà un torneo molto equilibrato. In Coppa Ticino abbiamo superato lo scoglio dei trentaduesimi e quindi il nostro cammino continua…
Due parole sul Mister Damiano Meroni.
Lo conosco molto bene. In passato mi ha già allenato a Castello per 5 stagioni tra la Seconda regionale e la Seconda interregionale. È una persona molto pacata a cui non piace fare la voce grossa; a differenza di altri allenatori passati dal Riva IV non lo vedrete mai sbraitare in panchina. A livello tecnico è uno dei coach più preparati che abbia mai avuto, cura sempre il dettaglio e gli allenamenti sono sempre strutturati con un determinato filo logico. Ha anche una capacità di lettura della partita non indifferente, da qui il suo soprannome “mago”!
Rivedremo un giorno il Chiasso nelle serie che gli competono?
La speranza è senza ombra di dubbio quella di rivedere il FC Chiasso calcare altri palcoscenici. Ma come detto in precedenza non bisogna commettere l’errore di fare il passo più lungo della gamba. So che tutti vorrebbero levarsi il prima possibile dal calcio regionale, ma non bisogna avere fretta. Nella città di confine ci sono tutte le caratteristiche per poter far crescere i ragazzi in modo sano e dar loro poi l’opportunità di approdare in prima squadra.
Due parole anche sul settore giovanile…
Da questa stagione alla testa delle categorie A-B-C Youth league ci sono tre ragazzi (Mihaylov, Pain e Nicastri, ndr) che hanno mangiato pane e calcio fino a ieri, pertanto porteranno sicuramente la loro voglia, la loro determinazione e la loro esperienza al beneficio delle nuove leve. Si spera che in futuro una buona fetta dei giocatori della prima squadra provenga dal nostro settore giovanile, un po’ come sta accadendo in questi primi 2 anni dopo la rinascita. Vorrei infine aggiungere qualcosa…
Prego…
Ci terrei a ringraziare con tutto il cuore la mia famiglia che mi supporta e mi sopporta sempre! La mia compagna con i nostri meravigliosi due bimbi mi segue ovunque. Vederli al Riva IV in tribuna con la maglia rosso-blu che fanno il tifo per il sottoscritto è un’emozione indescrivibile.
A.M.