Un cittadino turco dovrà lasciare finalmente la Svizzera per aver messo in pericolo la vita dell'ex moglie. I suoi vari ricorsi fino al Tribunale federale non hanno funzionato e la condanna in primo grado è stata confermata. I fatti risalgono a una sera di gennaio 2020 nel Giura bernese, quando il marito di una donna, da cui era separata, aveva allentato i bulloni della ruota anteriore sinistra della sua auto prima che lei si mettesse alla guida. Immediatamente ha notato di aver difficoltà a controllare il veicolo e si è fermata, ed è allora che ha notato che la ruota anteriore era stata manomessa.
Ha subito capito che era stato l'agire del marito e l'ha quindi denunciato. L'uomo di 46 anni ha quindi subito una condanna per aver messo in pericolo la vita di altri nel 2021, poi nel 2023 in appello. Ha fatto ricorso fino al Tribunale Federale, che ha appena emesso la sua sentenza. Sono confermate le pene detentive sospese e l'espulsione dalla Svizzera. Per i giudici l'allentamento dei bulloni e la sostituzione del coprimozzo “avevano causato imminente pericolo di vita”. "Aveva manomesso la ruota anteriore sinistra, per cui la perdita della ruota avrebbe potuto facilmente far sbandare il veicolo sulla carreggiata opposta, aumentando il rischio di uno scontro frontale", ha osservato la Corte.
L'ormai ex marito ha sostenuto che il Tribunale cantonale, che lo ha condannato in appello, “non ha alcuna conoscenza particolare in materia di veicoli a motore”. Pur ammettendo, o fingendo, che neanche lui ne sapesse qualcosa. In sostanza nega che il suo gesto potesse rappresentare un pericolo mortale e afferma che, se così fosse, non ne era consapevole. Secondo lui, se avesse davvero voluto fare del male alla sua ex, non avrebbe allentato una sola ruota.
Il Tribunale federale ha ripreso integralmente la tesi del Tribunale cantonale di Berna. “Come ogni individuo dotato di un minimo di buon senso, sapeva di non aver dato a sua moglie alcuna possibilità di contrastare il sabotaggio. Non poteva pensare di aver allentato i dadi delle ruote quel tanto che bastava perché non si verificasse una perdita di controllo”, si legge nella sentenza.