Ecco la nuova “grande mossa” del Municipio di Lugano per salvare i conti: eliminare l’aperitivo con i dipendenti e risparmiare sui francobolli. Sì, avete letto bene: la lotta al disavanzo passa per la cancellazione delle tartine e la rinuncia alla carta da lettera. Mi immagino già i titoloni sui giornali: “Lugano risorge con l’abolizione dell’aperitivo!”. Come dire, stiamo cercando di svuotare il lago con un secchiello. Questa trovata, più che una strategia finanziaria, sembra una scenetta comica. Da un lato, continuiamo a spendere per i grandi progetti e a investire in beni amministrativi come se fossimo in tempi di vacche grasse; dall’altro, si cerca di risparmiare dove si può, peccato che la scelta cada su voci di spesa simboliche e assolutamente marginali.
In pratica, un po’ come se un ristorante in crisi economica smettesse di offrire la caramella al caffè sperando di non chiudere. Ma è proprio questo il problema: tagli del genere rischiano di farci apparire poco seri, come se bastasse eliminare un aperitivo per risanare il bilancio. I veri problemi, intanto, restano sotto al tappeto. Come dire: se il Titanic affondava, qui ci si preoccupa di abbassare il volume dell’orchestra. L’impressione generale? Che con queste scelte, il Municipio cerchi solo di mostrarsi austero senza toccare minimamente i veri nodi economici. E noi cittadini, nel frattempo, ci troviamo a chiederci se l’ennesimo taglio simbolico sia il massimo che si può fare.
Maruska Ortelli
CC Lega dei ticinesi Lugano
In pratica, un po’ come se un ristorante in crisi economica smettesse di offrire la caramella al caffè sperando di non chiudere. Ma è proprio questo il problema: tagli del genere rischiano di farci apparire poco seri, come se bastasse eliminare un aperitivo per risanare il bilancio. I veri problemi, intanto, restano sotto al tappeto. Come dire: se il Titanic affondava, qui ci si preoccupa di abbassare il volume dell’orchestra. L’impressione generale? Che con queste scelte, il Municipio cerchi solo di mostrarsi austero senza toccare minimamente i veri nodi economici. E noi cittadini, nel frattempo, ci troviamo a chiederci se l’ennesimo taglio simbolico sia il massimo che si può fare.
Maruska Ortelli
CC Lega dei ticinesi Lugano