Giorgio Keller: complimenti innanzitutto. È la prima volta che un ticinese ricopre la carica di presidente dei giornalisti sportivi svizzeri…
Se è vero che anche il Ticino ha “diritto” a un consigliere federale, ecco che anche a sportpress.ch ne è arrivato uno.
Era attesa oppure era pianificata questa elezione?
Sportpress.ch ha avuto la sfortuna di perdere il suo presidente, il losannese Gérard Bucher, lo scorso aprile. Il comitato è rimasto al lavoro e ha traghettato l’associazione fino alla riunione dei delegati tenutasi settimana scorsa. Chiaramente si è cercato un nuovo presidente e mi sono candidato. Ho avuto il piacere di essere eletto per acclamazione.
Nuovo presidente e, immaginiamo, nuove idee. Quali?
Il comitato è stato riconfermato, il responsabile delle finanze ha lasciato per problemi di salute, io mi sono aggiunto al comitato. Riguardo a nuove idee, avremo una prima riunione di comitato tra alcune settimane e lì butteremo giù i programmi. Qualche idea, io ce l’ho, però dapprima devo discuterle coi colleghi.
Questa associazione negli ultimi anni ha perso un po' del suo peso. La tessera di socio attivo ormai è soltanto un oggetto da esibire. Negli stadi con quella non si entra più…
Non la vedo allo stesso modo. Tutto sta per essere “elettronizzato”, digitalizzato sempre più in profondità. Il giornalista sportivo ha e avrà sempre accesso alle manifestazioni. Tra un match di Seconda Lega di calcio e la formula 1 ci sono delle differenze. Molte federazioni vogliono centralizzare diversi settori, tra cui i media. Ora il giornalista sportivo deve accreditarsi per partite di Super League, che di principio non vengono respinte. Comunque, al di là della tessera, la stessa permette di accedere al tesserino dell’associazione mondiale AIPS con la quale può accreditarsi più facilmente all’estero. Il giornalista sportivo fa parte di un’associazione (in)ternazionale che, in caso di necessità, lo assiste. Attraverso il nostro sito accede velocemente alle diverse offerte di lavoro. Inoltre, il nuovo associato partecipa a un corso di formazione molto interessante.
Tanti vedono questa associazione come un gremio di rappresentanza e nulla più. Quando si è trattato di difendere i colleghi dai soprusi padronali raramente si è fatta valere…
Siamo un’associazione settoriale (con oltre 1'000 soci, comunque) e non un sindacato, né l’associazione nazionale della stampa come Impressum. Certo che parliamo con gli editori ma come tutti sappiamo, quando prendono delle decisioni le hanno prese e difficilmente ritornano sui loro passi.
Come si approccerà al gruppo ticinese capitanato da Tarcisio Bullo?
Lo conosco da almeno 42 anni, quando coprimmo da inviati i Mondiali di sci a Schladming (1982). Ottimi rapporti. Si butta dentro anima e corpo per la sezione ticinese. So che vorrebbe in un rappresentante ticinese nel nostro comitato, che per altro sarebbe il benvenuto, ne abbiamo parlato settimana scorsa. In comitato, se potrò aiutare il Ticino, lo farò volentieri.
A livello di statuti e regole ci saranno novità con la sua presidenza?
C’è stato solo un piccolo adattamento riguardo alle modalità di voto dei delegati, nulla di trascendentale. Con i miei colleghi, appena ci troveremo, vedremo in che modo si possa creare maggior attrattività per i nostri soci. L’ho già detto, ho qualche idea. Una è questa: riproporre il campionato di calcio che in tempi lontani – questa frecciatina ci voleva – io vinsi alcune volte con la sezione di Zurigo, una volta battendo in finale il Ticino. (ride, ndr).
Al di là di tutto, il giornalismo sportivo resta attrattivo, anche se principalmente quello digitale. Assolutamente sì. L’appassionato cerca sempre e subito risultati e commenti. Una volta li si leggevano l’indomani sul quotidiano; oggi si va in internet e si fa su e giù col ditino sul telefonino. Rispondendo alla domanda: ogni giornalista sportivo deve sapere di essere un piccolo privilegiato e nell’intero paese ce ne sono pochi, alcune migliaia. Non si trova in campo ma appena fuori, a tu per tu coi personaggi, latore del messaggio dello sportivo verso il grande pubblico. Esclusività e grande attrattività.
Quali sono le prossime sfide del giornalismo in generale?
Il giornalismo non morirà mai, tutt’al più cambiano le forme con le quali si presenta. Bisognerà comunque stare attenti a discernere tra giornalismo, cioè informazione, e contributi dei cosiddetti “influencer”, che non sono giornalisti. Naturalmente non è facile capire la differenza e c’è sempre qualcuno che ci casca. Evoluzione tutta nuova. Il “nuovo” giornalismo chiede di andare ancor più in profondità, perché riprendere delle “fake news” – magari pilotate – può creare brutti scherzi.
Come farà a gestire i suoi innumerevoli impegni?
Ho appena chiuso la mia società di organizzazione eventi e mi ritrovo più libero. Ho uno sponsor che il 3 di ogni mese deposita il suo sostegno, l’AVS. Commento il calcio per Blue Sports e rispetto alle mie attività passate nello sci e negli sport motoristici, non viaggio più molto fuori dalla Svizzera”.
RED.