Una consigliera nazionale dovrà restituire parte delle indennità di maternità incassate perchè ha partecipato alle sessioni parlamentari mentre era in congedo. La deputata è Kathrin Bertschy (PVL/BE) e ha recentemente perso una causa al Tribunale federale (TF) che gli ha ordinato di restituire parte del denaro ricevuto.
L’eletta, in carica a Berna dal 2011, ha lavorato come libera professionista e alla fine del 2018 ha avuto un figlio. Ha quindi ricevuto un’indennità di maternità. Ma aveva partecipato alle sessioni parlamentari durante il congedo di maternità nella primavera del 2019 e aveva quindi perso l’indennità.
Bertschy ha fatto ricorso contro questa decisione fino al Tribunale Federale. Invano. Nel motivare la sentenza, il TF ha sottolineato, durante un primo ricorso nell'aprile 2022, che, secondo la legge sull'IPG (indennità per perdita di guadagno), le donne hanno diritto all'assegno di maternità per 14 settimane dopo la nascita di un figlio. Un diritto che decade anticipatamente se la madre ritorna ad un'attività remunerata. E l'esercizio di un mandato alla Nazionale è stato considerato tale.
Ma lo scorso autunno il Parlamento ha accettato che i funzionari eletti in congedo di maternità potessero partecipare alle sessioni senza perdere il diritto all'indennità. Questa disposizione è entrata in vigore il 1° luglio 2024.
Nel frattempo Kathrin Bertschy ha avuto un altro figlio e ha nuovamente preso parte alle sedute parlamentari durante il congedo di maternità, prima che entrasse in vigore la nuova disposizione.
La cassa di compensazione le ha pertanto imposto di restituire le sue indennità. Ciò che la bernese ha contestato di nuovo fino a ricorrere ancora al TF. L'eletta ritiene che il diritto all'indennità di maternità debba decadere solo se l'attività lucrativa della madre durante il congedo di maternità le procura un reddito superiore a 2'300 franchi.
Ma il TF ha appena respinto questo nuovo ricorso. Martedì ha ricordato che l'indennità non può essere percepita in caso di ritorno al lavoro, "a meno che non si tratti di un'attività molto secondaria che genera un reddito massimo di 2'300 franchi all'anno". E non una somma percepita solo durante il congedo di maternità.